nuova rivoluzione industriale del coronavirus

Il Coronavirus scatena la conversione industriale

La nuova rivoluzione industriale del Coronavirus porta il nome di conversione. E l’automotive ne è protagonista, considerando che più di un milione di lavoratori europei impiegati nel settore automobilistico in questo momento sono colpiti dall’arresto del settore. Da una parte le fabbriche hanno sospeso la produzione di automobili (ve lo abbiamo scritto qui), dall’altra l’emergenza sanitaria ha innescato quel fenomeno di “riconversione industriale” che la storia del primo Dopoguerra ci ha già consegnato e i libri di storia ci hanno insegnato. Pur in tempi di pace, vediamo come le Case hanno offerto una interpretazione di questo momento storico.

Si parte dal gruppo Volkswagen. In Spagna, a Martorell, dove solitamente viene prodotta la Leon di Seat, dalla catena di montaggio escono respiratori assistiti.

«La modifica di una linea di assemblaggio, che produce il sottotelaio, e la possibilità di trasformarla per produrre i respiratori è stata un duro lavoro in cui sono state coinvolte molte aree dell’azienda. L’abbiamo fatto in tempi record: una settimana», spiega Sergio Arreciado, dell’area Ingegneria di Processi di Seat.

Con gli ingranaggi stampati, l’albero del cambio e il motorino adattato di un tergicristallo ha presso forma il nuovo e utilissimo progetto. L’obiettivo era quello di realizzare respiratori di altissima qualità.

Sono centocinquanta i dipendenti che hanno cambiato il loro ruolo per dedicarsi a questo nuovo assemblaggio. Ogni apparecchio, con oltre 80 componenti elettronici e meccanici, viene sottoposto al controllo di qualità con sterilizzazione a luce ultravioletta.

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Lo stabilimento di Martorell, in Spagna, di SEAT

Nuova rivoluzione industriale del Coronavirus, Skoda fa i respiratori FFP3

In collaborazione con il dipartimento ceco di Informatica, robotica e cibernetica dell’Università di Praga, anche Skoda sta dando il proprio contributo. Infatti, sta sviluppando un processo di stampa 3D per la produzione di mascherine: i così chiamati respiratori classe FFP3, dotati di un filtro sostituibile, garantiscono il più alto grado di protezione.

Il marchio è in grado di produrne 60 pezzi al giorno. Il Governo ceco ha già inviato in Italia anche 10.000 tute protettive e messo a disposizione 200 auto e 150 scooter elettrici ai volontari.

Diverso l’aiuto che sta preventivando la Gran Bretagna per dotarsi delle apparecchiature necessarie al sistema sanitario. Sono corsi ai ripari consorzi di aziende in una vera e propria “Ventilator Challenge UK”. Tra queste presenti Mclaren e Ford.

Mclaren, dal reparto F1, ha messo a disposizione dati ed elettronica per la creazione di nuovi componenti. Un esempio? I carrelli ospedalieri su misura sui quali verranno fissati diversi dispositivi.

Leggi di Mercedes-Benz e della proposta di utilizzare la stampa tridimensionale per realizzare apparecchi medicali.

Ford utilizza le ventole dei sedili dei pick up F-150

Ford, invece si sta adoperando sul fronte respiratori. Negli Stati Uniti ad ogni modo ha già messo a punto una maschera con un sistema per la purificazione dell’aria, destinata a chi lavora in ambienti contaminati.

A creare il flusso d’aria sarebbe la ventola solitamente utilizzata nei sedili del pick up F-150. Coinvolgendo il suo centro stile a sostegno all’industria medica, inoltre, il marchio americano si sta occupando di maschere trasparenti per infermieri e medici.

L’Advanced manufacturing center della Casa, attraverso le sue stampanti 3D, ha pensato pure ad escogitare un equipaggiamento per la protezione delle parti esposte del corpo. Un aiuto a tuttotondo, che potrebbe presto entrare nelle strutture ospedaliere.

DR Auromobiles trasforma le maschere da sub

In Italia, un grosso sostegno sta arrivando dagli stabilimenti di Macchia d’Isernia del brand italiano DR Automobiles. Riconvertito per aiutare nell’emergenza, il costruttore ha saputo trasformare in respiratori artificiali 500 maschere da sub, acquistate da Decathlon. Un’idea che ha spinto il marchio di negozi di attrezzature sportive a regalarne 10mila alle varie Regioni per uso industriale.

Campania e Molise le hanno già spedite alla DR per farle modificare e consegnarle agli ospedali. Attualmente la capacità produttiva è di 30 unità al giorno, che diventerà di 100 entro pochi giorni.

Lamborghini realizza maschere chirurgiche per l’Ospedale Sant’Orsola di Bologna

Più a Nord, a Sant’Agata Bolognese, Lamborghini si è dedicata alle maschere chirurgiche e agli scudi protettivi. Hanno convertito alcune parti della fabbrica, come il reparto finiture interne, e gli operatori di selleria si stanno impegnando nel realizzare almeno mille pezzi al giorno e 200 visiere in policarbonato fatte con la stampante 3D. Andrà tutto al Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna.

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