Eco-hotel: il pianeta ringrazia

Oggi tra i criteri adottati dalle aziende nella scelta dei fornitori di servizi di viaggio compare anche la sostenibilità ambientale. L’attenzione è rivolta soprattutto ai mezzi di trasporto, maggiormente responsabili delle emissioni di CO2, ma sempre più spesso si estende anche alle strutture alberghiere. Per rispondere a questa tendenza, le catene alberghiere mettono in pratica iniziative “green” che prevedono il risparmio energetico e dell’acqua, la raccolta differenziata  dei rifiuti, l’utilizzo di materiali ecocompatibili e l’adozione di procedure rispettose nei confronti dell’ambiente.

Via col verde
Quella della struttura ricettiva rispettosa dell’ambiente è una strada percorsa già da tempo. Ne sono testimonianza nomi come The Green KeySmart Voyager o EarthCheck, tutti marchi di certificazione ambientale concepiti per il settore dei viaggi e del turismo. Riconosciuti a livello internazionale, vantano affiliati in tutto il mondo (1.500 per Green Key, 1.300 per Earth Check), tra cui molti alberghi di alto e altissimo livello, spesso facenti parti di grandi catene come Novotel, InterContinental, Radisson e così via. Nel nord Europa, in particolare, l’argomento è molto sentito, mentre in Italia la sensibilità per i temi ambientali stenta ancora ad affermarsi definitivamente anche se, come dicevamo all’inizio, pare che le cose stiano cambiando anche da noi. Legambiente, ad esempio, tramite la sua etichetta Legambiente Turismo, certifica che le 400 strutture che aderenti differenziano la raccolta dei rifiuti, risparmiano acqua e mettono in atto politiche rispettose nei confronti dell’ambiente. Più recente la storia di EcoWorld Hotel, un marchio che raggruppa strutture ricettive eco-sostenibili come alberghi e bed&breakfast e che consente, sul suo sito, la prenotazione on line (www.ecoworldhotel.com).

Come le foglie
Ma se fin qui, con Legambiente e EcoWorld Hotel, parliamo di un mondo più attinente al turismo leisure che al turismo business (per le caratteristiche stesse delle strutture più spesso coinvolte in questo tipo di certificazioni), del tutto calzante con il business travel è invece la notizia della nuova esperienza di Best Western Italia, 180 hotel in 120 destinazioni, che ha appena annunciato di aver portato avanti un importante progetto, realizzato in partnership con LifeGate, con l’obiettivo dichiarato di ridurre le emissioni di CO2 della catena del 20% entro due anni. LifeGate, ente terzo e super partes, ha fornito lo strumento utilizzato da Best Western per mettere in atto questo progetto, battezzato non a caso Stay For the Planet. In poche parole si tratta di un sistema di valutazione basato sull’analisi dei servizi e delle dotazioni alberghiere che analizza cinque parametri (energia, acqua, rifiuti, acquisti e comportamenti). Circa il 50% delle strutture Best Western in Italia si sono prestate volontariamente a questa analisi che non solo ha generato un rating (punteggio da 1 a 5) utile alla catena e all’albergatore per fotografare il proprio impatto, ma che è anche in grado di fornire indicazioni utili a diminuire costi e sprechi. Lo stesso rating inoltre è stato trasformato in un simbolo grafico facilmente individuabile anche dalla clientela: una graziosa foglia verde. Gli alberghi più efficienti hanno 5 foglie e queste ultime compariranno su tutta la comunicazione e sui siti degli alberghi per indicare l’ecosostenibilità di ogni struttura: scorrendo l’elenco si scorgono vere eccellenze anche in alberghi tipicamente business, come il Best Western Plus Quid Venice Airport.
«Non avevamo mai lavorato per il settore dell’hôtellerie, e non è stato facile creare una base di analisi per gli alberghi – afferma Simone Molteni, direttore scientifico di LifeGate -, ma la sfida è stata proprio quella di creare uno strumento efficace e allo stesso tempo semplice da utilizzare per gli albergatori». Ma la cosa ancora più interessante è che per entrambe le realtà si tratta di un punto di partenza: per LifeGate che con Stay for the Planet si propone su un nuovo mercato (lo strumento è infatti a disposizione di tutti gli alberghi e le catene che lo vogliano utilizzare) e per Best Western che ne ha fatto un punto di partenza, anche per gli alberghi già certificati che si sono impegnati d’ora in poi a utilizzare energie rinnovabili, coinvolgere i dipendenti in corsi di formazione dedicati, comunicare le politiche di ecosostenibilità per sensibilizzare i clienti, richiedere ai fornitori di rispettare determinati standard. Alcune strutture hanno introdotto la figura dell’energy manager che si occupa del controllo dei consumi energetici dell’hotel, altre hanno dotato la struttura di pannelli solari e di caldaie a compensazione che abbattono i consumi del 20%. «L’impegno non è solo a livello di board, di mission come catena e di singolo imprenditore, ma anche il cliente è invitato a fare la sua parte: a effettuare la raccolta differenziata laddove possibile, a spegnere il televisore, a chiedere di non effettuare ogni giorno il cambio delle lenzuola o degli asciugamani, a non sprecare acqua e tanti altri piccoli-grandi accorgimenti che, messi insieme e moltiplicati, vogliono dire molto» conclude Giovanna Manzi, CEO di Best Western Italia.

