Il GPL non è più cenerentola

Il pronostico ha una firma illustre: il professor Giuseppe Volpato dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, uno dei più illustri studiosi di marketing automobilistico che, durante il convegno GreenFleet 2008,  aveva annunciato che prima o poi guidare un’auto a gas non sarebbe più stata una scelta “cheap”, ma avrebbe fatto status.

La previsione si è puntualmente avverata: oggi l’auto a gas, in particolare quella a gpl, è stata ormai “sdoganata”, ed è entrata prepotentemente nella shopping list degli automobilisti, in particolare di quelli italiani, notoriamente riottosi ad adottare le alimentazioni “povere”.

Come in una sorta di crescendo rossiniano il gas ha conquistato, a partire da gennaio 2009, record su record nelle hit parade delle vendite di automobili nuove. Fino a sfiorare la quota del 20% negli ultimi mesi dell’anno (era al 4% scarso nel 2008). Seguito dal metano che, pur scontando croniche difficoltà di reperimento, perché la rete distributiva è ancora scarsa (meno di 800 punti di vendita, contro i 1700 del gpl), ha superato di slancio la quota del 5%. Un’auto nuova su quattro è ormai a gas, ma le previsioni per il 2010 ipotizzano una quota di mercato del 30%, ovvero quasi un’auto immatricolata su tre.

Con un costo alla pompa di 0,53 centesimi di euro, contro un prezzo della benzina che, a fine ottobre 2009, ha ripreso a salire (è arrivato nuovamente a quota 1,3 euro/litro) in conseguenza al petrolio che si è ormai attestato sopra i 70 dollari al barile, e un prezzo del gasolio ormai stabilmente sopra quota 1,1 euro, la convenienza del gas è indubbia. Anche perché la tecnologia ha fatto passi da gigante e la differenza di consumo, a sfavore del gas, è ormai ridotta al 10%. Fare il pieno con meno di 20 euro e percorrere circa 400 chilometri prima di rifornirsi nuovamente, insomma, è diventato un toccasana per i portafogli degli italiani. Tanto più che la scelta di automobili a gas è ormai ampia. Sono circa 300 i modelli, suddivisi in versioni e allestimenti, disponibili nei listini del nuovo. Con presenze numeriche di rilievo soprattutto nei segmenti bassi di mercato (citycar, utilitarie compatte), ma anche nel segmento delle medie e persino in quelli “trasversali” (crossover, suv e fuoristrada) passando attraverso tipologie di carrozzeria molto apprezzate anche dalle flotte come le station wagon.

Ammiraglie poche, i marchi nobili si convertono

Soltanto i segmenti alti non offrono scelta abbondante di vetture a gpl, perché lo status symbol non ha ancora conquistato questa fascia di utenza. Le uniche proposte in questo settore sono quelle che provengono da costruttori che non hanno motorizzazioni a gasolio da proporre come alternativa alle benzina. Quindi si devono limitare alla trasformazione a gas per proporre alla clientela un sistema di contenimento dei costi d’esercizio: il tipico esempio è la Cadillac, che propone per quasi tutta la gamma versioni bi-fuel, tranne che nelle sportive XLR.

Dove invece il gpl la fa da padrone è nei suv e nelle fuoristrada: la trasformazione a gas era una soluzione applicata anche in “tempi non sospetti”. In particolare sono i costruttori coreani che affiancano alle versioni diesel le benzina-gas a doppia alimentazione (Chevrolet, Hyundai e Kia), ma anche Subaru è stata tra le antesignane.

Tra le ultime novità nel settore del gpl ci sono tre marchi che puntano molto sull’immagine di marca: Alfa Romeo, Lancia e Mini. La Casa milanese ha sempre realizzato prodotti che, dal punto di vista tecnico, si prestavano alla conversione a gas. Ma ciò avveniva esclusivamente nel mercato dell’usato. A ottobre, l’Alfa ha presentato la sua prima vettura “di serie” con impianto gpl: la Mito, che adotta un motore di 1,4 litri con sovralimentazione (è il primo turbo-gas di serie), che sviluppa 120 CV. Salvando prestazioni, all’altezza di una vera Alfa Romeo, ma aggiungendo il risparmio nei costi d’esercizio. Lo stesso motore è impiegato sulla Lancia Delta Ecochic. Proprio questa denominazione, ecologica ma chic, interpreta alla perfezione la tendenza del momento di considerare la trasformazione a gas come una cosa di cui non ci si deve vergognare, anzi.

Lancia, prima della Delta, aveva provveduto a trasformare gli altri suoi due prodotti di punta in altrettante versioni Ecochic: la Ypsilon e la Musa.

Il terzo caso di marchio nobile convertito al gas è Mini. Che è partito dalla sua versione “basic”, la Ray, a cui ha aggiunto la lettera “G”, in modo molto discreto, a indicare la trasformazione a gas. Dai primi dati di vendita, la scelta di marketing si sta traducendo in un ottimo risultato commerciale.

Fiat in retromarcia

Tra i costruttori generalisti, la Fiat è partita con un po’ di ritardo, ma ha recuperato il gap piuttosto rapidamente. Il colosso di Torino aveva puntato con decisione sul metano, ritenendolo (giustamente) un carburante più ecologico rispetto al gpl. Poi, a partire dal 2008, per contrastare il successo degli altri costruttori, ha provveduto a stilare alleanze con i più accreditati produttori di impianti a gas, e in rapida successione ha “gassificato” Panda, Punto Classic, Grande Punto, Idea e Bravo. Che sono subito balzate al comando delle classifiche di vendita nei rispettivi segmenti. Anche se continua il trend positivo di vendita delle versioni Natural Power, a metano, che rappresentano la scommessa vincente di Fiat per il futuro della doppia alimentazione.

