E’ scontro fra Iata e le agenzie di viaggio

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Nel complesso sistema della distribuzione dei servizi turistici un nodo fondamentale e assai delicato è
rappresentato dal rapporto fra la Iata (International Air Trasport Association) e le agenzie di viaggio.
Come noto, infatti, le compagnie aeree non incassano direttamente dalle agenzie di viaggio, ma si avvalgono di un intermediario (Iata Bsp – Billing and settlement plan), che svolge una funzione di camera di compensazione e – una volta incassato dalle agenzie – distribuisce alle compagnie partner la quota loro spettante in funzione dei servizi effettivamente erogati secondo il cosiddetto calcolo “pro rata”. Il sistema – nato in un contesto di mercato assai diverso e con obiettivi di migliorare l’efficienza dei pagamenti – negli anni si è rivelato un oneroso vincolo per lo sviluppo del mercato e da più parti è oggi denunciato come ultimo baluardo di un monopolio (quello della Iata) sempre più in crisi. A mettere in discussione il sistema sono infatti diversi elementi. Anzitutto c’è da segnalare la sempre minore rappresentatività dell’associazione, che mentre una volta era unica portavoce della quasi totalità delle linee aeree mondiali, oggi si limita ad aggregare unapercentuale più modesta di carrier tradizionali, mentre sono pressoché assenti lecompagnie low cost. In secondo luogo, il sistema del Bsp è nato in uno scenario di mercato radicalmente diverso. Basti pensare al modello di business delle agenzie oggi non più basato sulle commissioni, alle opportunità offerte dall’acquisto su Internet, al consolidamento del mercato e al forte incremento dei volumi transati dalle agenzie di business travel, agli eventi che hanno segnato la fine di grandi realtà quali Sestante o Cit con le inevitabili strette creditizie del sistema bancario. Per concludere con l’attuale orientamento legislativo per una maggiore liberalizzazione di tutti i mercati grazie anche a un più rigido controllo delle autorità Antistrust.
Si tratta, quindi, non solo a nostro giudizio, di un sistema oggi divenuto obsoleto e destinato prima o poi a entrare in crisi, come dimostrano i conflitti che da alcuni anni si ripetono sempre più frequenti fra l’associazione e le agenzie di viaggio di tutto il mondo nonché i diversi tentativi – al momento però tutti naufragati – di sviluppare dei sistemi alternativi e concorrenti.

