Nonostante la crescente attenzione globale verso l’ambiente e la sostenibilità, i viaggiatori d’affari sembrano ancora lontani dall’integrare questi valori nelle loro abitudini di prenotazione. Secondo un nuovo sondaggio pubblicato da BCD Travel il 7 agosto, solo il 3% degli intervistati considera la sostenibilità un fattore determinante nella scelta dell’alloggio per i viaggi di lavoro.
Una cifra sorprendentemente bassa, soprattutto se confrontata con la priorità data a fattori più “tradizionali” come la posizione dell’hotel (77%), la politica aziendale (56%) e il prezzo (53%).
Viaggi d’affari: guida la praticità, non la sostenibilità
Il sondaggio, condotto a maggio 2025 su 1.035 viaggiatori d’affari in Europa, Nord America e Asia Pacifico, evidenzia una netta predominanza della praticità rispetto all’impegno ambientale. Solo un viaggiatore su cinque dichiara di considerare elementi come:
- Certificazioni eco-sostenibili
- Riduzione della plastica monouso
- Risparmio idrico
- Camere con pulizie limitate
- Basse emissioni di carbonio
Eppure, come sottolinea April Bridgeman, senior vice president di BCD Travel, “gli hotel restano un elemento chiave in una strategia di sostenibilità aziendale, anche se non rappresentano la quota maggiore delle emissioni.”
Le cause: scarsa informazione e strumenti inadeguati
Secondo BCD, una delle ragioni principali di questo scarso interesse ambientale è la mancanza di indicazioni chiare nei sistemi di prenotazione aziendali. In molti casi, gli strumenti utilizzati dalle aziende non forniscono informazioni visibili o confrontabili sulla sostenibilità delle strutture ricettive.
“Consigliamo ai nostri clienti di integrare criteri ambientali nella selezione annuale degli hotel e di comunicarli con chiarezza ai dipendenti”, afferma Bridgeman.
Fedeltà al primo posto nei viaggi d’affari
Un altro dato chiave del sondaggio riguarda l’importanza dei programmi fedeltà. L’80% dei viaggiatori d’affari intervistati è iscritto a uno o più programmi di fidelizzazione, e due terzi di loro dichiarano di preferire sistematicamente strutture allineate con i propri abbonamenti fedeltà.
Il brand dell’hotel e la fedeltà ai programmi influenzano le decisioni di prenotazione per il 31% degli intervistati.
I viaggi d’affari esigono sicurezza e comfort
Tra le altre preoccupazioni espresse dai viaggiatori ci sono:
- Sicurezza dell’alloggio: il 30% ha dichiarato di essersi sentito insicuro almeno una volta durante un soggiorno d’affari.
- Problemi più frequenti: Wi-Fi lento (51%), colazione non inclusa (41%), camere obsolete o letti scomodi (40%).
Il 68% degli intervistati chiude sempre a doppia mandata la porta della propria camera.
Le abitudini di prenotazione
I dati raccolti mostrano anche come si muovono i viaggiatori d’affari dal punto di vista pratico:
- Strumenti aziendali di prenotazione (OBT): utilizzati dall’84% degli intervistati
- Dispositivi usati per prenotare: l’88% su desktop o laptop, solo il 10% da mobile
- Metodi di pagamento: il 77% usa carte aziendali, solo l’1% utilizza carte virtuali
Durata dei soggiorni e tipologia di alloggio
Per i viaggi internazionali:
- Il 51% trascorre una sola notte in hotel
- Il 10% soggiorna da 7 a 13 notti
Per i viaggi nazionali:
- Il 32% pernotta due o tre notti
- Il 10% da quattro a sei notti
La maggioranza opta per hotel di fascia media (62%) o alta (53%), mentre le soluzioni in appartamento vengono scelte soprattutto per soggiorni lunghi, grazie a spazi più ampi e servizi come cucine e lavanderia.
La sostenibilità mancata dei viaggi d’affari
Nonostante le aziende parlino sempre più di obiettivi ESG e transizione green, il comportamento reale dei viaggiatori d’affari mostra un divario significativo tra intenti e pratiche. Con una comunicazione più efficace e strumenti più intuitivi, i travel manager potrebbero fare molto di più per orientare le scelte verso opzioni a minore impatto ambientale.