In arrivo nuovi scioperi

Stop ai voli brevi in Francia: il divieto entra in vigore

Se c'è in alternativa un treno, niente più voli nazionali a corto raggio nel Paese Transalpino

Cambiano i voli aerei in Francia. Con il decreto pubblicato martedì 23 maggio sulla Gazzetta ufficiale dello Stato. La Francia diventa il primo Paese al mondo a vietare per legge i voli a corto raggio, cioè quelli che collegano due località raggiungibili tra loro in meno di due ore e mezza di treno.

Questa la prima condizione. La seconda è che nella città di arrivo ci siano abbastanza treni -compresi quelli notturni- da permettere ai viaggiatori di trascorrerci almeno otto ore. L’effetto immediato delle nuove norme sarà di vietare formalmente il divieto di collegamenti tra l’aeroporto parigino di OrlyNantesLione e Bordeaux.

Voli in Francia, una legge per ridurre le emissioni

In realtà la legge ratifica una situazione di fatto: il governo aveva obbligato Air France a chiudere questi collegamenti nel maggio 2020, ai tempi della prima ondata di Covid. In cambio di un sostegno finanziario, vietando anche alle compagnie concorrenti di operare sulle tratte interessate.

“Dopo l’accordo con la Commissione europea, la consultazione pubblica e il parere del Consiglio di Stato”, si legge nel comunicato ufficiale del governo, “la pubblicazione è l’ultimo passaggio che rende effettivo questo provvedimento, frutto del lavoro della Convenzione dei cittadini sul clima“, un’assemblea pubblica che tra il 2019 e il 2020 ha deliberato di ridurre del 40% le emissioni di carbonio rispetto al 1990.

Per ora poche le tratte coinvolte dal decreto legge

Non saranno aboliti invece i voli tra Lione e Marsiglia, che pure sono distanti meno di due ore con il treno ad alta velocità. Perché le corse tra l’aeroporto lionese e il capoluogo della Provenza sono solo due al giorno. Il testo del decreto, infatti, infatti precisa che “le frequenze” dei treni alternativi “devono essere sufficienti e gli orari adeguati. Tenendo conto delle esigenze di trasporto dei passeggeri che utilizzano questo collegamento, in particolare in termini di connettività e intermodalità, nonché dei trasferimenti di traffico che sarebbero causati dal divieto”. Il divieto, inoltre, non potrà essere applicato ai voli con coincidenza.

Secondo i critici, questa legge è poco più di un atto simbolico: i viaggiatori, ormai già da tempo, per spostarsi da una grande città all’altra preferiscono il treno.

Per il Governo d’Oltralpe si tratta di un primo passo verso una giusta direzione

“Per raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio è necessario rafforzare i nostri sforzi per decarbonizzare i trasporti, che rappresentano ancora il 30% delle emissioni. In un momento in cui stiamo lottando senza sosta per decarbonizzare i nostri stili di vita, come possiamo giustificare l’uso di aerei tra grandi città che beneficiano di collegamenti ferroviari regolari, veloci ed efficienti?” scrive in una nota il segretario di stato delegato ai Trasporti, Clément Beaune.

“Si tratta -aggiunge- di un passo essenziale e di un simbolo forte della politica di riduzione delle emissioni di gas serra. Questa misura è una novità a livello mondiale ed è pienamente in linea con la politica del governo di incoraggiare l’uso di modalità di trasporto che emettono meno gas serra”.

L’efficacia del divieto in termini ambientali è molto dibattuta nel Paese transalpino: secondo il governo, la chiusura delle tre rotte “comporta una riduzione totale delle emissioni di CO2 del trasporto aereo di 55mila tonnellate” sulla base dei dati di traffico del 2019

Le associazioni di categoria però ribattono che le rotte in questione causano solo lo 0,24% delle emissioni di CO2 del trasporto aereo nazionale francese. Ovvero lo 0,04% delle emissioni del settore trasporti in Francia. Eliminarle “non ha molto senso“, dice Olivier Jankovec, direttore generale di Aci Europe (Airports council international). Che sottolinea come la legge sul clima e la resilienza preveda che i voli nazionali compensino il 50% delle loro emissioni di CO2 entro il 2022 e il 100% entro il 2024.

Le associazioni sono quindi favorevoli al rafforzamento di questo tipo di compensazione e degli obblighi sull’uso di carburanti sostenibili piuttosto che al divieto.

E’ vero che da qualche parte bisogna pure iniziare e questo è un messaggio chiaro su quale strada la Francia ha deciso di percorrere.

In tema di trasporti in Francia, sono spesso da considerare i vari scioperi, di cui diamo notizia anche qui su Missionline.it.

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