La Donnina di Milano rinasce grazie a Fondazione Atlante di Uvet

Dopo il progetto di restauro della Pala del Pigello Portinari, (leggi di più qui), Fondazione Atlante, associazione no profit costituita dal gruppo Uvet e Amadeus Italia, si dedica al restauro della Donnina di Milano opera di Marino Marini, finanziato dalla fondazione, presentato ieri al Museo Novecento di Milano.

Il progetto coinvolge il Museo del Novecento, proprietario della scultura,  il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia e il Laboratorio di Restauro Strati.

LA DONNINA DI MILANO UNA STORIA CURIOSA

La storia dell’opera è molto curiosa: realizzata negli anni ’30 è stata ritrovata nel dopoguerra abbandonata in un deposito di macerie nel quartiere Milanese QT8. Successivamente viene riconosciuta e attribuita all’artista Marino Marini, grazie agli scatti del fotografo Mario De Biasi, che la ribattezza “La Donnina di Milano”.

Negli anni ’90 la statua venne ricollocata ai Giardini Perego, nel centro di Milano, ed entrò a far parte delle collezioni Civiche del Comune.

Nel 2014 l’opera è stata ritrovata in pezzi nei depositi del comune di Milano, in una grave situazione conservativa. Fondazione Atlante ha preso in carico il restauro, come ha dichiarato Luca Patanè Presidente della Fondazione: “Fondazione Atlante, ha la finalità di accrescere il turismo di qualità attraverso la cultura. Abbiamo voluto intervenire affinché l’opera fosse disponibile al pubblico e abbiamo molto apprezzato la disponibilità delle istituzioni, indispensabile per lo sviluppo della cultura”

Il restauro, si svolgerà all’interno degli spazi del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia da giovedì 9 marzo e sarà visibile al pubblico in ogni sua fase.

 

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