Mobilità, uno scenario al 2030

Il mese di maggio ha visto ANIASA – l’Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici di Confindustria – al centro di due appuntamenti di rilievo per il mondo dell’auto e dei servizi che vi ruotano attorno. Alla tradizionale conferenza stampa dedicata alla presentazione del Rapporto Annuale 2014, tenutasi a Milano, l’Associazione ha voluto aggiungere un convegno dedicato alla vision sulla mobilità del futuro, da qui al 2030, organizzato a Roma con la presenza di esperti del settore e personalità istituzionali. Entrambi gli avvenimenti sono stati organizzati nel quadro dei festeggiamenti per i 50 anni dell’associazione.

Rapporto Aniasa: uno sguardo al presente 
Milano – Un 2014 ancora molto difficile per il mondo automotive, dove il settore del noleggio ha sostenuto il mercato dell’auto, visto le difficoltà perduranti delle immatricolazioni dei privati, con un boom del car sharing. Queste, a sommi punti, le risultanze del rapporto Aniasa presentato dai vertici dell’Associazione a Milano: “Abbiamo chiuso il 2014 con un fatturato a più 0,8%, a quota 5,1 miliardi di eurocon un flotta circolante di 690.000 veicoli e 269.000 immatricolazioni, il 20% del totale, continuando anche nei primi mesi del 2015 nel suo ruolo di supporto alla mobilità aziendale e all’offerta turistica con un significativo più  5,3% del giro di affari e un più 22% per le immatricolazioni” spiega Fabrizio Ruggero presidente di Aniasa nonché amministratore delegato e direttore generale di Europcar Italia “ anche se in questi dati bisogna calcolare il sempre maggior impatto del rent to rent”.
Una modalità di acquisizione e di ri-noleggio delle auto che è passato, secondo quanto sottolinea Alfonso Martinez Corderovice presidente Aniasa e direttore generale diLeasePlan, “passato da 10 mila autoveicoli nel 2013 ai 14 mila del 2014. In continua crescita”.

Il parallelo calo delle vendite di auto ai privati dice  Ruggero  “conferma un’ancora complicata uscita dalla crisi dell’economia, ma fornisce indicazioni di un progressivo maggior interesse verso una cultura ‘pay per use’, meno vincolata alla proprietà del bene auto, che ben si coniuga con le nuove tecnologie. Ecco perché per la prima volta abbiamo deciso di dare i numeri del comparto del carsharing e di monitorare sempre più da vicino la smart mobility, per noi un settore chiave, con le nuove forme di mobilità; il car sharing, appunto, ma anche il car pooling o le realtà tipo Uber”. Che, certamente, non fanno impazzire i vertici di Aniasa ma che “sono molto utilizzate dai cittadini” sottolinea Ruggero. Così come il car sharing, che nel mondo conta 5 milioni di utenti e 100.000 veicoli in flotta e che, dal momento dello sbarco nel nostro Paese, nell’estate 2013, ha raggiunto il ragguardevole numero di 487.000 iscritti al servizio, una flotta di 3.300 unità e oltre 5 milioni di noleggi.

I due settori più maturi, noleggio a breve e lungo termine, l’anno scorso hanno entrambi evidenziato buoni risultati confermando la loro capacità di garantire stabilità dei costi e flessibilità operativa, funzionando da sostegno finanziario alle aziende e permettendo di focalizzare le risorse aziendali sul core business.
Il noleggio a breve termine ha superato quota 28.6 milioni di giorni di noleggio (più 3,6% sul 2013) e 4.4 milioni di persone – quasi 500 ogni ora – raggiunte tramite i desk aeroportuali e ferroviari (65%), a supporto del traffico leisure e business.

Rilevante è stato l’aumento delle prenotazioni effettuate direttamente tramite il web che, con la sua trasparenza, ha incrementato la già forte pressione sulle tariffe alla quale gli operatori hanno risposto attraverso la ricerca di maggior efficienza, attraverso l’implementazione del rent to rent, la riduzione della rotazione della flotta e il maggior utilizzo dei veicoli.
Altro fenomeno che il 2014 ha evidenziato è il maggior peso dell’intermediazione tra cliente e società di noleggio a breve. Il fenomeno si sta sviluppando tanto da ritenere che tra pochi anni il noleggiatore svolgerà semplicemente una funzione di organizzazione degli aspetti logistici, finanziari e operativi lasciando agli intermediari la gestione del rapporto con il cliente. Questo fenomeno non è sempre indolore in quanto, mentre le società di noleggio si attengono al codice etico dell’Associazione ANIASA, gli intermediari non sono tenuti a ottemperarvi e talvolta generano problematiche legate alla mancanza di chiarezza verso il cliente.

