viaggi d'affari cambiano

I viaggi d’affari cambiano e tornano al 52%

I viaggi d’affari cambiano, ma quel che conta è che tornano: è di Bizaway il primo monitoraggio sulle prenotazioni da una piattaforma tecnologica specializzata nel business travel. Da maggio la media di trasferta è di 2,4 giorni contro i 3,6 “abituali”. Diminuisce la finestra di prenotazione rispetto alla partenza. Infine, il volume generale è arrivato al 52% del pre-Covid19. Il treno è preferito all’aereo. E non perché si viaggia solo nel Belpaese. Infatti, le destinazioni domestiche prevalgono in maniera equilibrata sull’estero: 52% contro il 48%. Le trasferte di lavoro si svolgono per la grande maggioranza in Europa (82%) rispetto alle destinazioni intercontinentali (18%).

Osserva Luca Carlucci, Ceo di Bizaway: «Questo atteggiamento, frutto di un’analisi delle prenotazioni effettuate sulla nostra piattaforma, è comprensibile: la pandemia non è del tutto debellata e si mantiene un approccio prudenziale, trattenendosi il meno possibile nella destinazione del viaggio. Altro dato significativo è la preferenza per il treno, un mezzo che da sempre richiede meno prassi burocratiche (moltiplicatesi in tempo di Covid-19) e oltretutto è anche più eco-friendly».

Viaggi d’affari cambiano, 550 aziende intervistate

Dall’analisi effettuata da Bizaway sulle prenotazioni di oltre 550 clienti, emerge che a marzo, appena iniziato il lockdown, l’anticipo della prenotazione era solo di 2 giorni.

Nei mesi di aprile e maggio la piattaforma ha registrato una media di rispettivamente 25 e 20 giorni di anticipo: in piena quarantena, ormai rassegnati all’impossibilità di viaggiare, si prenotava a lungo termine, nell’attesa che le misure restrittive si allentassero.

Sottolinea Carlucci, che è uno dei due fondatori di Bizaway: «Oggi, a quattro mesi dalla fine del lockdown, il dato sta tornando ai livelli pre-Covid, con 5 giorni di anticipo sulla partenza. Il ritorno alla normalità non può che essere graduale ma, da quello che vedo, siamo sulla strada giusta. Sempre che non ci siano nuove ondate».

Approfondisci sui tamponi prestabilii sulla piattaforma.

Aperture delle frontiere: il mondo è metà chiuso e metà aperto

Il settimo report dell’Unwto intitolato Covid-19 Related Travel Restrictions dice che il 43% delle destinazioni mondiali è ancora completamente chiuso ai viaggi internazionali. L’analisi si riferisce al 1° settembre (rilasciata il 10/9, ndr) e, se comparata al 19 luglio, mostra che 22 mete in più hanno riaperti i loro confini.

Quindi 115 Paesi (il 55% del totale) hanno allentato le restrizioni, 28 in più rispetto al mese di luglio.

Guardando alle regioni del mondo, chi ha introdotto misure più soft sono:

44 Paesi in Europa, inclusi 25 dei 26 membri Schengen

27 nelle Americhe, incluse 18 piccole isole

26 in Africa

13 in Asia e nel Pacifico, incluse 5 piccole isole

5 nel Medio Oriente

Leggi qui il report di Unwto.

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