Identità digitale

L’identità digitale atterra in aeroporto: così si viaggia sicuri con la pandemia

Un grande passo verso l’utilizzo dell’identità digitale in aeroporto. Questo quanto messo in campo da Sita, fornitore di tecnologia per l’industria del trasporto aereo. Una identità che è già presente nella pubblica amministrazione con lo Spid (sistema pubblico di identità digitale) e permette ai cittadini di accedere a vari servizi.

Sita ha siglato un accordo con Nec Corporation, azienda attiva nell’integrazione di tecnologie IT. Obiettivo: sviluppare soluzioni che usino l’identità digitale per rendere veloce e sicuro ai passeggeri il transito in aeroporto. Importante soprattutto durante la pandemia. Elevato l’interesse di gestori aeroportuali e delle compagnie aeree, alla ricerca di tecnologie “low touch” per gestire i flussi. Oltre che per ottemperare alle indicazioni di Airports Council International e Iata, 2 fra i maggiori organismi che guidano il trasporto aereo mondiale.

L’accordo renderà fattibili le operazioni effettuate con smartphone in modalità touchless.

Le soluzioni, che si baseranno sulla piattaforma di gestione delle identità I:Delight di Nec e su Sita Smart Path e Sita Flex, consentiranno ai passeggeri di usare la propria identità digitale – conservata sullo smartphone – a ogni fase del viaggio.

Si potrà fare il check in, effettuare pagamenti, imbarcare il bagaglio, superare i controlli di sicurezza, di immigrazione e imbarco con una scansione facciale biometrica.

Identità digitale: i commenti degli addetti ai lavori

Sita e Nec sfrutteranno la loro presenza globale sul mercato e le tecnologie di intelligenza artificiale. La piattaforma I:Delight permette ai passeggeri che scelgono di usare il servizio di essere identificati anche quando sono in movimento.

Soddisfatta Barbara Dalibard, Ceo di Sita: «Nec è un partner forte. Insieme siamo in grado di offrire ad aeroporti e compagnie aeree nostri clienti un viaggio automatizzato e senza intoppi. Sappiamo che i passeggeri apprezzano i vantaggi del self service: sfruttando la nostra presenza in più di 460 aeroporti in tutto il mondo e la tecnologia di gestione delle identità di Nec, siamo in grado di fornire un’esperienza unica ed efficiente nello scalo».

Masakazu Yamashina, executive vice president di Nec, ha aggiunto: «Nec I:Delight sfrutta la biometria per offrire al passeggero un’esperienza unificata. Con una vasta gamma di servizi».

Raffie Beroukhim, chief experience Officer di Nec Corporation of America, ha affermato: «La partnership con Sita ci darà l’opportunità di sviluppare e implementare le piattaforme più avanzate negli aeroporti di tutto il mondo, contribuendo a digitalizzare il settore aereo».

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L’identità digitale? Non solo in aeroporto

Intanto Sita accelera il percorso per lo sviluppo di un’identità digitale utilizzabile “a vita” e non più valida solo per un singolo viaggio. Insomma: un’identità digitale per ogni persona, organizzazione o cosa, valida per sempre. E che consenta al titolare di presentare credenziali verificabili con la tutela della privacy.

Le nuove credenziali “digitali” potranno sostituirsi a documenti come passaporto, biglietto aereo o, semplicemente, la tessera di iscrizione alla biblioteca.

Con Smart Path, Sita semplifica le partenze con l’uso di un singolo token biometrico. In pratica: il volto di un passeggero diventa il suo passaporto, da mostrare a ogni step del percorso in aeroporto. Dal check in all’imbarco.

La tecnologia allo studio, nei prossimi anni porterà all’integrazione di Smart Path con la self sovereign identity, che fa sì che il controllo dell’identità sia decentralizzata e torni nelle mani dell’utente. Che potrà di volta in volta “mostrarla” a governi, aeroporti o compagnie aeree (e non solo).

Gustavo Pina, direttore di Sita Lab, lancia uno sguardo al futuro. «Nei prossimi anni prevediamo che un’identità digitale sostituisca il passaporto digitale. I passeggeri manterranno il pieno controllo sulla propria identità, fornendo dati processabili e verificati solo a soggetti competenti, come le agenzie di controllo delle frontiere. I vantaggi? La possibilità di riprogettare gli spazi per incrementare la produttività».

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