Tutti per l’ambiente
Ma certo non è solo Best Western a essere impegnata su questo fronte: tra i big, Hilton Worldwide include la misurazione della sostenibilità tra gli standard dei propri marchi e ha recentemente ottenuto le certificazioni ISO 9001 e ISO 14001 per la gestione degli aspetti ambientali e quelli relativi alla qualità. La catena si è inoltre impegnata per 5 anni, dal 2009 al 2014, a ridurre del 20% il consumo energetico, le emissioni di CO2 e dei rifiuti, e del 10% il consumo d’acqua, realizzando anche importanti risparmi di costi di gestione. Anche NH Hotels si è lanciata in questa battaglia, vincendo qualche mese fa  il TRI Award, riconoscimento ideato per premiare aziende e istituzioni che si impegnino a favore della sostenibilità ambientale, organizzato dal Cetri (Circolo europeo per la terza rivoluzione industriale). Tra le misure adottate dagli alberghi NH vi sono il riciclo dei rifiuti, l’uso di materiali biologici e di sensori nelle camere che attivano il riscaldamento o il condizionamento. Tutto ciò si traduce, peraltro, in un modello di business che, riducendo i costi, riesce ad abbassare anche le tariffe.
Non sono solo le grandi catene ad affrontare questi argomenti: un esempio è l’Hotel Milano Scala,  inaugurato a settembre del 2010, albergo eco-chic ad emissioni zero, il primo a Milano. La struttura si avvale infatti di un sistema di produzione di energia elettrica che non rilascia CO2 nell’atmosfera; i muri inoltre sono stati realizzati in modo da eliminare le dispersioni di calore, l’illuminazione delle camere e delle aree comuni è a Led, i prodotti cortesia sono totalmente biodegradabili, vi è un limitato uso della plastica, la carta è certificata FSC. “In a country where green directives are not yet widespread, it proves that Milan is, once again, on the cutting edge”: così si chiude un trafiletto dedicato all’hotel sul New York Times. La strada da percorrere in Italia è ancora lunga, anche se i segnali che portano nella direzione giusta non mancano.

Gli ingredienti giusti
Si chiama Daniele Menichini ed è un architetto specializzato nella progettazione di camere green. A lui si deve la progettazione del quattro stelle Ai Cadelach, ai piedi delle Prealpi bellunesi, una struttura realizzata con materiali ecocompatibili e pannelli solari. Gli abbiamo chiesto come si fa a costruire o a ristrutturare un albergo per renderlo “sostenibile”. «Progettare un albergo “verde” non è una questione di moda, ma una scelta che deve essere consapevole perché fondata su basi che partono dalla struttura e passano per l’impiantistica, dai materiali e arrivano ovunque, fino alla ricerca di prodotti certificati». E cosa caratterizza una camera verde? «I pavimenti devono essere in legno o gres che nascondano i pannelli del riscaldamento a pannelli solari, le vernici utilizzate per i mobili a bassa emissione di formaldeide, gli imbottiti realizzati con schiume derivanti dalla soia, da tessuti bioattivi, da corpi illuminanti a basso consumo e da impiantistiche e domotica basate sulla ricerca di minori dispersioni ed elevato rendimento». Il pianeta ringrazia.

Testo di Antonella Andretta, Mission n. 3, maggio 2012

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