Byd torna a scuotere il mercato globale dell’auto elettrica con un colpo che ha il sapore di una rivoluzione commerciale. Con una mossa aggressiva, il colosso cinese ha annunciato tagli di prezzo fino al 34% su oltre 20 modelli tra veicoli elettrici e ibridi plug-in, in alcuni mercati.
La risposta delle Borse è stata immediata: nella seduta di lunedì, il titolo BYD ha perso l’8,6%, trascinando al ribasso anche Geely (-9,5%), Li Auto (-3,2%) e Xpeng (-4,4%). Da rilevare che comunque, a oggi, gli ultimi sei mesi del titolo tracciano un +32% a Shangai.
Dietro la decisione, una strategia chiara: difendere e conquistare quote di mercato, anche a costo di erodere i margini. Un piano offensivo nel mercato interno cinese, oggi saturo e ipercompetitivo, ma che ha effetti ben oltre i confini nazionali.
BYD scatena una guerra al ribasso
A guidare la carica è la Seagull, una city car 100% elettrica proposta ora all’equivalente di meno di 6.800 euro, in Cina. Ma il ribasso più eclatante è sulla Seal 07 plug-in, il cui prezzo scende di oltre 53.000 yuan, più del 30%. Con questa mossa, BYD mira ad aumentare le consegne del 20-30% già nel secondo trimestre, secondo le stime di Citi.
Ma il prezzo da pagare si misura anche in redditività: il margine netto per veicolo si attesta a 9.000 yuan, ben al di sotto delle attese. Un dato che solleva interrogativi sulla sostenibilità del modello, che pure beneficia di un’integrazione verticale ineguagliata nel settore (dalla produzione delle batterie ai software di bordo).
Reazioni a catena e preoccupazioni interne
Il taglio dei prezzi ha innescato un effetto domino tra i costruttori cinesi. Changan e Leapmotor hanno già risposto con offerte simili. Una dinamica che, secondo la China Automobile Dealers Association, rischia di degenerare in una “rat race”, una corsa al ribasso senza logica industriale.
Le autorità cinesi osservano con crescente preoccupazione. La Commissione per lo sviluppo (NDRC) ha definito il fenomeno «una concorrenza malsana» e ha annunciato futuri interventi regolatori per limitare i danni sistemici.
Non mancano i toni d’allarme. Wei Jianjun, presidente di Great Wall Motors, ha paragonato la situazione del comparto a quella vissuta da Evergrande nel settore immobiliare, parlando apertamente di una bolla. I ribassi eccessivi, ha denunciato, «sacrificano sicurezza e qualità in nome del volume», portando a un rischio sistemico anche per i fornitori e l’intera filiera.
BYD sorpassa Tesla in Europa
Ma il terremoto BYD non si ferma alla Cina. In Europa, il sorpasso su Tesla è ormai realtà: ad aprile, secondo Jato Dynamics, BYD ha superato l’azienda di Elon Musk nelle vendite di veicoli elettrici, con un +359% su base annua. Un balzo favorito da prezzi competitivi, rete commerciale in espansione e crescente diffidenza verso Tesla, anche per motivi politici.
Quale futuro per il mercato globale dell’elettrico?
Con margini in calo, prezzi in picchiata e concorrenza feroce, il rischio è una deflazione strutturale del comparto, dove a vincere saranno solo i colossi con strutture finanziarie e produttive capaci di reggere la pressione.
BYD, grazie alla sua filiera integrata, appare avvantaggiata. Ma il vero interrogativo è se il resto del mondo – dall’Europa agli Stati Uniti – sarà in grado di reggere l’urto o se risponderà con barriere, incentivi locali e reshoring produttivo.
In gioco non c’è solo il futuro dell’auto elettrica, ma l’equilibrio dell’intera industria globale e i rapporti commerciali tra le grandi potenze.
Può interessarti anche Analisi del settore auto: in stallo tra dazi, elettrico e usato | Missionline