Il mercato italiano e le recenti battaglie
Come noto il mercato italiano conserva a tutt’oggi un’elevata frammentazione: escludendo le grandi travel management company, operano in Italia circa 10mila agenzie di viaggio, il 50% delle quali abilitate a emettere biglietteria aerea (codice Bsp) e, quindi, costrette ad obbedire alle rigide prescrizioni imposte da Iata Bsp, tra cui l’obbligo di versamento il giorno 15 di ogni mese. Se è evidente il peso che tale vincolo rappresenta per le piccole agenzie di viaggio, realtà a carattere perlopiù familiare con modeste capitalizzazioni; non meno oneroso è il sistema per le grandi travel management company che lavorano con aziende che effettuano i pagamenti fino anche a 120 giorni dopo l’emissione del servizio. A ciò si aggiunge il fatto che Iata ha la facoltà di sospendere le agenzie accreditate in caso di mancato pagamento o qualora non corrispondano ai requisiti richiesti. Proprio questo è accaduto lo scorso gennaio, quando l’associazione ha sospeso i codici Bsp a 390 agenzie italiane. La motivazione, riassunta in una nota ufficiale, consisteva in una “inadempienza nel fornire entro la fine del 2007 le garanzie bancarie richieste”. Il caso, com’era prevedibile, ha suscitato la reazione delle associazioni delle agenzie, che hanno interpretato l’episodio come l’ennesimo attacco nei confronti della categoria.
Ma che cosa è accaduto esattamente? Per poter emettere biglietteria aerea ed effettuare i versamenti al Bsp le agenzie sono tenute a rispondere a requisiti di affidabilità economica e a disporre di una copertura fideiussoria fornita da istituti bancari o compagnie di assicurazione,pari a 45 giorni di fatturato medioannuale. Come spiega un comunicato della Fiavet, la federazione italiane delle agenzie di viaggio, «il problema è scoppiato a ottobre dello scorso anno, quando Iata ha inviato circa un migliaio di lettere ad altrettante agenzie, dichiarando di non accettare più le fideiussioni prestate dalla società Nummaria, l’unica finanziaria in precedenza segnalata a livello nazionale e agevolata dalla stessa Iata persino con il pagamento mensile del premio direttamente in conto Bsp, e chiedendo la consegna di nuove polizze entro la fine del mese di novembre». Iata ha fornito alle agenzie un elenco di possibili istituti di credito e compagnie di assicurazioni con le quali stipulare una nuova polizza. «Interpellati dagli agenti di viaggio – ha puntualizzato ancora Fiavet – questi assicuratori si sono però detti indisponibili a prestare i servizi richiesti. Una situazione insostenibile sulla quale la Fiavet, dopo aver esercitato azioni e aver proposto valide soluzioni alternative, oggi richiama l’attenzione dell’Antitrust».
Per fare fronte a questo provvedimento, infatti, le agenzie – tramite la società A&C Broker – avevano proposto i servizi della Compagnia Assicurativa La Cattolica ritenuta in grado di ottemperare alle richieste di Iata, offrendo al contempo alle agenzie premi assicurativi sostenibili. Iata, però, non aveva accettato questa soluzione «sulla base – spiega Fiavet – di un aspetto assolutamente secondario, non influente sulla stessa esigenza di copertura e assolutamente risolvibile (l’assenza di una clausola relativa al tacito rinnovo della polizza)». Allo stesso modo, Iata non aveva accettato le polizze della Banca Popolare di Garanzia, un istituto bancario regolarmente autorizzato dalla Banca d’Italia e che si era detto disposto a fornire alle agenzie di viaggio fideiussioni a condizioni vantaggiose. «Siamo in presenza di azioni provenienti da più fronti che tendono ad annientare il ruolo dell’agente di viaggio – ha dichiarato Primarete, che riunisce 100 agenzie affiliate in tutto il territorio italiano –. Primarete sta ricevendo in questo ultimo periodo la richiesta disperata di decine di agenzie in difficoltà con la Iata, che ci chiedono di essere supportate in questa fase nell’emissione del servizio biglietteria. Noi siamo disponibili, ma denunciamo come anomalia del sistema turistico il fatto che si stia continuando a mettere in difficoltà il ruolo della distribuzione».

