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I piani di Radisson Hotel Group con Chema Basterrechea

Radisson Hotel Group annuncia ambiziosi piani sull’Italia: 10 hotel tra il 2020 e il 2021, che l’executive VP Chema Basterrechea, manager spagnolo noto nel Belpaese e con forti relazioni, spera di portare a 20 nel 2022. L’occasione d’incontrarlo all’inaugurazione del Radisson Blu di Milano, ieri sera, è stata favorevole a conoscere i progetti di sviluppo della catena, dal 2018 controllata dal gruppo cinese Jin Jiang International in collaborazione con Sino-Cee Fund.

«Il focus oggi è il restyling del Radisson Blu a Milano, albergo a vocazione d’affari, strategicamente posizionato per rispondere alla domanda dei business traveller che optano per la prossimità al centro congressi MiCo, a Rho Fiera, all’aeroporto di Malpensa e diverse altre strutture Mice», esordisce.

Radisson Hotel Group, i piani per l’Italia

Ma i piani sono molto ambiziosi e dopo la ristrutturazione dell’hotel da 250 camere, il Radisson Blu di via Villapizzone rappresenta il via libera per approfondire sulla pipeline tricolore. Un focus che con l’arrivo di Basterrechea – da un anno e mezzo – acquista in rilevanza, con il benestare della proprietà cinese che nell’Italia vede ampie possibilità.

L’inaugurazione del Radisson Blu Milano, completamente rinnovato

«Il progetto più importate è naturalmente l’albergo che sorgerà nella sede del Touring Club Italiano – continua -: 89 camere per la linea Collection che come sapete in Radisson significa affordable luxury. La libreria su strada rimarrà, avrà anche un ristorante, sarà uno spazio comune. Manterremo l’heritage culturale dell’istituzione TCI. In gennaio mostreremo a prima camera campione».

Le altre strutture sono previste nuovamente a Venezia, in una ex sede Tim, ancora a Milano in via Santa Sofia, mentre a Roma è già aperto Palazzo Montemartini Rome con 89 camere.

«Spero di potere annunciare presto altre 4 strutture appena firmeremo i contratti: puntiamo molto sull’Italia con un modello operativo più efficiente, vorremo diventare tra gli operatori alberghieri primari, in grado di generare un Gop più alto del mercato», aggiunge il manager.

Valori economici

Negli ultimi tre anni il gross operating profit della catena è aumentato del 3,5%. Sono 1300 le strutture nel mondo, solamente 55 in affitto e l’Italia è il Paese con la quota più alta. Il piano industriale di sviluppo è del 2017 ed è proiettato a cinque anni. L’obiettivo è di valorizzare di due punti percentuali e mezzo l’Ebitda.

Tra le destinazioni dei viaggi d’affari, Radisson Hotel Group vede una forte presenza in Africa con 40 alberghi, in Arabia Saudita con altrettante e prospettive di ampliamento vista l’apertura del Paese al turismo internazionale, in Turchia ha 27 alberghi.

La Cina che compra catene internazionali

Il gruppo cinese Jin Jiang è uno degli ormai diversi che investe nell’acquisizione di catene alberghiere internazionali. Suo il controllo anche di Louvre Hotels. Il Radisson Blu Hotel a Francoforte è stata la prima proprietà aperta in co-branding nell’estate 2019.

Un altro gruppo cinese che si è messo in luce nel take over di una rete alberghiera europea è Huazhu, acquisendo la società tedesca Steigenberger Hotels Aktiengesellschaft (Deutsche Hospitality), per 700 milioni di euro. La holding detiene il 12,3% di Accor ed è master franchisee dei brand MercureIbis e Ibis Styles, oltre ad essere co-sviluppatore dei marchi Grand Mercure e Novotel nella regione della Grande Cina.

Infine, non dimentichiamo il Gruppo Fosun già investitore in Club Med e nel fallito Thomas Cook di cui è finito per rilevare il marchio al prezzo di meno di 13 milioni di euro. Che per il più antico gruppo turistico al mondo suona un po’ come un bluff.

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