Ford dalla fine del 2007 ha provveduto a realizzare le versioni a gpl della Focus, berlina e station wagon, poi è passata alla C-Max, infine alla Mondeo e, recentemente alla Fiesta. La strategia commerciale è chiara e vincente: propone una motorizzazione di cilindrata superiore rispetto alle versioni a benzina da cui derivano (nel caso di Focus e C-Max, i motori a benzina a singola alimentazione sono rispettivamente un millesei e un milleotto, mentre quelli a gpl bi-fuel hanno cilindrata di due litri). Così, a livello di prestazioni, non si perdono le prerogative di coppia e brio, tipiche delle versioni turbodiesel in voga fino a poco tempo fa. Di conseguenza, le campagne promozionali Ford prevedono il monoprezzo: si possono acquistare (grazie agli incentivi statali) le versioni a benzina, oppure gpl (maggiorate), oppure diesel (in versione di potenza “basic”) senza alcuna differenza di prezzo: al cliente la piena libertà di scelta.

Francesi all’assalto, tedeschi in ripresa

Tra i primi a credere nel gpl è stata Renault, che ha dotato di impianto a gas quasi tutta la sua gamma, dalle utilitarie alla grande Laguna. Frenata nel 2008 dalla mancanza di omologazione come primo equipaggiamento (che ne limitava gli incentivi statali all’acquisto), ha recuperato rapidamente terreno nel corso di quest’anno. Significativo il successo della Clio Storia, ossia la vecchia Clio, le cui vendite sono state rivitalizzate dall’impianto gpl e da un prezzo molto aggressivo.

Il fattore prezzo è l’arma vincente anche di Dacia, il costruttore franco-rumeno che ha sfondato nel mercato del low cost. Le versioni più apprezzate di Sandero e Logan sono infatti quelle a gas. Pure Peugeot e Citroën hanno puntato sul gpl (la seconda anche sul metano). Molto convenienti la 207 Eco Gpl e la C3 Bi-Energy G, a lungo nella top ten dei modelli più venduti tra quelli a gas.

Anche i costruttori tedeschi hanno colto l’occasione, seppure con tempi di risposta più lenti,  a parte Ford che è stata la più rapida a comprendere che l’auto a gpl non sarebbe stata una moda effimera Il gruppo Volkswagen, per esempio, ha inizialmente investito più sui marchi “meno nobili” (Skoda e Seat) per l’operazione gpl, ma poi è tornata rapidamente sui suoi passi, e oggi ha una gamma completa dalla Fox alla Golf di versioni a gasOpel, partita in ritardo con le omologazioni in “fase 1”, cioè con impianto di primo equipaggiamento, per sfruttare al massimo gli incentivi statali, ha recuperato il gap e si è insediata stabilmente nelle hit parade di vendita sia con la Corsa sia con l’Astra, ma anche con la monovolume Zafira, le cui vendite della versione a gpl insidiano quelle delle Eco-M (a metano).

Giapponesi e coreani: le citycar

La strada della gassificazione di serie l’aveva aperta la Chevrolet, quando ancora si chiamava Daewoo che, non disponendo di motorizzazioni diesel, aveva optato per il gpl. Il fenomeno della citycar Matiz Ecologic è ancora sotto gli occhi di tutti: prima dell’arrivo delle Fiat Punto, Grande Punto e Panda gpl è stata per anni l’auto a gas più venduta. Gli altri marchi coreani hanno risposto nel corso del 2008: la Kia con la Picanto Bi-Fuel (con gli incentivi gas e rottamazione, gode di uno sconto sul listino che sfiora il 44%), la cugina Hyundai con la i10. Poi i coreani hanno “capitalizzato” il successo delle versioni gpl trasformando anche le auto di segmento B (utilitarie), C (compatte) e D (medie). La risposta delle citycar giapponesi non si è fatta attendere: Suzuki Alto e Nissan Pixo (due vetture praticamente identiche, costruite nello stesso stabilimento in India), sono disponibili anche in versione a gas, che è la più venduta.

Cosa succederà nel 2010

Quali scenari possiamo prevedere per le auto a gas nel prossimo anno? Sicuramente assisteremo alla discesa in campo di altri costruttori, e alla “gassificazione” di buona parte dei modelli presenti nel listino. Con tutta probabilità anche nei segmenti alti del mercato. Verrà risolto anche il problema degli inconvenienti dovuto all’utilizzo totale del gpl (il gas è più secco della benzina, e la mancanza di potere lubrificante ha effetti dannosi sulle valvole, che necessitano di registrazioni frequenti, se non addirittura di riparazioni all’intera testata: per questo conviene ogni 500/1.000 km percorrere alcuni tratti di strada a benzina).

Proprio l’affidabilità e la manutenzione supplementare necessaria agli impianti a gas è l’incognita che non ha decretato il successo del gpl anche nelle flotte aziendali. La soluzione ai problemi e l’assoluta convenienza di questo tipo di alimentazione fanno prevedere un escalation delle vendite del gas anche nel nostro comparto.

Da ultimo occorre sfatare una credenza errata: è opinione comune che gli impianti a gas siano poco sicuri in caso di incidente. Non è affatto così: i sistemi di sicurezza molto avanzati fanno sì che un’auto a gas presenti la stessa sicurezza di quelle a benzina.

 

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