travel security manager

Travel security manager: appuntamento a Missionforum.it

Il travel security manager è una figura professionale che sia nell’ambito della sicurezza aziendale sia in quello del business travel trova una precisa collocazione e le grandi aziende non si esimono da collaborazioni con strutture globali. La canadese Gardaworld è tra le più conosciute al mondo con 3,5 miliardi (dollari canadesi) di fatturato e oltre centomila dipendenti, in uno scenario competitivo che vede diversi colossi e centinaia di player regionali e locali.

Vi abbiamo già scritto di International Sos molte volte su queste colonne, così come dell’italiana Sicuritalia nei nostri primi approfondimenti su “aziende e Coronavirus” all’inizio della pandemia nel 2020. Oggi torniamo con ancora più interesse sull’argomento, in vista del nostro Missionforum del 3 marzo.

Travel security manager a Missionforum.it

Di travel security oppure travel risk manager/management tratteremo nel secondo dibattito della giornata con un panel d’indubbia eccezione, come potete leggere su Missionforum.it.

Porremo l’accento sul contesto delle limitazioni ai viaggi, che vede le imprese confrontarsi con un quadro normativo conosciuto.

E qui intendiamo gli obblighi di sicurezza sul lavoro con gli arcinoti Decreti 81/2008 e 231/2001 più gli articoli del Codice Civile 2087cc e 2097cc. Ma senza dimenticare l’articolo 41 della Costituzione che vieta alle aziende di svolgere l’attività economica “in contrasto con l’utilità sociale recando danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana”.

La complessità della valutazione del rischio oggi

Se quanto sopra è ben chiaro agli esperti di sicurezza, le circostanze complicano la “cornice di conoscenze”. E impongono una revisione della valutazione del rischio, praticamente in continuo divenire.

Di qui il contatto sempre più stretto dei responsabili delle trasferte di lavoro con i security manager nel senso ampio della sicurezza aziendale, che va dalla tutela dei beni – proprietà fisiche e intellettuali – all’incolumità delle persone che viaggiano per l’impresa: i travel manager sanno che il luogo di lavoro è anche quello della trasferta.

Approfondisci qui sul caso fatale di una trasferta di lavoro in Francia nel 2019.

La sicurezza dei viaggiatori aziendali

Spiega Roberto Masi, consulente di security & compliance con una lunga esperienza sul campo: «Tra compliance amministrativa e safety in termini di adesione agli svariati protocolli d’ingresso nei Paesi, la sicurezza dei viaggiatori aziendali è diventata molto complessa. Mandare un dipendente all’estero è una gimkana: anche in Europa dove il rientro è subordinato al tampone da eseguire nella destinazione. E se l’addetto risulta positivo? Si può intuire che il piano da attuare si presenta in modo molto differente se siamo in Messico, a Parigi oppure in Sudafrica».

Normalmente, il consulente si interfaccia direttamente con quadri e dirigenti con responsabilità legale sui propri dipendenti. Tuttavia l’attualità impone una collaborazione anche con i travel manager «per prendere decisioni di comportamento rispetto alla destinazione».

In questo ambito, il tessuto economico italiano, composto da Pmi per la stragrande maggioranza, rivela comportamenti eterogenei.

Si va da decine di migliaia di aziende con 10 viaggiatori –  tra 5 tecnici e 5 commerciali – «senza strutture organizzative per rispondere a esigenze di travel security management», argomenta l’esperto. All’opposto, ci sono società che hanno persino centrali operative interne.

«Il panorama che dobbiamo tutelare è quello dell’economia italiana – continua  Masi – e ricordarci che la Legge 231, nata come anticorruzione, ha esteso la responsabilità penale alle imprese».

Cosa succede se il dipendente torna da un viaggio contagiato dal Covid19 e accade il peggio? L’articolo 4 del Decreto del 2001 dice espressamente che le società aventi sede nel territorio italiano rispondono anche in relazione ai reati commessi all’estero.

Alcuni argomenti di travel security management durante la pandemia

Senza entrare nella tragicità, questioni più empiriche riguardano:

  • Davanti a un protocollo implementato: in caso di dipendente risultato positivo al Covid19 anche se completamente asintomatico. Cosa cambia se succede in Messico, in Sudafrica, oppure a Parigi?
  • Le fonti ufficiali e il repentino cambio di protocolli/regole d’ingresso nei Paesi: l’accertamento normativo è la prima complessità; quale travel security provider scegliere?
  • Salute e sicurezza sul luogo di lavoro quando all’estero: l’operatività è garantita con le medesime tutele dell’Italia, chi verifica? Il viaggiatore conosce le misure che il security manager ha concordato?
  • Rientro in Italia: interazione con Asl/medico di base;
  • Routing aereo quando il tampone è richiesto dal Paese anche in transito.

Certi che riusciremo con difficoltà a tracciare un quadro completo di domande e risposte sul travel security management attraverso un solo panel di discussione, rimandiamo a Missionforum.it come prima occasione di sviluppo di articoli e dibattiti successivi.

Approfondisci sulla progressione di revenue di Gardaworld security

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