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Testo Unico Sicurezza Lavoro: un protocollo in 8 azioni da International Sos

Il Testo Unico sulla Sicurezza del lavoro balza in primo piano per le aziende alla ripresa delle attività dopo il lockdown. Come noto si tratta di un documento che prende vita dal Decreto legislativo del 9 aprile 2008, aggiornato periodicamente. L’ultima versione vede l’aggiunta di alcuni interpelli del 2019 e altre norme, ed è stato rilasciato a gennaio (potete scaricarlo qui). Il tema della sicurezza e della salute dei dipendenti assume un rilievo peculiare durante un’emergenza sanitaria e International Sos, multinazionale che fornisce assistenza medica e servizi sanitari e di security, ha reso pubblico un protocollo che schematizza le azioni per favorire un ritorno al lavoro «sicuro, sostenibile e in linea con i necessari adempimenti legali».

Le organizzazioni che implementeranno misure corrette avranno maggiori possibilità di una ripresa efficiente.

Spiega Francesca Viliani, direttrice della divisione public health: «Le organizzazioni stanno affrontando sfide senza precedenti su più fronti. Per garantire la sostenibilità delle operazioni devono salvaguardare la sicurezza e il benessere dei propri dipendenti durante il ritorno al lavoro. Qualsiasi misura non implementata potrebbe tradursi in un passo indietro rispetto al successo della ripresa delle attività lavorative nei confronti del Covid-19 ma anche portare a conseguenze legali e procedimenti giudiziari».

Non sono remoti i rischi e le conseguenze, anche penali, derivanti dalla mancata attuazione dei requisiti normativi richiesti dalla normativa della responsabilità del datore di lavoro contenuta nel Testo Unico salute e sicurezza.

Testo Unico Sicurezza Lavoro: protocollo International Sos

Il protocollo elaborato da International Sos si chiama Worksafe. E’ composto da 8 misure fondamentali da attuare per riprendere le attività e limitare i rischi legali per l’impresa. Sono espressi in lingua inglese, vediamoli uno per uno.

Workspace environment (ambiente lavorativo): prendere in considerazione lo screening e la suddivisione in zone. Barriere e protocolli di pulizia. Ventilazione, accesso e fornitura di apparecchiature Dpi (dispositivi idonei) e IT dove necessario.

Operations (operazioni): isolamento, misure igieniche essenziali, adeguate misure sanitarie e mediche; questionari relativi alla salute e supporto alla salute fisica e mentale.

Regulation (normative): policy monitorate in linea con le norme governative che garantiscano la piena copertura delle esigenze mediche, tra cui la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro e durante gli spostamenti.

Knowledge (conoscenza): comprensione dei più recenti requisiti relativi a quarantena e trasporti, nonché dei certificati medici. Capacità di rintracciare e attuare la quarantena in modo tempestivo. Conoscenza e rispetto della legge sulla privacy.

Informare il personale sulle nuove minacce emergenti

Social distancing (distanziamento sociale): limitare il numero di collaboratori presso i luoghi di lavoro. Pianificare gli spazi, orari e giorni a turni scaglionati. E la possibilità di proseguire l’attività con modalità di lavoro flessibile o a distanza.

Alert (allerta): impostare metodi automatizzati per essere avvisati relativamente alle minacce emergenti. Ad esempio, nuovi cluster locali di contagio, seconde ondate e rischi per la sicurezza, inclusi disordini o manifestazioni.

Fortify (fortificare): siglare partnership con esperti di malattie infettive per avere consulenze accurata e tempestive.

Empowering employees (responsabilizzazione dei dipendenti): la comunicazione e la formazione sono fondamentali per fornire nuove disposizioni e policy sui luoghi di lavoro. Il coinvolgimento del top management e la definizione dei ruoli sono aspetti fondamentali, così come disporre di procedure definite in caso di reclami e lamentele.

Approfondisci sul sito del Ministero delle politiche sociali con la circolare che stabilisce la responsabilità del datore di lavoro in caso di contagio da Coronavirus sul posto di lavoro.

Responsabilità del datore di lavoro

«Sebbene nessuno sia in grado di garantire la prevenzione assoluta di una diffusione dell’infezione – conclude Viliani – le misure precauzionali che abbiamo suggerito permetteranno di minimizzare i rischi e di essere in linea con i requisiti normativi legati al duty of care (responsabilità del datore di lavoro) e di promuovere la resilienza dei propri collaboratori».

Continua: «A prescindere da quali siano le circostanze specifiche, che si tratti di un ufficio, una fabbrica o di una piattaforma petrolifera, la preparazione e la possibilità di agire in modo continuativo attingendo alle informazioni più aggiornate sono essenziali per individuare possibili minacce, mitigare i rischi e, se necessario, fornire soluzioni e risposte in tempi rapidi. Prendere in considerazione le linee guida governative e valutare ciò che è necessario per i propri collaboratori, sia da un punto di vista logistico sia di personale, al fine di garantire una ripresa in totale sicurezza, implicherà un impegno non da poco per molte aziende».

Approfondisci in questo articolo sull’importanza di un piano di business continuity durante una emergenza.

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