Delta Air Curcio

Delta Air Lines parla italiano: con Matteo Curcio [intervista]

Il nuovo responsabile della grande compagnia americana, spiega i punti chiave del successo di Delta e alcune opzioni per chi viaggia tra Stati Uniti e Bel Paese: intervista a Matteo Curcio

Non lo si darebbe per scontato, che il numero uno in mercati tra i più importanti al mondo, di Delta Air Lines, sia un italiano: da luglio Matteo Curcio è il nuovo Senior Vice President Delta per Europa, Medio Oriente, Africa e India.

Vi abbiamo da poco scritto, dei record Delta e delle novità in ottica 2024, soprattutto in termini di servizio per l’Italia: con Napoli, Venezia e quel +14% di voli puntando al milione di passeggeri.

Da Parigi, dove lavora, Curcio è venuto a presentare le attività Delta a Milano, inaugurando mediaticamente la propria gestione di fronte ai giornalisti, argomentando elementi utili per chi viaggia tra Italia e Stati Uniti.

Dove è Delta oggi: numeri e target

Una compagnia “assolutamente top” come direbbero alcuni: puntuale e profittevole, ovvero tutto quanto serve ma non è facile, nel settore. Lo dicono i molti esempi “difficili” di certe note compagnie, che stridono di fronte a Delta: la più premiata d’America e non solo, vedendo anche IMA e EMA 2023.

Tornata più forte dopo la pandemia, con 100mila dipendenti, oltre 800 aerei per oltre 4.000 voli giornalieri. Da un lato la cura del passeggero, dall’altra quella degli impiegati, spiega Curcio e di conseguenza anche quella degli azionisti. Per un legame virtuoso.

Delta Air Curcio

Ma chi sono questi passeggeri? Quelli con reddito elevato, per il 75% della spesa in viaggi aerei. Quelli che vogliono esperienze e viaggiare, non oggetti da accumulare. Quelli che colmano il gap del post-covid, che secondo le stime Delta è ancora di parecchie centinaia di milioni, non spesi, rispetto al trend storico.

La compagnia è concentrata sul turismo internazionale, in ascesa, con quello corporate ancora all’80% circa del 2019. Dopo un’estate record per i voli e i ricavi, Delta si posiziona come prima o seconda in quasi tutti i maggiori aeroporti americani: New York, Los Angeles, ovviamente Atlanta. La cosiddetta Joint Venture transatlantica, con Klm, Air France e Virgin Atlantic, è una forza che collega soprattutto USA ed Europa, per un quarto dei viaggi tra i due continenti.

Sono quattro, i livelli per ogni volo internazionale: One, Premium select, Comfort+ e Main cabin. Grazie ai 12 miliardi di investimenti conclusi prima, per il “fermo covid”, Delta vanta nuove Lounge premium, servizi come il WiFi libero di massima prestazione e le potenti partnership, con American Express e Starbucks, per esempio.

Intervista a Matteo Curcio di Delta Air Lines

«Il trasporto, come il nostro, unisce il mondo e questo serve molto oggi» afferma Curcio, che non si sbilancia su ulteriori destinazioni servibili da Delta in futuro nel Bel Paese (altre città, magari isole) o sulle collaborazioni ancora in essere con Ita.

Per quali motivi una tipica PMI italiana, con il proprio travel manager, dovrebbe scegliere Delta, oggi, nei suoi primi voli internazionali?

«Quello che ci differenzia sono gli aspetti fondamentali. La customer service, con la capacità di offrire servizi affidabili, dove i tempi sono costi: la migliore connettività, sicurezza di arrivo, i bagagli. Poi l’esperienza sempre più attenta alle esigenze, con vari tipi di servizi a bordo, di tariffe e strumenti, come la flessibilità o il rimborso. Lavoreremo per un offerta sempre più completa e accessibile per le imprese».

Delta Air Curcio

Vuole dire sempre più digitalizzazione.

«Sì, ma anche merchandising e costruzione di pacchetti prodotto che abbiano senso per le necessità delle imprese. Siamo in una fase entusiasmante. Se pensiamo a dove era prima il prodotto, con due sole classi e dove siamo oggi, dove andremo. Sono molto  entusiasta. Poi il nostro servizio dal punto di vista umano, con la passione per il passeggero e il servizio caloroso, che viene dalla parte sud dell’America».

Come si evolve il tasso di fedeltà, di questi tempi?

«E’ elevatissimo, il programma Sky miles è il primo al mondo, pur se disegnato da un format americano. Con partnership che sono fortissime ovunque: la carta American Express Delta per esempio è la più usata al mondo proprio perché deriva dai nostri molti clienti. In questo senso è molto importante, la fidelizzazione. Con il free WiFi e tutte le personalizzazione che deriveranno, la conoscenza reciproca, la nostra app. Dobbiamo essere in grado di dire scusa a chi sale a bordo se la volta prima ha avuto un ritardo».

Quali sono gli elementi più rilevanti, le sfide, per voi da perseguire nei viaggi aziendali, in questo momento?

«La sostenibilità in assoluto è sempre più importante, da sviluppare per arrivare ai risultati che vogliamo. Un passaggio per tutti, non solo le compagnie, che rimane nei prossimi anni.

Poi, il traffico internazionale continuerà a crescere nonostante le perturbazioni. Il mondo sta diventando più piccolo, per la connettività. Anche se cambia come viaggia il corporate: meno frequenze di breve (es. Atlanta New York) per trasferte superflue, ma più viaggi di tra quattro giorni, con la combinazione di lavoro e piacere. Per questo secondo aspetto, cambiamo secondo le esigenze, ad esempio spostiamo le capacità su giorni diversi della settimana, rispetto al passato. Cambiamo le offerte di prezzo secondo le fasce per il Bleisure. I passeggeri corporate prenotano prima ora, adattiamo le curve alla domanda anticipata».

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L’avere un responsabile italiano, porterà qualcosa in più a chi viaggia sul nostro Paese, con Delta?

«Sicuramente una simpatia personale per l’Italia. È il mercato che detta dove voleremo. I collegamenti sono quelli da poco annunciati, estesi. L’Italia ha dei buonissimi tassi di crescita con il mercato turistico americano e questo ci da forza di crescita».

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