visto di lavoro Stati Uniti

Visto di lavoro per gli Stati Uniti e Coronavirus: ultimi aggiornamenti

Tempi duri per il visto di lavoro per gli Stati Uniti. Donald Trump si avvia alla firma dell’ordine esecutivo che estende le limitazioni ai lavoratori stranieri fino alla fine del 2020. Inizialmente, lo stop ai visti per ragioni professionali emesso ad aprile doveva avere una durata più limitata. Inoltre, riguardava chi chiedeva un visto di residenza permanente o la carta verde.

Con la nuova legge vengono sospesi i visti per lavoro temporaneo o stagionale. Di fatto i visti H1-B, utilizzati ampiamente dal settore tecnologico e scientifico. Il che ha subito suscitato le polemiche da parte delle aziende del web come Google, Amazon e Twitter.

Nel 2019, secondo il Dipartimento di Stato sono stati rilasciati 188mila visti H1-B tra i diversi settori economici.

Alcune professioni sono esonerate dalla sospensione, come i lavoratori nell’agricoltura e gli operatori sanitari impegnati nelle missioni relative al Covid19. Questi ultimi possono sempre richiedere la green card.

L’annuncio di questa iniziativa è stato dato ieri dalla White House. Lo stop al visto di lavoro per gli Stati Uniti è effettivo dal 24 giugno. Non si applica a chi già si trova nel Paese. Oppure a chi è in possesso di documenti validi per l’ingresso. A questo link il “Proclama” presidenziale del 22 giugno.

La console degli Stati Uniti a Milano, Elizabeth Lee Martinez, chiarisce che «ciò non si applica ai turisti o ai normali uomini d’affari che desiderano viaggiare con un Esta, né ai lavoratori che richiedono i visti B1 per le macchine di assistenza/riparazione in garanzia. I visti sospesi riguardano i contratti di lavoro stagionali o di lunga durata presso società e imprese statunitensi o programmi di scambio legati al lavoro come au pair».

Ricordiamo peraltro che il Proclama del 14 marzo scorso non è stato ancora sollevato.

Esso limita e sospende l’ingresso negli Stati Uniti ai viaggiatori che 14 giorni prima dell’arrivo siano stati (dunque anche i provenienti) dall’area Schengen, dal Regno Unito – esclusi i territori d’oltremare, cioé le colonie – e dall’Irlanda. In tal caso le eccezioni sono i mariti e le mogli di un cittadino americano, un tutore legale di cittadini statunitensi e altri specifici casi.

Visto di lavoro Stati Uniti: stop alle categorie H1-B e L-1

La chiave di lettura di questo provvedimento è nella salvaguardia dei posti di lavoro a favore degli americani. La Casa Bianca fa sapere che 525mila posti di lavoro vengono recuperati. Perciò si tratta di una mossa che contrasta la disoccupazione creata dalla pandemia Coronavirus.

Secondo le prime informazioni a mezzo stampa, il visto di lavoro per gli Stati Uniti viene sospeso in altre categorie.

E’ il caso dei visti H2-B per i lavoratori stagionali non agricoli, eccetto chi si occupa di trasformazione alimentare (il 15% degli H2-B). Così come i visti J-1 relativi agli scambi culturali, ma su questa categoria alcune fonti confermano la validità. Sospesi anche i visti L-1 per il management.

Visti ordinari per gli Stati Uniti: ambasciate e consolati fermano il servizio

L’iniziativa della sospensione dei visti di lavoro per gli Stati Uniti era nell’aria. Infatti, il Dipartimento di Stato americano aveva ricordato alcuni giorni fa di avere disposto lo stop ai visti ordinari in tutte le ambasciate e nei consolati.

Così l’associazione Visit Usa Italy informava i suoi associati, tra i principali operatori di viaggi verso l’America: «Ambasciate e consolati hanno cancellato tutti gli appuntamenti di visto di routine per i visti immigranti e non immigranti a partire dal 20 marzo 2020, ma continueranno a fornire servizi di visto di emergenza e di importanza critica, qualora le risorse e le condizioni locali lo consentano».

Nella nota si specifica che i servizi di visto di routine riprenderanno il prima possibile, ma al momento non c’è una data specifica. In particolare, una pagina di consigli di viaggio ufficiale informa sulle restrizioni relative al Covid19. Aprila da qui.

L’ambasciata a Roma e i consolati Generali di Napoli, Firenze e Milano continuano a monitorare con attenzione lo sviluppo delle regolamentazioni. E precisano che stanno informando i richiedenti delle pratiche di visto in sospeso in Italia della cancellazione dell’appuntamento. Tuttavia si raccomanda ai singoli interessati di verificare con la propria agenzia lo status dell’appuntamento. Oppure accedere con le proprie credenziali a questo sito web.

Alcune categorie di visti di lavoro non immigranti

Chi si reca in viaggio negli Stati Uniti per più di 90 giorni deve essere in possesso di un visto diverso dall’autorizzazione elettronica al viaggio definita Esta. Quest’ultima si rilascia solo a Paesi della lista Visa Waiver Program.

La documentazione e la “burocrazia” rappresentano una forte barriera d’ingresso, pertanto sono presenti sul mercato molte agenzie specializzate. Le stesse Tmc e agenzie di viaggi specializzate nel business travel si avvalgono di consulenti. In alternativa, hanno propri uffici visti interni.

Ecco alcune categorie di visti lavorativi per non immigranti, cioè coloro che non intendono trasferirsi a vivere nel Paese in maniera definitiva.

A, G, Nato: per incarichi diplomatici di governo o militari;

B1, B2, B1/B2 anche per sottoporsi a cure mediche o per partecipare a meeting e conferenze perché non hanno titolo di usufruire del programma Visa Waiver Program;

E per l’export, commercio internazionale, investitori;

I per svolgere attività giornalistica/media;

H,L, O, P, Q, R per lavorare temporaneamente, è declinato in diverse sottocategorie;

L1 se trasferimento aziendale dirigenti e manager;

F o M per motivi di studio, anche accademico;

J è la categoria degli scambi culturali

Le procedure per ottenere i visti cambiano, approfondisci qui sulle ultime novità per il visto cinese.

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