IVA auto elettriche e ricariche: impatti fiscali e nodi da sciogliere

La mobilità elettrica in Italia è ancora circondata da incertezze fiscali, quali sono punto per punto.

Nel panorama della mobilità elettrica italiana, una recente sentenza della Corte di Giustizia Europea (n. C-288/22) ha gettato luce sulla disciplina fiscale che coinvolge le auto elettriche, per l’IVA.

Questo verdetto ha messo fine a un dibattito comunitario, equiparando la ricarica di un’auto elettrica a una cessione di beni o una prestazione di servizi. In pratica, la giurisprudenza europea ha stabilito che la ricarica, insieme ai servizi accessori, costituisce una cessione di beni. La decisione della Corte ha implicazioni significative sul luogo e il momento di imposizione fiscale, rendendo cruciale la data di fatturazione o incasso.

Tuttavia, la mobilità elettrica presenta ulteriori sfide in termini di IVA. Ad esempio, in che misura è possibile detrarre l’IVA sulla corrente elettrica utilizzata? L’articolo 19-bis1 del D.P.R. 633/1972 limita la detrazione al 40% per l’acquisto di “carburanti” e per l’impiego del veicolo non esclusivamente aziendale. Questa normativa sembra essere in linea con la Decisione del Consiglio Europeo del 18.6.2007, che ha permesso all’Italia di limitare la detrazione dell’IVA sui veicoli e le spese correlate. Ciò solleva il dubbio se la corrente elettrica sia soggetta alla stessa limitazione del 40%.

Va notato che esistono eccezioni per veicoli speciali e auto con uso promiscuo da parte dei dipendenti, ma manca ancora un decreto per definire la base imponibile in questi casi. La situazione è complicata dal fatto che le auto elettriche possono essere fatturate a una percentuale del valore della tariffa ACI per i primi 15.000 km per ottenere una detrazione del 100%.

Auto elettriche, detrazione sulle colonnine ricarica irrisolta

Oltre all’acquisto delle auto, è essenziale considerare l’installazione delle colonnine di ricarica. L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che l’IVA ordinaria si applica all’installazione delle sole colonnine per auto elettriche, ma se queste sono integrate in un impianto fotovoltaico, l’aliquota IVA corrisponde a quella prevista per gli impianti solari-fotovoltaici, che è del 10%.

La questione della detrazione per le colonnine di ricarica rimane irrisolta, ma dovrebbe essere basata sulla stessa percentuale, a meno che non si ricarichino sia auto ad uso promiscuo che veicoli con detraibilità totale. Inoltre, non esiste una risposta chiara se le colonnine siano installate nelle abitazioni dei dipendenti con auto ad uso promiscuo.

Un ulteriore problema riguarda la tassazione della corrente elettrica utilizzata per il rifornimento di auto aziendali nelle abitazioni dei dipendenti. In questo caso, sembra che il rimborso della corrente elettrica debba essere tassato, anche se il dipendente già paga le tasse sullo stesso importo.

Infine, occorre affrontare la questione degli omaggi di corrente elettrica, soprattutto se concessi a ospiti. L’articolo 2 del D.P.R. 633/1972 esclude l’IVA per cessioni gratuite con valore inferiore a 50 euro, ma resta il dilemma su come calcolare questo limite e se si applica a ogni ricarica.

Tiriamo un pò le somme: la mobilità elettrica in Italia è ancora circondata da incertezze fiscali. Mentre alcune questioni sono state chiarite, molte rimangono irrisolte, creando un contesto complesso per le imprese e i consumatori.

Attendiamo con interesse un intervento dell’Amministrazione finanziaria per dissipare questi dubbi.

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