Citroën arriva prima (di Fiat) sul target, Intervista Laurent Barrià

La gamma “misurata” di nuove Bev Citroen, singolari ma anche semplici e sostenibili per davvero: contrasterà l’avanzata cinese prima di Fiat?

Con l’occasione di lancio mediatico della nuova concept-car elettrica Oli, incontriamo il responsabile globale del Marketing Citroën, Laurent Barrià. La Casa francese è a una svolta, per quanto riguarda non solo l’immagine ma anche la sostanza di gamma, elettrica, che sarà quasi pionieristica in termini di accessibilità made in Europe.

Una strategia che, giustamente, Stellantis ha voluto differente per visione e tendenza rispetto ad altri. Abbiamo toccato con mano la personalissima anteprima di un veicolo di segmento B sostenibile, in tutti i sensi, non solo per le flotte aziendali. Il primo esempio del filone è già la piccola Ami, ora arriva il nuovo modello esibito in forma prototipale.

Cosa rappresenta Oli per Citroën? «E’ la nostra visione del futuro, per aderire davvero alle richieste di sostenibilità non solo con idee e progetti, buoni, come sono quelli di carburanti alternativi e dell’idrogeno, o delle elettriche molto prestanti. Non basta, abbiamo tolto ogni elemento superfluo su questa concept elettrica per renderla davvero accessibile a tutti e fare solo quanto serve, per spostarsi quotidianamente. In strada come soluzione effettiva».

Quindi arriva presto, a che prezzo? «Speriamo sia in produzione entro un paio d’anni, a un prezzo inferiore di quello odierno per auto europee del segmento. Più di ventimila euro, ma ben sotto i trenta, possibilmente venticinquemila».

Cosa pensa Citroën per queste Bev, in uso aziendale? «Quello che vogliamo è utile anche alle aziende: un veicolo con tutto quello che oggi è disponibile, nella tecnologia elettrica, puramente sostenibile in tutto il resto. Molto leggero, come le prime termiche di successo popolare (e forse sarebbero ancora sostenibili, evolute in tal senso, ndr). Fa i chilometri che servono a un’utenza media in città, alla velocità giusta. Costa il giusto, soprattutto dura molto senza pesanti manutenzioni e nemmeno pesi ecologici».

Lunga vita in azienda come certi commerciali? «In questo, per flotte, chi lavora con la futura Oli può ripararla e modificarla a piacere. Anche dismetterla, ma restituircela per ricondizionarla. E farla vivere lunghi anni per chi altri la usi».

Si parla quindi di un valore aggiunto? «Immaginiamo quest’auto costantemente ricondizionata, con parti low-cost in materiale riciclato facili da sostituire e personalizzare ovunque. Dovrà durare più lungo della media, decenni, sostituendo la batteria (medio piccola, ndr) se serve. La potremo ricondizionare internamente, modificarla, tutto made in Europe».

Cosa ne pensate dell’uso in sharing? «È la soluzione sicuramente interessante, che incentiviamo. Il target parte dall’uso singolo, per aderire alle normative, ma serve anche prima ad aziende e noleggi. Per l’efficienza nel tempo con manutenzioni semplici, economiche. In Francia con Ami abbiamo delle mini flotte anche in certe residenze, con Oli si andrà oltre».

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Osservandola, che vuole replicare la carriera del mito 2CV, ne immaginiamo le doti confezionate in stile tricolore di tono diverso: un modello Fiat. Chissà.. Per ora Citroën arriva prima.

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