Il giro d’affari del rent-a-car ha superato il miliardo di euro (più 1,9% sul 2013) costituito in gran parte dal noleggio di autovetture rispetto ai Veicoli commerciali leggeri (solo il 5% del totale).
Unico segno meno il numero d’ immatricolazioni (meno 4,8% sul 2013). Due i motivi. Uno, appunto,  per il meccanismo del rent to rent, per cui la società di noleggio a breve acquisisce l’uso dei veicoli tramite le Nlt o con la formula del leasing finanziario. In secondo luogo la grande quantità di immatricolazioni a fine 2013, su pressione delle Case costruttrici alla ricerca di quote di mercato “last minute”, per veicoli messi in esercizio nel 2014 dagli operatori a breve termine.

Il noleggio a lungo termine ha raggiunto quota 546.000 veicoli in flotta, nuovo record, superando la crisi degli anni 2010-2011 e ampliando il suo portafoglio clienti, ora composto da quasi 70.000 aziende (di cui 2.700 P.A.), sempre più alla conquista della clientela aziendale di piccole dimensioni e dei professionisti.
Il fatturato prodotto dai canoni di noleggio ha superato quota 4 miliardi di euro, con una crescita del 2%. Il giro d’affari, comprensivo dell’attività di vendita veicoli usati e con il piccolo contributo dal c.d. preleasing, si è avvicinato ai 5,5 miliardi di euro (più 3,7% sul 2013).
Tra le ragioni che hanno generato questi numeri oltre al rent to rent, anche le necessità del rinnovo delle flotte aziendali con contratti prorogati a seguito della crisi economica, ma anche la maggiore diffusione di questa formula di acquisizione dei veicoli presso aziende di piccole dimensioni, partite IVA e artigiani.
A questo proposito Martinez pone l’accento su come sia ancora difficile la presa di questo strumento presso i privati, probabilmente ancora convinti della sua elevata onerosità. Per questo motivo i noleggiatori hanno iniziato a svolgere un’attività di comunicazione attraverso media finora poco utilizzati come la televisione e la radio con l’obiettivo di evidenziare i pregi del noleggio anche per i privati (capacità del noleggiatore su acquisto/rivendita auto, costi di gestione e diversificazione del rischio) e il concetto di mobilità, più moderno rispetto al concetto di proprietà, destinato in futuro a consentire una gestione auto più ragionevole e razionalizzata:  ovvero il “pay as you drive”.

Proprio la telematica, elemento nuovo e ricco di applicazioni ancora poco o nulla diffuse sul mercato, sarà uno strumento in grado di garantire nuova linfa all’utilizzo dei veicoli, aziendali e non, modificandone il paradigma e chiudendo un ciclo cinquantennale nato con la motorizzazione di massa negli anni ’60 quando l’auto costituiva lo status symbol per giovani e meno giovani.

Rapporto Censis: uno sguardo al futuro 
Roma – In vista dell’apertura di questo nuovo ciclo di vita dell’auto con il “Rapporto della mobilità degli italiani – Dallo scenario attuale al 2020-2030” ANIASA e la Fondazione CENSIS hanno presentato la loro visione della mobilità per i prossimi 15 anni.
Marco Baldi, responsabile area territorio ed economica CENSIS, presentando i risultati dello studio, indica i tre principali trend caratterizzanti l’apertura del nuovo ciclo: “crescita delle megacittà, aumento del pendolarismo e turismo”.
Le previsioni circa la crescita delle megacittà (“regioni metropolitane”, Grafico 1), dove già oggi si addensa circa la metà della popolazione italiana, prevedono che in futuro si raccoglieranno oltre 33 milioni di abitanti. Una prima conseguenza sarà l’aumento del pendolarismo, in particolare al Centro-Nord: saranno quasi 31 milioni gli italiani destinati a spostarsi per studio o lavoro dove già oggi il 71% si sposta per lavoro in auto. Infine il boom del turismo: lo studio indica una previsione di 68 milioni di arrivi internazionali nel 2030 a fronte degli odierni 48 milioni.

Inoltre, come sottolinea Giuseppe De Rita, presidente della Fondazione CENSIS, altri elementi caratterizzano la situazione italiana come il fatto che “la quota di giovani acquirenti di autoveicoli è già oggi in decrescita significativa (dal 14% al 8% nella fascia di età 18-29 anni), indice anche del calo di feeling verso la proprietà dell’auto”, le immatricolazioni a “privati” sono ai minimi storici (e non è solo la crisi a rimandare l’investimento in un bene durevole) ed è in crescita il numero dei neopatentati over 65 e in generale il numero di anziani con patente (oggi il 53% contro il 38% del 2008),”con evidenti esigenze di semplificazione della gestione dell’auto”.

