test covid19 per viaggiare

Test Covid19 per viaggiare: Stati Uniti e altri Paesi introducono l’obbligo

I test Covid19 per viaggiare all’estero rappresentano un requisito d’ingresso obbligatorio ormai largamente diffuso e richiesto dai Governi. Difficile aggiornare puntualmente sull’introduzione di questa norma e sulla sua durata, tuttavia con l’ausilio dei canali d’informazione ufficiale delle ambasciate italiane cerchiamo di fare il punto delle notizie e vi preghiamo di segnalarci eventuali imprecisioni, scrivendoci in redazione. Il Regno Unito, gli Stati Uniti, l’Irlanda e l’Austria sono le nazioni che più recentemente hanno informato dell’istituzione di nuove procedure d’immigrazione che prevedono un tampone e talvolta la registrazione online per essere accettati (una pre-clearance: autorizzazione preliminare, ndr). La Turchia richiede il test Covid-19 fino a marzo, salvo proroghe.

Dal 18 gennaio test Covid19 per il Regno Unito

Come abbiamo avuto modo di scrivere nell’aggiornamento della notizia sui voli tra Italia e Regno Unito, dal 18 gennaio per entrare nel Paese occorre un test negativo al Covid19, effettuato 72 ore prima.

La norma vale per tutti: cittadini britannici e stranieri, anche per i passeggeri che provengono dai Travel corridors. I quali normalmente sono esenti dalla quarantena all’arrivo.

Qui la norma “Testing for people travelling to England” riportata dalla fonte originale.

Viaggiare in Irlanda: dal 16 gennaio con il tampone

Da sabato 16 gennaio 2021, tutti i passeggeri in arrivo in Irlanda devono viaggiare con il risultato negativo di un test Pcr Covid-19 effettuato non più di 72 ore prima dell’arrivo. Inoltre, all’arrivo va comunicato l’indirizzo dove si rimane in isolamento fiduciario per 14 giorni, come spiega l’ambasciata italiana a Dublino.

Test Covid19 per viaggiare negli Stati Uniti

Il Cdc – Centers for Disease and Prevention degli Stati Uniti d’America – ha esteso l’obbligo del test Covid-19 negativo a tutti i passeggeri aerei in ingresso, dal 26 gennaio.

Il test va eseguito 3 giorni prima e “si raccomanda” di ripeterlo 3-5 giorni dopo, avendo osservato 7 giorni di quarantena. Il certificato va mostrato alla compagnia aerea all’imbarco. «Oppure – si legge – va fornita la documentazione di essere guariti dal Coronavirus».

E ancora: «Le compagnie aeree devono confermare il risultato negativo del test per tutti i passeggeri, nonché la documentazione di guarigione prima di salire a bordo. Se un passeggero non fornisce quanto richiesto oppure sceglie di non sostenere un test, il vettore deve negare l’imbarco».

La nota per esteso e in inglese è a questo link.

In Austria serve la registrazione online

Dal 15 gennaio per entrare in Austria serve una pre-registrazione su questa piattaforma.

Le informazioni richieste riguardano dati personali, sul viaggio e sull’isolamento che si osserva all’arrivo. Per 10 giorni, interrompibile a 5 dopo un tampone negativo.

Tutti i viaggiatori sono tenuti a registrarsi, anche se per lavoro, così come bambini e cittadini dei Paesi che normalmente non hanno restrizioni. Ad eccezione dei pendolari regolari, delle persone che trasportano merci e passeggeri nonché coloro che sono in transito. Che sono esenti anche dall’isolamento fiduciario.

Approfondisci sul sito web dell’Ambasciata di Vienna.

Aggiornamento

In Olanda con doppio test: tampone rapido 4 ore prima del volo e Test PCR entro 72 dalla partenza

L’Olanda entra in un severissimo lockdown. Dal 23 gennaio adotta nuove misure tra le quali l’obbligo di produrre un risultato negativo di un tampone rapido Covid-19 eseguito poco prima della loro partenza.

Infatti, il test non deve essere stato eseguito più di quattro ore prima dell’imbarco.

Il requisito si aggiunge al risultato del test Pcr negativo obbligatorio ed eseguito non più di 72 ore prima dell’arrivo nei Paesi Bassi.