Iata non rivede le sue posizioni
In risposta alle proteste delle associazioni, Iata ha inviato un comunicato ufficiale nel quale ribadisce la liceità del provvedimento adottato. «Per proteggere i viaggiatori, Iata richiede a tutti gli agenti di viaggio che desiderano partecipare allo Iata Bsp garanzie finanziarie trasparenti – si legge nella nota –. Le variazioni a questi requisiti sono state concordate da tutte le parti interessate – incluse le associazioni che rappresentano le agenzie di viaggio – e sono stati annunciati nell’ottobre 2007, con applicazione fissata a partire da gennaio 2008. Sono state inoltre ampiamente divulgate, insieme con una lista degli istituti in grado di fornire le fideiussioni e i termini per il completamento delle pratiche. Entro la data prefissata la stragrande maggioranza delle 5000 agenzie italiane ha soddisfatto i requisiti, mentre sono stati sospesi i 390 agenti che non hanno provveduto. Tra questi, nel frattempo, 50 hanno presentato garanzie e sono stati riammessi. Iata continua a incoraggiare l’esiguo numero di agenzie di viaggio che devono ancora provvedere a farlo prima possibile. A tale scopo è stato concesso tempo fino alla fine di febbraio. Durante questo lasso di
tempo, gli agenti potranno essere reintegrati nel Bsp. Successivamente, dovranno seguire le normali
procedure previste per l’ingresso di una nuova agenzia nel sistema. Le garanzie finanziarie concesse da istituzioni credibili sono essenziali per qualsiasi sistema di pagamento, e il Bsp non fa differenza. Le nostre richieste sono chiare, trasparenti e adeguatamente pubblicizzate. Il loro rispetto è fondamentale
per assicurare l’integrità del sistema di Bsp, in modo che i viaggiatori possano acquistare i biglietti
con piena fiducia».
«Noi non contestiamo il fatto che Iata esiga dalle agenzie adeguate garanzie – afferma Andrea Giannetti, presidente di Confindustria Assotravel, associazione nazionale agenzie di viaggio e turismo –. Riteniamo,
però, che l’associazione debba prendersi carico del problema delle agenzie di viaggio che non riescono a trovare un istituto di credito o assicurativo disposto a fornire loro la fideiussione richiesta. Le parti coinvolte avrebbero dovuto trovare insieme una soluzione, stimolando il mercato affinché offrisse prodotti adeguati alle agenzie. Iata, al contrario, ha seguito la propria procedura, senza fare niente altro. Si è limitata a verificare che le garanzie fideiussorie, assicurative e bancarie fossero coerenti con gli standard prefissati. Anche le piccole agenzie hanno diritto a ottenere adeguate coperture per poter svolgere il proprio lavoro. Se non esistono strumenti a tale scopo, evidentemente, c’è un problema che va affrontato e risolto.
«Per le compagnie di assicurazioni quella delle agenzie è un’area di business marginale – prosegue Andrea Giannetti – che le costringe oltretutto ad adattarsi ai tempi e alle modalità imposte da Iata. Per questo non hanno un reale interesse a mettere a punto prodotti che vengano incontro alle esigenze delle agenzie. Le banche, invece, sono più disponibili, ma impongono condizioni che espongono le piccole agenzie al rischio di una crisi di liquidità. Vista la situazione, le adv si ritrovano stritolate tra tre posizioni di grande forza economica: Iata, le banche e le società di assicurazioni».
«Di fatto le uniche fideiussioni possibili per le agenzie sono quelle bancarie – ha dichiarato Ivano Zilio, presidente di Primarete –. In un periodo particolarmente difficile per il settore si tratta di una condizione che costringe gli agenti a un nuovo impegno economico nei confronti degli istituti di credito».
Per trovare una soluzione le associazioni hanno chiesto l’istituzione di un tavolo di trattative. «Chiediamo – dichiara Giannetti – la convocazione urgente di un tavolo di confronto cui, oltre alle associazioni di categoria e alla Iata, partecipino l’Isvap (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo, ndr), e le imprese assicuratrici che lo riterranno opportuno poiché non è imprenditorialmente accettabile che anche una sola agenzia di viaggio debba rinunciare alla biglietteria area Iata solo perché non c’è offerta sul mercato di prodotti assicurativi».

Bsp settimanale?
A complicare le cose lo scorso dicembre, durante la Special Passenger Agency Conference di Singapore, Iata ha deciso di aumentare la frequenza dei pagamenti del Bsp per le agenzie di viaggi scandinave, che a partire dal prossimo luglio pagheranno la biglietteria ogni 15 giorni, mentre dal 7 gennaio 2010 passeranno al saldo settimanale.
Immediata la reazione di Ectaa, associazione delle agenzie di viaggi europee, che ha sottolineato come questo provvedimento sia stato preso in maniera unilaterale, senza tenere conto delle esigenze delle agenzie. «Ectaa deplora fortemente che la decisione presa durante il Passenger Agency Programme, una conferenza a cui prendono parte esclusivamente le compagnie aeree, non abbia tenuto conto della forte opposizione delle agenzie di viaggio – si legge in una nota dell’associazione –. Iata e i vettori si giustificano affermando che questo cambiamento mira a ridurre il rischio di inadempienza delle agenzie. Il programma di Iata, però, include già efficaci meccanismi di protezione contro i mancati pagamenti, primo fra tutti la richiesta di rigidi requisiti finanziari e di adeguate coperture contro i rischi. Oggi la percentuale degli agenti inadempienti in Scandinavia è davvero bassa: lo 0,02%nel 2006. Il cambiamento nella frequenza dei pagamenti è dunque sproporzionato».
«Siamo assolutamente contrari al pagamento del Bsp settimanale – dichiara Giannetti –: anche se questo provvedimento potrebbe rendere l’impatto delle fideiussioni più sopportabile, non rappresenterebbe una valida soluzione perché comporterebbe per le agenzie italiane una pesante e radicale riorganizzazione della loro attività, esponendole al rischio di scoperto per mancanza di cashflow».

