mappa stazioni idrogeno

Idrogeno per autotrazione, il Mit approva 36 nuove stazioni di rifornimento

Un investimento pari a 103.5 milioni in grado di creare la prima infrastruttura per la mobilità alternativa e sostenibile nel nostro Paese.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha pubblicato la graduatoria dei 36 progetti ammessi al finanziamento pubblico per la realizzazione di stazioni di rifornimento a idrogeno.

Un contributo da parte dello Stato da circa 103,5 milioni di euro, finanziati grazie al PNRR. Si tratta di una prima parte dei 230 milioni di euro complessivi previsti nel Piano proprio per sviluppare la rete nazionale di rifornimento a idrogeno. Un’ottima notizia in ottica di una mobilità sempre più volta verso la sostenibilità.

H2IT, Associazione Italiana Idrogeno

H2IT, Associazione Italiana Idrogeno, che rappresenta grandi, medie e piccole imprese, centri di ricerca e università che lavorano nel settore dell’idrogeno, sottolinea la chiara risposta da parte della filiera. Si dichiara pronta a fornire al sistema Italia soluzioni a idrogeno.
123 sono i soci che la compongono e che rappresentano tutta la catena del valore dell’idrogeno dalla produzione fino agli usi finali. Si tratta di aziende che si occupano della logistica dell’idrogeno per il trasporto, distribuzione e stoccaggio. Imprese che sviluppano le tecnologie come gli elettrolizzatori e celle a combustibile. Aziende della componentistica e imprese che sviluppano sistemi per l’utilizzo dell’idrogeno nei settori della mobilità, del residenziale della produzione di energia e dell’industria.

“Siamo soddisfatti che il Governo abbia ascoltato le istanze del settore idrogeno italiano e abbia dato fiducia al suo potenziale di crescita – ha dichiarato Alberto Dossi, Presidente di H2IT- Lo sviluppo di una rete di stazioni di rifornimento è essenziale per permettere all’idrogeno di dare un contributo decisivo al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del sistema italiano.

Investire nell’infrastruttura è di importanza strategica perché abilita lo sviluppo della mobilità idrogeno e di tutta la sua supply chain, che sarà sinergica con i progetti di Hydrogen Valleys. In Europa si sta già puntando su questo vettore da anni, con alcuni Paesi pionieri, come ad esempio la Germania, che rappresentano un modello d’avanguardia nell’innovazione e nella transizione energetica. Ora siamo sulla giusta strada per recuperare il divario con questi Paesi. La filiera è giovane ma altamente tecnologica, innovativa e da anni sta investendo ingenti risorse su questo progetto”

Nel 2026, 38 nuove HRS (stazioni rifornimento idrogeno)

Entro il 2026, diventeranno, quindi, 38 le stazioni di rifornimento a idrogeno sparse su tutto il territorio nazionale. Alle 36 nuove HRS che verranno create, si aggiungono, infatti, le 2 già presenti nella provincia di Bolzano e Mestre. Le aree scelte riguardano soprattutto le zone strategiche per i trasporti stradali pesanti, come l’asse stradale del Brennero, del corridoio est-ovest da Torino a Trieste e dei corridoi europei TEN-T (le reti di trasporto trans-europee).

Dei 103,5 milioni di euro, il 77% (circa 79 milioni) riguarderà diverse regioni del Nord: Veneto, Trentino- Alto Adige, Lombardia e Piemonte. In particolare, circa 27 milioni verranno investiti in Veneto (9 progetti), quasi 21 milioni in Trentino-Alto Adige (6) e circa 16 milioni in Piemonte (5) e Lombardia (4). Gli investimenti, però, saranno distribuiti anche al Centro e al Sud. In Puglia. ad esempio, verranno investiti 8 milioni (3), nel Lazio 3 milioni (2) e in Calabria 2 milioni (1).

Per il futuro, H2IT, auspica che la quota parte dell’investimento non allocato attraverso questo bando (circa 130 milioni), venga comunque reinvestito. Nel settore della mobilità a idrogeno e, più in generale, che la strategia nazionale continui ad essere supportata con investimenti mirati. Ribadisce, inoltre, l’importanza della progressiva semplificazione e armonizzazione del quadro normativo, così da sbloccare definitivamente il potenziale di una filiera in grado di dare al Paese una posizione di leadership nell’economia della transizione ecologica e creare nuovi posti di lavoro.

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