La regola del “minimo sforzo, massima resa” non basta ancora a convincere i più scettici. Nonostante l’intelligenza artificiale sia già una presenza dirompente in molti settori, nel mondo del business travel le opinioni restano divise.
Secondo una recente ricerca presentata al Business Travel Show America, solo un acquirente di viaggi su dieci si fida oggi delle raccomandazioni generate dall’AI in fase di prenotazione, scelta degli itinerari e applicazione delle politiche di viaggio. La maggioranza continua a preferire canali tradizionali, come il passaparola, che poggia su fiducia, relazioni personali e reputazione.
Prezzi dinamici e diffidenza culturale
Il tema si riflette anche nella gestione dei prezzi. Abbiamo già analizzato in un precedente approfondimento la differenza tra prezzi statici e prezzi dinamici. Questi ultimi, sempre più spesso alimentati da algoritmi di intelligenza artificiale, incidono sulle decisioni di acquisto solo per il 10% dei viaggiatori aziendali.
Un dato basso, che tuttavia potrebbe rappresentare solo un ingresso prudente: un ulteriore 30% dichiara infatti di voler sperimentare i sistemi dinamici entro i prossimi 12 mesi, segnale che l’AI viene percepita come un “elefante nella stanza” con cui presto sarà inevitabile confrontarsi.
Come i travel manager pensano di usare l’AI
Guardando al futuro, i responsabili dei viaggi aziendali vedono nell’intelligenza artificiale uno strumento versatile, da applicare a diverse aree operative:
- Automazione delle attività amministrative ordinarie – 25%
- Gestione imprevisti e disruption – 23%
- Ottimizzazione budget e politiche di viaggio – 21%
- Personalizzazione degli itinerari – 14%
- Gestione spese e reportistica – 7%
La voce degli esperti
“L’intelligenza artificiale è un vantaggio competitivo per il mondo dei viaggi”, afferma Steve Clagg, Corporate Travel Technology Consultant e giudice del premio Innovation Faceoff al Business Travel Show America.
Secondo Clagg, l’adozione di soluzioni agentiche e generative è la chiave per affrontare le principali inefficienze del settore:
“Queste tecnologie permettono di creare efficienza, migliorare la conformità e rendere l’esperienza di viaggio complessiva più fluida e personalizzata”.
Formazione e fiducia: le vere sfide
Tuttavia, il pieno potenziale dell’AI non potrà esprimersi senza un cambiamento culturale. I travel manager dovranno non solo adottare nuove tecnologie, ma anche investire in formazione e consapevolezza, ricordando che l’accuratezza della risposta dipende sempre dalla qualità della domanda.
Prossimo appuntamento: Business Travel Show America
Opportunità, rischi e applicazioni concrete dell’intelligenza artificiale nel business travel saranno al centro del Business Travel Show America, in programma al Javits Center di New York il 15 e 16 ottobre.
Un’occasione per capire se l’AI rimarrà un terreno di diffidenza o se saprà trasformarsi in un vero acceleratore di innovazione per il settore dei viaggi aziendali.