Verso nuove regole per le carte di credito

Bruxelles intende tagliare le commissioni che le banche emittenti (issuer) di carte di credito e debitoaddebitano alle banche degli esercenti (acquirer). I tagli dovrebbero consentire ai retailer di negoziare commissioni più basse con le proprie banche e, di conseguenza, abbassare i prezzi, ma la decisione non piace a consumatori e aziende.
Sembra paradossale, ma è quanto è successo dopo l’approvazione, da parte del Parlamento europeo, della proposta di regolamento della Commissione, che prevede nuove regole per le carte di credito.
In base al regolamento, le spese che le banche emittenti (issuer) fanno pagare alle banche degli esercenti (acquirer) nell’ambito di sistemi come Visa e MasterCard sarebbero limitate allo 0.3% del valore della transazione per i pagamenti con carta di credito e 7 centesimi di euro o0.2% del valore della transazione (se inferiore) per quelle con carta di debito. I limiti si applicherebbero sia alle transazioni nazionali sia a quelle nell’UE, e diverrebbero effettivi un anno dopo l’entrata in vigore della norma.
Se da un lato questo provvedimento dovrebbe portare a un deciso abbassamento delle commissioni per i commercianti (i costi, per le loro banche, si abbasserebbero notevolmente rispetto alla situazione attuale, che vede uno 0,9% di media europea e lo 0,4-0,8% in Italia) fonti bancarie fanno sapere che il costo dell’emissione delle carte potrebbe salire di 6-10 euro anni.
La decisione non riguarda solo i consumatori, ma anche le aziende. A sorpresa, infatti, anche le carte di credito corporate sono rientrate nella nuova normativa che dovrà essere discussa dal Consiglio dei Ministri finanziari dell’Unione europea. La proposta diventerà legge solo se Commissione, Parlamento e Consiglio troveranno una posizione comune.
Nulla è ancora definitivo, dunque, ma la discussione è già aperta anche perché la decisione europea coinvolge colossi come Visa e Mastercard, ma non altri big come American Express, Diners e Pay Pal. Le tre società sono estranee alla regolamentazione perché le loro operazioni di pagamento avvengono tramite il cosiddetto circuito a tre parti – titolare della carta, circuito emittente e convenzionatore (al tempo stesso issuer e acquirer), esercente –  che non prevede commissioni interbancarie in forma esplicita.
La nuova normativa, invece, coinvolge quelli che a Bruxelles definiscono circuiti a quattro parti – titolare della carta, banca emittente (issuer), banca convenzionatrice (acquirer), esercente – come Visa e MasterCard.

Negli schemi a quattro parti quando un consumatoreacquista un prodotto e lo paga con carta di credito, la transazione viene autorizzata dalla banca emittente(issuer), che garantisce il pagamento e preleva i soldi dal conto del cliente (che versa un canone annuo per la carta). Il denaro viene inviato all’istituto del venditore (acquirer) in cambio di una commissione e di qui al venditore che paga un’altra commissione.
Per tagliare i costi delle transazioni e cercare di uniformare una situazione che prevede commissioni in media dell’1,8% in Germania e dello 0,5% in Francia si è deciso di procedere in questo modo, sfidando le proteste di alcuni player del mercato.
Mastercard ha fatto notare che il taglio già varato in Spagna nel periodo 2006-2011 (-55%) ha gonfiato il volume delle commissioni di 2,35 miliardi annui. Secondo Bruxelles, il caso spagnolo è da addebitare alla crisi, mentre in Francia, Danimarca e Svizzera l’esito è stato positivo. Il dubbio che alla fine pagheranno aziende e consumatori è abbastanza forte.
«Con il tempo, le tasse più basse dovrebbero tradursi in prezzi più bassi per gli utenti di carte» dice l’Unione europea, ma il Movimento per la difesa del cittadino è di parere opposto. «Non si capisce la ragione di un intervento che interessa solo alcuni player del mercato escludendone altri, con il rischio di creare una distorsione della concorrenza a ulteriore discapito dei consumatori – argomenta Mdc –. Non solo, l’imposizione di un cap unico avrà ricadute negative sui possessori di carte che vedranno aumentare il canone annuo delle proprie carte di credito/debito:aumento necessario per coprire i costi del sistema e mantenere elevati gli standard di sicurezza. I commercianti sono i grandi beneficiari del provvedimento, visto che per loro i costi si abbasseranno per davvero, senza però che ci siano garanzie per il trasferimento di tale risparmio sui consumatori come ipotizzato dall’Ue: i prezzi di prodotti e servizi difficilmente caleranno».
Waroncash, sito specializzato nei pagamenti digitali, ha anche lanciato una petizione che al momento in cui scriviamo ha raccolto 2.500 firme denunciando che «con il voto di questa mattina del Parlamento europeo che approva il dossier relativo alle commissioni interbancarie sulle operazioni di pagamento tramite carta, la strada verso un epayment più equo per i consumatori è sempre più in salitaAbbassare, infatti, le commissioni interbancarie significa offrire un vantaggio solo per la grande distribuzione, mentre i consumatori vedranno aumentare con tutta probabilità i costi relativi alle proprie carte di pagamento».

 

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