Loghi auto

Loghi auto: il significato di simboli e stemmi delle case automobilistiche

Abarth, Alfa Romeo, Audi e Bmw: ecco come sono nati questi 4 costruttori italiani e tedeschi, con nomi e loghi nati con un significato preciso (e qualche leggenda)

In molti casi, i brand e i loghi auto hanno attraversato il ‘900 passando attraverso 2 guerre mondiali, dittature, democrazie, cortine di ferro e ostacoli di ogni tipo.

Come delle bandiere, hanno rappresentato un concetto e un’idea di libertà soprattutto dopo la fine della 2° Guerra mondiale quando gli italiani e gli europei hanno rivisitato il concetto di libero movimento.

Sì, perché dietro a questi che sembrano semplici “griffe” si celano filosofie ben precise frutto di un percorso durato diversi anni.

Abarth, il brand italo-austriaco

Andando in rigoroso ordine alfabetico, e citando i principali, non si può che iniziare con Abarth. Casa auto italiana fondata a Bologna nel 1949 dall’ingegnere viennese Karl Abarth e dal pilota Guido Scagliarini, è oggi di proprietà al 100% del gruppo Stellantis.

Fin dalla sua  nascita, ha come logo lo scoprione. La scelta è determinata da 3 fattori: prima di tutto rappresenta il segno zodiacale del suo fondatore nato il 15 novembre 1908. Secondo, era un disegno difficile da imitare e terzo rappresentava perfettamente la filosofia Abarth: “piccoli, ma cattivi”.

Lo stemma iniziale mostrava esclusivamente lo Scorpione, libero da ogni scudo o cornice, e sotto la scritta “Abarth & Cº – Torino”.

I loghi auto di Alfa Romeo dal 1910 a oggi

Alfa Romeo

Proseguendo si arriva ad Alfa Romeo. A un mese esatto dal suo 113° compleanno, rappresenta l’italianità delle 4 ruote. «Quando vedo un’Alfa Romeo, mi tolgo il cappello» disse Henry Ford nel 1939.

E in effetti il fondatore dell’omonima casa auto aveva visto giusto. Oggi, a più di un secolo di distanza, l’azienda è ancora sulla breccia.

Alfa era l’acrononimo di Anonima Lombarda Fabbrica Automobili. Poi, nel 1918, venne rilevata dall’imprenditore Nicola Romeo che la condusse fino al 1925 quando diventò de facto a controllo pubblico.

Pur avendo cambiato 8 loghi auto diversi nel corso della sua storia, il brand ha sempre richiamato i simboli della città di Milano, dove è nata e dove è cresciuta. Vale a dire il “biscione“, simbolo della famiglia nobile dei Visconti e in seguito degli Sforza, e la croce rossa in campo bianco usata dal Ducato di Milano dal 1395 al 1797.

Fino ai primi anni ’70, il logo conteneva anche la scritta “Milano”, poi eliminata.

Nel 1909 nasce Audi: 4 anelli per 4 aziende

Il brand che dal 1964 fa parte del gruppo Volkswagen nacque nel 1909. Audi, fondata dall’ingegnere tedesco August Horch dopo che nel 1899 aveva creato la prima azienda specializzata in riparazioni di quelle che erano le prime autovetture della storia.

La parola Audi deriva dal latino. Visto che in tedesco antico il termine “Horch” significa ascoltare (nel modo imperativo), il figlio di 10 anni tradusse la parola in latino ricavando Audi, imperativo del verbo audire.

Il logo dei 4 anelli deriva dal fatto che la casa è sorta e poi risorta dopo la debacle del 1929 da 4 diverse aziende: Wanderer, Audi, Dkw e Horch.

Anche in questo caso, come per Alfa Romeo, il logo è cambiato nel corso dei decenni mantenendo però intatti i 4 anelli. Nata vicino a Colonia, oggi il costruttore si trova in Baviera.

(Leggi di Audi a Monza)

Loghi auto: nel 1916 tocca a Bmw

E in Baviera è anche uno dei loghi auto più noti al mondo: Bmw. Acronimo di Bayerische Motoren Werke (o fabbrica bavarese di motori), nacque nel marzo 1916 dalla fusione di 2 società: la Rapp Motorenwerke di Karl Rapp e la Gustav Otto Flugmaschinenfabrik di Gustav Otto.

Inizialmente produceva aerei, i primi impiegati nella 1a Guerra Mondiale. Sul significato del marchio di Bmw si discute da decenni.

La Bmw, che ha la Baviera nel nome, voleva esprimere la sua identità geografica anche nel logo. Logo che riporta i colori dello Stato Libero di Baviera: bianco e azzurro. All’epoca, la legge per la tutela dei marchi proibiva di utilizzare gli stemmi degli stati o altri emblemi nazionali in un marchio commerciale o in un logo.

Una pubblicità di Bmw del 1929 mostra l’emblema con i quattro campi colorati inseriti in un’elica di aereo che ruota. Da allora si è diffusa l’interpretazione del logo come elica. Dal canto suo, il costruttore non si è preoccupata di confutare questa leggenda.

(Bmw: leggi le novità post 2023)

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