Sentenza Uber

Uber: dieci giorni di passione per continuare a operare

Dieci giorni per fare ricorso e continuare a operare per Uber, dopo che la scorsa settimana il Tribunale civile di Roma ha imposto il divieto di utilizzo dell’app della società californiana da attuare entro, appunto 10 giorni, pena una multa di 10 mila euro per ogni giorno di ritardo. Dopo UberPop, vietata già nel 2015, il colosso del trasporto locale con autista (gli Ncc) subisce anche questo attacco dal solo patrio. Con somma gioia dei tassisti. Tutta la galassia dei servizi della società di Travis Kalanick, ovvero Uber Black, Suv, Lux e Van (e che fine farà UberEats?, Leggi qui tutto quello che propone), è quindi in pericolo in Italia per “Condotta di concorrenza sleale”.

La reazione di Uber

Ma Uber naturalmente non ci sta e, malgrado abbia trovato la strada irta di ostacoli anche in altri paesi dove, però, continua ad operare, in Italia il suo servizio viene messo, almeno al momento, fuori gioco: “Siamo allibiti e sorpresi. A una prima lettura l’ordinanza va nella direzione opposta rispetto alla legge italiana così come modificata di recente dal Milleproroghe, ed è anche in contrasto con la normativa europea” commenta il general manager della società Carlo Tursi, che sottolinea come “faremo appello contro questa decisione basata su una legge vecchia di 25 anni, con la speranza di poter andare avanti a permettere alle migliaia di professionisti che usano l’app di Uber di continuare a farlo e di avere più guadagno e flessibilità. Lo faremo per consentire ai cittadini che ci usano a Roma e a Milano di avere ancora più scelta nella mobilità urbana “. Ma il Tribunale è molto chiaro: “gli autisti Ncc con la app di Uber intercettano utenza indifferenziata mentre circolano o sostano sulla pubblica via, esercitando, di fatto, un servizio riservato ai taxi. Il che gli consente di operare in comuni o regioni diverse da quelle da cui hanno ottenuto l’autorizzazione”. Insomma la (potente) lobby dei tassisti ha battuta l’altrettanto potente lobby di Uber? Tra dieci giorni (forse) lo sapremo.

 

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