Navigatori satellitari

Navigatori satellitari, in che direzione stiamo andando?

I navigatori satellitari sono da tempo entrati a far parte della nostra vita di automobilisti. Da quando la diffusione degli smartphone ha subito una brusca accelerata, poi, le app per la navigazione la fanno da padrone, indicando ogni giorno la strada giusta a milioni di persone alla guida.

“Nel segmento consumer in effetti negli ultimi sette/otto anni si è registrato un calo degli acquisti di navigatori satellitari e una disaffezione nei confronti del prodotto, dettata dal fatto che soprattutto in Italia si tende a utilizzare moltissimo lo smartphone e, di conseguenza, anche le app dedicate alla navigazione”, ha spiegato Stefano Viganò, amministratore delegato Garmin Italia.

Stefano Viganò – Garmin

“Tuttavia la diminuzione delle vendite al consumatore privato è stata bilanciata dalla crescita del business in mercati più specifici, come ad esempio quello delle moto e dei caravan“, ha aggiunto il manager.

Coyote, nata nel 2005 in Francia e presente in Italia da un quinquennio, non ha mai avuto la navigazione nel proprio core business. È nata infatti come servizio di allerte e di assistenza alla guida, come ha spiegato a MissionFleet Gianni Pintonello, senior marketing manager Coyote. “La navigazione nel nostro caso è un plus, ciò che ci preme maggiormente è offrire aiuti concreti alle persone mentre guidano, come ad esempio informarli sugli incidenti, sulle condizioni del traffico, sulla presenza di restringimenti o di ostacoli sulla carreggiata”, ha dichiarato il manager.

Navigatori satellitari, integrato od optional

Oggi molte case automobilistiche consentono poi agli acquirenti di scegliere il navigatore satellitare integrato come optional. Non potrebbe essere una buona idea optare per questa soluzione? “Se la navigazione sarà propedeutica all’utilizzo di vetture a guida assistita allora il navigatore integrato avrà senso, ma oggi non trovo che sia un sistema particolarmente efficace e user friendly – ha affermato Viganò -.  Innanzitutto i navigatori messi oggi in dotazione dalle case hanno un costo elevatissimo, in secondo luogo l’aggiornamento delle mappe è spesso un problema”.

Marco Federzoni – TomTom Telematics

Come è facilmente intuibile, i professionisti per i quali l’auto rappresenta uno strumento di lavoro rappresentano un target privilegiato per le aziende che hanno nella navigazione il loro core business. Per TomTom Telematics la navigazione è solo una delle tante funzionalità messe a disposizione dai nuovi strumenti dedicati al target flotte. In effetti, acquistare uno strumento che offre soltanto la navigazione satellitare ha ancora senso?

Secondo Marco Federzoni, Sales Director Italia di TomTom Telematics, sì, a patto che il navigatore abbia delle caratteristiche ben precise,

come quelle di cui dispongono i prodotti TomTom Telematics. “I nostri prodotti sono connessi in tempo reale e, grazie a un algoritmo interno, comunicano aggiornamenti precisi sul traffico e sul tempo necessario a percorrere un determinato tratto, con una conseguente notevole diminuzione dello stress dell’automobilista”, ha affermato il manager.

In ogni caso, pare che il futuro dei navigatori sia costituito da strumenti più complessi, che abbinino la navigazione a una serie di altre funzioni.

“Certamente i navigatori con app dedicata in ambiente Android sono una strada – ha spiegato Viganò a Mission Fleet – , ma la tendenza sarà offrire strumenti in grado di fare molto di più che indicare la strada“. D’accordo anche Federzoni. “Non più solo navigatori, ma terminali di bordo, che comunicano con la sede scambiando informazioni utili”.

Leggete l’articolo completo sui Navigatori Satellitari sul prossimo numero di MissionFleet in uscita a breve

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