Ryanair teme la Brexit

Ryanair teme la Brexit. Ma intanto chiude conti d’oro

Preparandosi alla Brexit che potrebbe stravolgere i conti dei vettori britannici o di compagnie come Ryanair che in Gran Bretagna ha un grande Network, proprio la low cost irlandese ha messo a segno un bilancio 2016-17 da record, con un utile netto in rialzo del 6% a 1,31 miliardi di euro e ricavi in aumento del 2% a 6,64 miliardi di euro, e un load factor a quota 94%, per 120 milioni di passeggeri trasportati. Il tutto malgrado, o grazie, a un delle tariffe, scese del 13 per cento di media. Bene le ancillary che sui conti del vettore valgono 1,7 miliardi di euro, ovvero il 27% del totale, in crescita dell’1% anno su anno, soprattutto grazie a una solida perfomance nella “prenotazione dei posti, priority boarding, noleggio auto e vendite a bordo” si legge in una nota del vettore.
Brexit che già si fa sentire sui conti Ryanair visto il calo della sterlina, ma che potrà essere distrupted dal marzo 2019, quando la Gran Bretagna uscirà con tutta probabilità dall’open sky europeo. “Sembra probabile che il Regno Unito dovrà negoziare un bilaterale con l’Unione europea e vi sono probabilità di non essere operativi con dei voli a marzo 2019. Per giorni, settimane o mesi; in realtà non lo sappiamo” ha detto il direttore finanziario della compagnia Neil Sorahan in una nota in cui si denota come Ryanair teme la Brexit.

Dopo un ottimo 2016-17, Ryanair teme la Brexit

Il ceo di Ryanair, Michael O’Leary, solitamente esuberante, mostra prudenza nelle stime per l’anno in corso, anche se punta a un’ennesima crescita,  dell’8%, tra 1,40 e 1,45 miliardi di euro. Ryanair dice che le prenotazioni del primo semestre sono “ragionevolmente robuste”, in rialzo dell’1% su anno, mentre non si possono fare stime sul secondo semestre. “Malgrado gli attacchi terroristici e lo spostamento di parte delle prenotazioni da Nord Africa, Egitto e Turchia alla Spagna, è stato un anno positivo” aggiunge il Coo del vettore David O’Brien, che sottolinea come le tariffe già scese del 13% lo scorso hanno subiranno un’ulteriore contrazione del 5-7% nell’anno che chiuderà a marzo 2018. Un anno che vedrà crescere Ryanair organicamente, visto che il vettore no frills si dice “non interessata ad Alitalia”, che, probabilmente, “rimarrà un mero operatore di lungo raggio”, visto che opera “da ben 70 anni”, come ha affermato Sorahan in una intervista a Bloomberg Television, riproponendosi al vettore italiano come feeder.

Le low cost fanno crescere il turismo europeo

In occasione della Malta Tourism Conference Kenny Jacobs, Chief Marketing Officer di Ryanair, ha affermato come i voli low cost possano far crescere il turismo europeo del 10% nel 2018 contro il 4% previsto e creare 2 milioni di nuovi posti di lavoro, se i paesi europei spingessero i propri cittadini a trascorrere le vacanze in Europa. Come? Diminuendo i costi aeroportuali e rimuovendo le tasse sui voli a corto raggio abbassando i costi dell’accomodation anche costruendo più hotel; migliorando il marketing delle destinazioni europee al proprio interno; sviluppando nuove destinazioni regionali ad esempio nel sud Italia e nel nord della Spagna; sviluppando il turismo durante tutto l’anno e i “break” in città nei periodi di bassa stagione.

 

 

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