dati oice 2019

Dati OICE 2019: l’anno di eventi e congressi era al TOP

I dati Oice 2019 mostrano un settore degli eventi e dei congressi in forte salute. Cui l’epidemia di Coronavirus ha letteralmente sbarrato la strada della crescita. Si viaggiava del +4% all’anno per 431mila127 eventi e un totale di 29,1 milioni di partecipanti. In tutto 43,3 milioni di presenze e 613mila giornate. Un’industria che negli ultimi cinque anni ha conosciuto un percorso di crescita inarrestabile. Grazie alla sua compattezza nella collaborazione associativa, sempre animata da figure professionali di rilievo e assoluta competenza. Il dato più rilevante è che questo settore alimenta oltre il 10% delle presenze alberghiere, come riscontrate dall’Istat.

E’ un futuro da ripensare quello della meeting industry?

Se lo è chiesto ieri Federcongressi&eventi durante la tavola rotonda digitale in cui il professor Roberto Nelli, di Aseri dell’Università Cattolica di Milano ha presentato l’analisi dei dati Oice 2019. Una ricerca che giunge al sesto anno e andrà nuovamente ripensata per il prossimo. Includendo anche gli eventi ibridi.

Alessandra Albarelli, presidente dell’associazione, osserva che l’Italia mantiene un appeal internazionale elevatissimo. «L’offerta cresce sia di quantità sia di qualità e la crescita degli eventi internazionali è un orgoglio. Cresce il comparto degli eventi associativi: su questo dobbiamo fare una lobby fortissima con Università, con il sistema sanitario, con le destinazioni».

L’ente si è battuto per difendere la categoria anche nell’ottenimento di supporti economici, non ancora ottenuti. Fatto salvo gli sconti che le sedi di congressi hanno ottenuto sugli affitti degli immobili. Tuttavia, nessun indennizzo diretto all’indotto, che nel Mice è vastissimo. Il Covid19 avrà su di loro un impatto duro. «Per questo non possiamo dire di essere soddisfatti delle misure governative», afferma Albarelli.

A questo proposito, oggi con Mibact è in programma un confronto per specificare nei decreti attuativi del Decreto Agosto quali fondi possono essere destinati ai professionisti del Mice.

«Faremo battaglia su questo punto», assicura Albarelli.

Intanto, con Enit è in progettazione una collaborazione sulla promozione. L’ente del turismo destinerà il 30% del suo budget proprio al Mice. Una quota maggiore rispetto al passato.

Dati Oice 2019

Aziende, associazioni e istituzioni sono i principali promotori di eventi. Insieme raggiungono il 94,6% del totale.

Un dato interessante è che nel 2019 gli eventi promossi da associazioni (principalmente congressi) hanno incrementato il proprio peso percentuale raggiungendo il 25,3% del totale e interrompendo così il trend decrescente degli ultimi anni.

Conseguentemente hanno diminuito il proprio peso percentuale gli eventi promossi da aziende (convention, meeting, lanci di prodotto) rappresentando una quota del 62,4%, pur sempre maggioritaria.

Hanno invece un andamento nel tempo maggiormente altalenante gli eventi promossi da enti e istituzioni di tipo governativo, politico, sindacale e sociale: nel 2019 hanno continuato a crescere venendo a costituire il 12,3%.

Convention Bureau Italia

Carlotta Ferrari, presidente di CBItalia – presente nella rete dei CB europei – sottolinea sull’impossibilità di progettare come il male peggiore.

«Con questi bellissimi dati del 2019 la cosa più difficile è l’impossibilità di pianificare perché la situazione non è sotto il nostro controllo. Per non fermarci abbiamo fatto squadra e puntato sul mercato associativo internazionale perché ci permette di programmare a lungo termine quando saremo sicuramente fuori dalla crisi. E in questo contesto fare sistema è l’unica via: ad esempio, tra destinazioni/istituzioni per far crescere la competenza degli operatori».

Dove si fanno gli eventi

Dei 431.127 eventi rilevati in Italia più della metà, il 57,6%, si è svolto al Nord, il 24,9% al Centro e il 17,5% nel Sud e nelle isole.

Per quanto riguarda le location, sono stati gli alberghi le più utilizzate aggiudicandosi la maggioranza degli eventi (l’80,9%), con una netta prevalenza di eventi aziendali e il 58,6% delle presenze.

Infine, il 2,9% degli eventi si è svolto nei centri congressi che, però, hanno realizzato il più elevato numero medio per sede (139,2) e concentrato il 13,2% delle presenze.

Per quanto riguarda le sedi fieristico congressuali e le dimore storiche, le prime hanno mantenuto invariata dal 2016 la quota di eventi ospitati (lo 0,4% del totale) mentre le seconde (abbazie, castelli, antiche locande e casali, palazzi storici, ville) hanno ospitato il 2,4%.

Previsioni

Per gli esperti del comparto la situazione generale risulta ancora incerta e ingessata. Ed è presto per definire gli scenari futuri.

«In questi mesi abbiamo preso coscienza della completa rivisitazione di offerta e domanda. Il settore riprenderà perché ha capacità, ma dovremo riscrivere le regole. Modelli organizzativi e di business diversi sono già stati messi a punto», argomenta Gabriella Gentile, responsabile del learning center di Federcongressi.

Per Tobia Salvadori, direttore generale di CBItalia «lo scenario internazionale è assolutamente incerto».

Continua: «Sui vari mercati facciamo interviste ed emerge con chiarezza che oltre il business e l’organizzazione degli eventi, è lo stato d’animo a trovarsi sulle montagne russe. Alternando momenti di voglia di ripresa con relativa certezza all’umore basso. A luglio e agosto avevamo voglia di riposarci per ritornare a settembre più carichi. Invece l’aumento dei casi di settembre ci ha nuovamente raffreddati, anche se l’Italia si sta comportando benissimo».

La ripresa è caratterizzata dal re-scheduling. Fino all’estate il periodo prevalente era il Q1 del 2021, ora ci stiamo spostando al Q2.

«Sul fronte corporate dobbiamo ancora aspettare: le aziende sono ferme almeno fino all’ultima parte 2020 se non all’inizio 2021 conclude -. Sulle destinazioni: prima era l’accessibilità ora il nuovo criterio è la necessità di avere informazioni sulla sicurezza. I clienti sono interessati ad assicurarsi su questi fattori. Il ruolo del Dmc cambia da esperto a garante di un protocollo per assicurare il cliente. In molti siamo chiamati al ripensamento del ruolo».

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