Un volo Air India diretto a Londra Gatwick è precipitato pochi istanti dopo il decollo dall’aeroporto di Ahmedabad, nell’India occidentale, provocando una delle più gravi tragedie aeree degli ultimi anni.
L’incidente è avvenuto mercoledì 12 giugno, appena un minuto dopo la partenza del Boeing 787 Dreamliner, utilizzato per rotte a lungo raggio. A bordo si trovavano 242 persone: 230 passeggeri e 12 membri dell’equipaggio. Secondo le prime informazioni, ci sarebbero oltre 290 vittime, includendo anche alcune persone a terra. Solo un passeggero sarebbe sopravvissuto.
Incidente Air India: la dinamica
L’aereo ha iniziato a perdere quota subito dopo il decollo, schiantandosi contro alcuni edifici residenziali nei pressi della facoltà di medicina della città. Il sito di tracciamento Flightradar24 ha rilevato che il segnale del velivolo è scomparso alle 13:38:51 ora locale (le 10:08:51 in Italia), quando il jet volava a 322 km/h. Un video diffuso online — non ancora verificato in modo indipendente — mostra il velivolo in difficoltà durante la salita, prima di impattare contro le abitazioni e prendere fuoco.
Si indagano le cause: guasto tecnico o errore umano
Le autorità indiane stanno analizzando diverse piste, escludendo per il momento un impatto con volatili (birdstrike). Si indaga su un possibile guasto meccanico, in particolare al sistema idraulico o ai flap — le superfici mobili delle ali che assistono il decollo — che, secondo le prime analisi video, non sarebbero stati nella posizione corretta. L’attenzione si concentra anche sulla breve corsa di decollo, pari a soli 1.900 metri, ritenuta insufficiente per un aereo di quelle dimensioni.
La Direzione Generale dell’Aviazione Civile indiana (DGCA) ha confermato che il controllo del traffico aereo ha ricevuto una chiamata di emergenza dall’equipaggio prima che le comunicazioni si interrompessero. Il volo era guidato dal comandante Sumeet Sabharwal, con 8.200 ore di volo all’attivo, affiancato dal primo ufficiale Clive Kundar, con 1.100 ore di esperienza.
L’unico sopravvissuto all’incidente di Air India
Secondo i media locali, l’unico superstite sarebbe Vishwash Kumar Ramesh, 40 anni, cittadino britannico di origini indiane, seduto al posto 11A. Viaggiava con il fratello Ajay, 45 anni, deceduto nello schianto. «Trenta secondi dopo il decollo abbiamo sentito un forte rumore, poi l’impatto. È successo tutto così in fretta», ha raccontato al Hindustan Times. Ramesh ha riportato ferite agli occhi, al petto e ai piedi.
Gli altri passeggeri
Secondo l’agenzia Reuters, i passeggeri erano di diverse nazionalità: 169 indiani, 53 britannici, 7 portoghesi e 1 canadese. Le autorità non hanno ancora pubblicato l’elenco ufficiale delle vittime.
Un duro colpo per Air India
Un team investigativo composto da rappresentanti dell’NTSB (l’agenzia statunitense per la sicurezza dei trasporti), Boeing e del produttore dei motori del Dreamliner si recherà in India per collaborare alle indagini. Il Boeing 787 è uno degli aerei più usati al mondo per le rotte intercontinentali. L’incidente rappresenta un duro colpo anche per Air India, recentemente acquisita dal gruppo Tata e al centro di un ambizioso piano di rilancio con estensione in Europa.