Lenta agonia di un monopolio
Negli ultimi anni la Commissione Europea ha rimesso in discussione il ruolo di Iata, sottraendole l’immunità antitrust di cui l’associazione godeva fin dalla sua fondazione, negli anni Quaranta.

1945: a la Habana (Cuba), viene fondata la Iata, International Air Transport Association. Nata come evoluzione della International Air Traffic Association (organizzazione nata nel 1919, anno dei primi servizi di linea internazionali, per gestire il traffico aereo europeo), la Iata era il primo strumento di cooperazione tra le compagnie aeree mondiali per favorire lo sviluppo del commercio aereo e garantire ai passeggeri servizi sicuri ed economici. Al suo esordio contava 57 membri in31 nazioni, situate prevalentemente in Europa e Nord America.
1998: L’Ue invita l’associazione ad apportare significative modifiche al Passenger Sales Agency Programme, il programma che regola i rapporti tra la Iata e le agenzie di viaggio.
2003: Ectaa, l’associazione europea delle agenzie di viaggio, inoltra una protesta alla Commissione Europea in seguito alla quale, nel giugno 2003, l’Ue invia alla Iata una lettera nella quale pone l’accento sulle barriere al mercato interno causate da alcuni regolamenti del Passenger Sales Agency Programme. La Commissione raccomanda a Iata di rivedere alcuni punti critici del programma entro il 19 giugno 2004. Tali modifiche, però, non verranno apportate.
1° maggio 2004: La Commissione Europea sottrae a Iata l’immunità antitrust, sancendo la fine del monopolio dell’associazione sui sistemi di incasso e pagamento delle vendite di biglietteria aerea. Le agenzie di viaggi cominciano a ipotizzare soluzioni alternative al tradizionale Bsp. Ectaa, ad esempio, avvia uno studio per verificare la fattibilità di un nuovo Bsp paneuropeo. In Italia la società informatica Eurociis presenta Worldfly, un Asp (Alternative settlement plan) indipendente e a basso costo. Ad oggi, però, non è stata trovata alcuna reale alternativa al Bsp.
1° gennaio 2007: La Commissione Europea abolisce il regime tariffario preferenziale di cui godevano i vettori Iata nel Vecchio Continente. In precedenza i membri dell’associazione potevano accordarsi su particolari tariffe senza attenersi alle norme previste dall’articolo 81 delTrattato europeo sulla concorrenza.

La Iata in pillole

Compagnie aeree membri: 240 vettori di 126 Paesi, che generano complessivamente il 94% del traffico schedulato
Uffici nel mondo: 84, dislocati in 73 Paesi
Quartier generale: Montreal (Canada)
Executive Office: Ginevra (Svizzera)
Sede in Italia: Roma
Bsp mondiale 2007: 218 miliardi di dollari
Bsp Italia 2007 – biglietteria nazionale: 877.256.300 euro, pari a –8,1% rispetto al 2006.
Bsp Iata 2007 – biglietteria internazionale: 3.516.671.700 euro, con un incremento del 4,2% rispetto al 2006.

 

Testo di Arianna De Nittis, Mission N. 2, marzo 2008

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