Le nuove norme si applicano anche alle persone che viaggiano nelle regioni caraibiche olandesi.

Inoltre, i viaggiatori devono auto-isolarsi per 10 giorni all’arrivo, riducibili a 5 se effettuano un test che risulta negativo.

Per i viaggiatori provenienti da paesi al di fuori dell’Ue, da marzo 2020 è in vigore il divieto di ingresso in Olanda.

Il Governo aggiunge: «Abbiamo deciso di ridurre il numero di esenzioni da questo divieto. Di conseguenza, i viaggiatori d’affari, gli studenti, i migranti altamente qualificati, i professionisti dei settori culturali e creativi e le persone in relazioni sentimentali a distanza che desiderano recarsi nei Paesi Bassi per un breve periodo non potranno più essere ammessi».

La nota del 20 gennaio spiega che c’è la seria preoccupazione per la variante britannica del Coronavirus, che è ancora più contagiosa «del virus che conosciamo nei Paesi Bassi e ce ne sono anche altre che destano preoccupazione».

Ai cittadini viene consigliato di «non viaggiare né prenotare viaggi all’estero» fino al 31 marzo 2021.

Covid-19 Francia: da domenica 24 gennaio obbligatorio un test Pcr negativo per entrare

Al termine del vertice europeo di ieri sera giovedì 21 gennaio, il Governo francese ha annunciato che da domenica 24 gennaio a mezzanotte, tutti i viaggiatori di un altro paese europeo dovranno presentare un test Pcr al loro arrivo in Francia. Queste misure sono valide fino al 31 gennaio, salvo auspicabili proroghe visto l’andamento dei contagi Oltralpe.

Fino ad ora questo è stato il caso solo per i viaggiatori al di fuori dell’Unione europea.

La Francia si sta quindi allineando alla maggior parte dei suoi vicini. Il tampone va eseguito 72 ore prima.

L’Unione europea ha chiesto di stringere ancora sulle limitazioni agli spostamenti. Tutti i viaggi non essenziali dovrebbero essere scoraggiati, ha affermato Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea.

La preoccupazione è data dall’emergere di varianti del Coronavirus nel continente europeo. Anche se il principio delle frontiere interne aperte ai lavoratori transfrontalieri e al trasporto delle merci rimane fermo.

La creazione di un certificato di vaccinazione è allo studio, in quanto per i test antigenici, saranno riconosciuti in tutta l’Unione.

Leggi qui di Iata Travel Pass.

Viaggi in Belgio per lavoro

Dal 27 gennaio al 1 marzo, si viaggia da o verso il Belgio solo per motivi essenziali e le ragioni di lavoro lo sono.

Qual è una ragione essenziale?

Importanti motivi familiari, ad esempio;

Visitare un bambino o un partner;

Partecipare a un matrimonio o un funerale di parenti strett;

Motivi umanitari;

Per motivi medici, per aiutare una persona anziana, ragioni di studio, nche per prendersi cura di un animale.

Infine, possono viaggiare i residenti delle zone di confine.

Regole adattate per chi viaggia per affari

In qualità di viaggiatore d’affari, è necessario compilare il modulo Plf (Passenger locator form) 48 ore prima dell’arrivo.

Presentare il risultato negativo di un test Pcr di massimo 72 ore.  All’aeroporto di Bruxelles è possibile farli, sono gestiti da Ecolog. Nell’attesa del risultato, lo scalo offre spazi per lavorare. In particolare, l’hotel Sheraton di fronte all’aeroporto si promuove a 79 euro a notte o 65 euro al giorno, esclusa la tassa di soggiorno.

Ai viaggiatori belgi viene dato il consiglio è di chiedere al datore di lavoro di compilare in anticipo anche un modulo per viaggi d’affari all’estero.

Nel Plf indicano “viaggio per motivi professionali” e inseriscono un numero del certificato Bta ovvero Business travel abroad che dal 4 gennaio è regolato da queste norme.

Per i viaggiatori che entrano in Belgio: il modulo Bta non può essere utilizzato da non residenti nel Paese per motivi di lavoro temporaneo o permanente, nemmeno in settori essenziali o posizioni critiche. Ma può essere utilizzato per contatti commerciali limitati relativi a un progetto specifico, della durata massima di 5 giorni.

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