Veicoli connessi privacy

Veicoli connessi, il settore dell’auto richiede leggi ad hoc per tutela della privacy

Manca una legislazione specifica a tutela della privacy per disciplinare l’utilizzo dei dati contenuti nei veicoli connessi. A lanciare l’allarme è la Federazione internazionale dell’automobile (Fia) che ha rimarcato l’urgenza di leggi appropriate.

Con attenzione particolare alla protezione e alla sicurezza dei dati.

Il 91% dei consumatori ritiene di rimanere in possesso dei dati generati dal veicolo, ma l’85% afferma di non avere alcun controllo su di essi. Inoltre, il 78% asserisce di non aver dato il consenso al trattamento di questi.

La mancanza di chiarezza che i consumatori soffrono rispetto ai propri dati condivisi con il veicolo, e il loro potenziale uso improprio, rappresenta una minaccia per la sicurezza informatica. Oltre che una violazione del regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr).

«È necessaria una legislazione specifica per l’industria automobilistica poiché si prevede che il numero di veicoli connessi aumenterà», recita la nota della Fia. «L’attuale Gdpr non è così olistico da coprire tutti gli aspetti all’interno dell’industria dei motori».

Uno studio della Fia mostra che l’inasprimento dell’accesso ai dati da parte dei fornitori di tecnologie e costruttori potrebbe causare ai fornitori di servizi indipendenti e ai consumatori perdite per 65 miliardi l’anno entro il 2030.

Il dibattito è in una fase cruciale.

Il 23 febbraio prossimo, la Commissione europea dovrebbe adottare una proposta di “Data Act” per facilitare l’accesso e l’utilizzo dei dati. Una solida legislazione sull’accesso alle informazioni a bordo delle tecnologie di connettività è essenziale.

E lo è per due motivi: per mettere il consumatore “al posto di guida” dei flussi di dati del proprio veicolo e per garantire nel contempo concorrenza e innovazione del mercato.

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Veicoli connessi, gli utenti devono essere consapevoli

Secondo la Fia, i consumatori devono essere consapevoli del tipo di informazioni prodotte dai loro mezzi di trasporto.

Oltre a dover conoscere lo scopo e con chi vengono condivisi tali dati.

Questi ultimi possono includere informazioni operative su velocità o posizione. Ma anche sulla manutenzione, sui livelli dell’olio, sul comportamento dei conducenti alla guida come velocità o distanze percorse. Addirittura anche dettagli personali degli utenti come nome, contatto e dettagli finanziari condivisi con il sistema operativo dell’infotainment e molto altro.

«Il nostro studio conferma ancora una volta che gli europei non sono sufficientemente responsabili per quanto riguarda i dati che generano durante la guida. È urgente un quadro giuridico solido, che consenta un accesso equo, basato sul consenso informato dei consumatori», così Laurianne Krid, direttrice generale della Fia per la Regione I.

«Chiediamo alla Commissione di legiferare al più presto su questo tema specifico. Anche perché stiamo vedendo che i produttori di software talvolta sono restii a fornire le innovazioni di cui gli europei hanno bisogno per i loro veicoli connessi».

Sebbene la Fia riconosca il valore dei dati del veicolo nella manutenzione dell’auto, nell’efficienza del carburante e persino nella sicurezza dei conducenti, è ancora necessaria una regolamentazione che riduca i rischi di uso improprio delle informazioni.

I consumatori dovrebbero essere meglio informati dei loro diritti alla privacy.

In particolare, per quanto riguarda l’elaborazione o la rivendita dei dati per la monetizzazione nella pubblicità digitale. Ciò può creare gravi ripercussioni sulla vita privata e professionale degli utenti a loro insaputa a causa della mancanza di chiarezza.

Una tecnologia di tutela esiste già

In realtà, una tecnologia di tutela degli utenti e dei loro veicoli connessi è già disponibile tramite la piattaforma S-Otp, acronimo che sta per Secure on board telematics platform.

È una soluzione che garantisce una vera scelta del consumatore.

Il tutto in linea con gli obiettivi delle istituzioni europee di promuovere l’innovazione e al tempo stesso tutelare la privacy. Inoltre, l’S-Otp garantirebbe sicurezza informatica e un’equa ripartizione delle responsabilità.

«Non c’è tempo da perdere. La Fia chiede alla Commissione europea di proporre urgentemente una legislazione specifica per il settore. Chiede inoltre che la soluzione S-Otp sia introdotta come piattaforma a beneficio dei consumatori e della società in generale», conclude la Federazione.

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