Calano le tariffe aeree in Italia per la Business Travel Survey di Uvet

Continuano a calare le tariffe aeree in Italia, così come testimonia la consueta Business Travel Survey di Uvet American Express. Nel primo semestre di quest’anno infatti il costo medio dei biglietti aerei nazionali, è calato del 6% circa rispetto allo stesso periodo del 2014 con punte massime del  meno 48,9% del Genova-Roma, del meno 21,2% del Roma-Torino e del meno 25,9% del Roma-Venezia.

La survey di Uvet sottolinea anche come in Italia le tasse aeroportuali incidono per il 40% sul prezzo totale del biglietto e che l’effetto Expo c’è stato sui voli per  Milano, saliti al 33,9% del totale nazionale. Viceversa è leggermente in calo il traffico aereo di viaggiatori d’affari verso la Capitale: dal 28,9% del I semestre 2014 al 27,3% di quest’anno.

La ricerca di Uvet, che approfondirà i temi della mobilità aziendale durante la 13a edizione del BizTravel Forum (1-2 dicembre, Fiera Milano City), “rileva che nei primi sei mesi del 2015, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, si è viaggiato di più per lavoro seppur spendendo meno. I viaggi d’affari sono aumentati nel complesso del 5,8%, mentre i costi medi delle trasferte si sono ridotti del 6%” commenta Luca Patanè, presidente del gruppo Uvet, che prosegue: “Questo grazie anche al nostro approccio consulenziale volto a proporre le soluzioni di viaggio più convenienti per la clientela. Il prezzo medio dei voli sulle tratte europee non ha registrato variazioni significative, mentre ha subito un calo più consistente nelle tratte intercontinentali soprattutto verso la Cina e per le tariffe in business class”.

Secondo le rilevazioni di Uvet American Express, le trasferte di lavoro sull’intercontinentale decollano soprattutto verso il Nord America, che ha visto crescere la quota di viaggiatori d’affari dal 33,1% del primo semestre 2014 al 35,9% di quest’anno. Aumentano le trasferte anche verso l’Estremo Oriente dal 28,6% al 28,8% e il Medio Oriente dal 10,3% all’11%. Perdono quota invece le destinazioni Sud Americane, dal 10,8% all’8,9%,  e quelle asiatiche, dal 5,4% al 4,1%.

Tra le località long haul vince Dubai, che vede salire la quota di viaggiatori d’affari che la visitano, dal 4,3% al 4,6%, e New York, che seppur in recupero, dal 4% al 4,2%, rimane seconda raggiunta da Shanghai, prima meta cinese. Meno appetibili risultano San Paolo scesa dal 3  al 2,4% e Singapore, dal 2,2% al 2%.

A livello europeo i movimenti di lavoro verso la Germania si sono ridotti dal 18,8% al 17,4%, a vantaggio soprattutto di Regno Unito, dal 13,2% al 14,9%, e dalla Francia, dal 21,2% al 21,8%. Le sanzioni Ue contro la Russia per la crisi Ucraina hanno avuto il loro peso nella diminuzione dei viaggi d’affari verso la Russia, che passa dal  3,7% nel primo semestre 2014 al 2,8% nei primi sei mesi di quest’anno.

Secondo la Business Travel Survey, Parigi (13%) e Londra (8,6%) sono gli scali europei più frequentati da chi viaggia per lavoro, con un traffico più che doppio rispetto a Bruxelles (4,6%), Amsterdam (4,5%) e Madrid (4%).

Tra gli aeroporti nazionali dopo Milano e Roma, nel primo semestre del 2015 Napoli si conferma stabilmente al terzo posto, seppure con traffico in lieve calo (dal 5,6% al 5,4%) mentre Catania, in crescita dal 4,4% al 4,8%, sorpassa Venezia. Lo scalo della Serenissima ha perso una grossa fetta di viaggiatori d’affari: dal 4,7% del I semestre 2014 al 3,6% di quest’anno. Buone perfomance anche per Bari che si avvicina a una quota del 4% e Trieste al 3% tra le mete d’affari italiane.

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