Auto a guida autonoma, ecco le 5 più curiose

La settimana scorsa, negli Stati Uniti fonti governative hanno affermato che il computer presente a bordo dell’auto a guida autonoma di Google può legalmente essere considerato un “conducente”. Una decisione che pare proprio una pietra miliare verso la diffusione di queste vetture sulle strade americane. E così aziende come la stessa Google o come Ford stanno investendo tempo e denaro verso la tecnologia del domani, che permetterà un diverso approccio verso la mobilità e la guida. Lo stesso sta facendo Tesla con la Model S, che già circola con software in grado di fare le veci dell’uomo per molte funzioni.

Ma cosa fornisce oggi la tecnologia? In attesa di vedere le grandi case auto, ci si può consolare con alcuni prototipi stravaganti che, tuttavia, potrebbero fare da incubatori tecnologici verso modelli più avanzati in grado di essere prodotti in serie (scopri le auto elettriche del futuro).

Chevrolet Fnr

In attesa di presentare una possibile Bolt (leggi le caratteristiche della Bolt) a guida autonoma General Motors ha creato la Fnr, una concept car nata grazie alla partnership con il costruttore cinese Saic Motors per celebrare il decimo anniversario della presenza in estremo Oriente della Casa di Detroit. Se non è un’auto da supereroi, poco ci manca. In realtà l’auto potrà fare a meno di qualunque supereroe dei fumetti, dato che si potrà guidare da sola.

E non avrà il tipico rumore rombante dell’auto di Batman, visto che sarà elettrica. Ma sarà piena di “effetti speciali”, con luci a led, portiere che si aprono verticalmente e un sistema di ricarica della batteria in modalità wireless.

Dominic Wilcox

Per ora è stata chiamata come colui che l’ha progettata. Ossia l’inglese Dominic Wilcox, che ha disegnato una vettura artistica composta di vetri colorati ma senza pedali, volante né parabrezza dato che è stata pensata per portare autonomamente l’unico passeggero dal punto A al punto B durante le ore di riposo. La Dominic Wilcox, infatti, non è dotata di sedili ma di un unico letto dove ci può dormire in attesa di arrivare a destinazione. Belli riposati, naturalmente.

Auto elettrica Nasa

Secondo alcuni sarà quella che viaggerà su Marte. Intanto, però, potrebbe essere un prototipo delle auto del futuro che circoleranno sul pianeta Terra. L’MRV – acronimo che sta per Veicolo Robotico Modulare – è stato progettato e assemblato presso il centro spaziale che la Nasa possiede a Houston: questa auto elettrica potrà essere guidata anche a distanza attraverso un software che potrà escludere l’intervento di chi è fisicamente a bordo. Anche se una vettura sperimentale a metà strada da una jeep e uno di quei veicoli che circolano sui campi da golf, è stata pensata per 2 passeggeri, ha 4 ruote motrici su ciascuna delle quali opera un propulsore elettrico. E’ stata ribattezzata “granchio” dato che le ruote sono indipendenti l’una dall’altra e possono far muovere il veicolo anche lateralmente, facilitando quindi il parcheggio o altre manovre più difficili. Attualmente ha una velocità massima di 70 km/h e un’autonomia di 100 km.

Mercedes F 015 Luxury in Motion

E’ una concept car di lusso a idrogeno (scopri l’auto a idrogeno di Toyota), che Mercedes ha fatto debuttare allo scorso Ces di Las Vegas. Secondo gli addetti ai lavori è una vera anticipazione di quello che saranno le auto del futuro (verso il 2030), con un design che prevede che il grande abitacolo si trasformi in un salotto, dove i sedili possono essere girati in modo che gli occupanti siano tutti di fronte. Intanto l’auto procede da sola facendo affidamento su computer, radar, videocamere e sensori ultra sofisticati, attivati attraverso touch screen o addirittura movimenti di occhi e braccia.

De Lorean a guida autonoma

Quando nel 1985 il regista Robert Zemeckis diresse “Ritorno al futuro” aveva pensato alle auto volanti ma non a quelle a guida autonoma. Alcuni studenti dell’università di Stanford, nella zona della Silicon Valley, hanno ripreso la mitica De Lorean del film e l’hanno arricchita della tecnologia in grado di farla circolare autonomamente. La primogenitura del progetto è conteso con un gruppo di studenti e professori della Queen’s University di Belfast, in Irlanda del nord, dove effettivamente oltre 30 anni fa 9.000 “vere” De Lorean furono assemblate e inviate negli Usa per essere commercializzate.

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