L’Unione Europea, a sua volta, prevede il passaggio da 953 a 1.095 Gpkm (miliardi di passeggeri-km/anno) e sicuramente tutti questi fattori contribuiranno all’incremento della quantità di spostamenti anche in Italia. In questo contesto l’auto continuerà a rivestire il suo ruolo centrale pur perdendo il suo appeal di bene simbolo (Grafico 2). Ancora Marco Baldi sottolinea la parola magica: libertà. “Libertà di scegliere l’auto senza possederla ma adattandola a esigenze cangianti (ciclo di vita, residenza, lavoro, reddito), di condividere l’utilizzo della propria auto con altre persone, di utilizzare il trasporto pubblico ove più efficace, di raggiungere la propria destinazione con diversi mezzi in funzione del tragitto (auto, treno, metropolitana, bus, taxi/Uber-like, car/bike sharing, car pooling privato) in logica multi-modale, di evitare o procrastinare l’acquisto di beni durevoli, di sottrarsi a eventi aleatori e imponderabili ed a oneri burocratico-amministrativi. Infine: libertà di non vivere la mobilità come problema!

Quindi? Andrea Cardinali, vice presidente ANIASA, sintetizza così le soluzioni: “l’auto dovrà rispondere a queste sfide e la ricerca dice che lo farà con una forte componente di innovazione tecnologica lungo tre direttrici: motori, a propulsione ibrida e/o elettrica,; connected cars, connettività tra le auto e i sistemi di regolamentazione del traffico e con i driver e con la telediagnosi; autonomous car , affrancamento dell’auto dall’uomo per il suo funzionamento”.

Quali nuovi stereotipi avremo di fronte? Sempre Cardinali ne approfondisce tre.
Il cliente, sempre più pendolarizzato che vede il suo spostamento da un luogo a un altro in termini multi-modali, con esigenze flessibili in termini di tipologia di auto, per bagagliaio, autonomia, prestazioni, numero di posti, etc.,  e disposto alla condivisione dello strumento di trasporto. La struttura, ovvero un sistema driver-centrico e non più targa-centrico come oggi”. Agli attuali operatori secondo la logica proprietario-fornitore se ne aggiungeranno altri con funzione aggregatrice di servizi di mobilità per le mutevoli esigenze spot del cliente. L’attuale distinzione tra noleggiatori auto in operatori di car sharing (uso per minuti/ore), noleggio a breve (uso per giorni/settimane), noleggio a lungo (uso per mesi/anni) è destinata a scomparire in favore della nascita del “mobinoleggio”.
Infine” aggiunge Cardinali “le istituzioni, che sono cruciali per favorire lo sviluppo con la definizione di un quadro normativo chiaro, aperto all’imprenditoria privata, senza pregiudizi ideologici e senza la voglia di partecipare al gioco”. Gli aspetti su cui intervenire sono già oggi numerosi: assicurazione RC driver-centrica, normativa fringe benefit allargata (“all’estero ci sono esperienze dove l’auto non è assegnata ma è in fringe il c.d. mobility budget”, ricorda Cardinali), regolamento peer to peer e, soprattutto, infrastrutture quali la rete 4G, la standardizzazione delle colonnine di ricarica veicoli elettrici, strade, ZTL, garage e strade intelligenti che dialogano con il cellulare, caselli autostradali senza barriere e con tariffe flessibili.

Quindi, aggiunge un invito De Rita:  “siamo di fronte ad una trasformazione epocale da stimolare e incentivare. Il mercato sta andando in questa direzione ma non è scontato che vi arrivi e soprattutto non è accettabile che ci arrivi al termine di un altro ciclo cinquantennale. Serve una classe dirigente, aziendale e legislativa, che possa dare velocità al processo perché oggi la tecnologia lo permette e si evolve velocissima. Bisogna cavalcare l’onda senza arrendersi alla lentezza di un ciclo che non ha la stessa forza e spinta del precedente ma che deve essere sfruttato e rilanciato in continuazione”.

Le conclusioni al padrone di casa, il presidente ANIASA Ruggero. Tre le parole chiave: Aziende, Modelli di mobilità, Cambiamento. “Le associate del noleggio a breve, lungo termine e del car sharing sono pronte a investire tempo, risorse, denaro e tecnologia, in cambio di certezza e semplificazione del quadro normativo come ad esempio ha fatto il Comune di Milano che si è semplicemente limitato a definire le regole del car sharing senza voler essere parte attiva del business. In secondo luogo i nuovi modelli di mobilità sono qui, oggi. Offerti al consumatore in un mercato che deve essere correttamente regolamentato per la tutela dei consumatori in primis e per la tutela delle regole di concorrenza senza abbandonarlo alla libera interpretazione degli operatori. Infine”  continua Ruggero “ l’associazione può suggerire azioni per lo sviluppo e, perché no, anche per diminuire anche costi sostenuti dai clienti, ad esempio a causa  dell’applicazione del nuovo Art.94 del Codice della Strada”.
Appuntamento al 2020 per riprendere questo studio e verificare i passi avanti.

PS: hanno accettato l’invito alla Tavola Rotonda anche Vincenzo Garofalo (Commissione trasporti Camera), Altero Matteoli (presidente Commissione lavori pubblici Senato) e Michele Meta (presidente Commissione trasporti Camera). Si è presentato solo il primo. Che era assolutamente d’accordo su tutto

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