Le tendenze del mercato congressuale

Le tendenze del mercato congressuale: le opportunità per le destinazioni italiane

Le tendenze del mercato congressuale tra tagli alle sponsorizzazioni e ai finanziamenti, aumento dei costi logistici e di alloggio e attenzione alla sostenibilità

Le tendenze del mercato congressuale nel post pandemia stanno ridefinendo il modo in cui gli eventi vengono pianificati, organizzati e realizzati.

Tagli alle sponsorizzazioni e ai finanziamenti, aumento dei costi logistici e di alloggio e difficoltà nell’attrarre partecipanti. Ma anche nuove esigenze tecnologiche e attenzione alla sostenibilità sono solo alcuni dei fattori che stanno plasmando il nuovo assetto del mercato a livello globale.

Sono queste le principali evidenze che emergono dall’analisi 2024 sul mercato congressuale internazionale della società di marketing congressuale Eureka Mice International.

In occasione di Association Days Europe, evento annuale del mercato congressuale organizzato Eureka Mice International, si è svolto un incontro durante il quale sono stati affrontati in nuovi scenari del mercato. Inoltre sono stati presentati i dati del ranking dell’Union of International Associations-Uia.

Le tendenze del mercato congressuale: il caso Italia

Il 65° Rapporto di Uia sull’andamento del mercato congressuale mondiale nel 2023 colloca l’Italia al penultimo posto nella classifica dei 10 Paesi che ospitano il maggior numero di congressi.

Considerando che l’Europa detiene da sempre oltre il 50% del mercato mondiale (57% nel 2023 contro il 23% dell’Asia, il 13% delle Americhe, il 4% dell’Africa e il 3% dell’Australasia/Oceania), l’attuale posizionamento dell’Italia è tutt’altro che soddisfacente.

Giancarlo Leporatti, amministratore delegato di Eureka Mice International
Giancarlo Leporatti, amministratore delegato di Eureka Mice International

Commenta Giancarlo Leporatti, amministratore delegato di Eureka Mice International: «Stiamo pagando errori importanti che affondano le radici nel passato, principalmente l’incapacità di riconoscere i meccanismi fondamentali di questo settore: le logiche economiche, l’importanza dei grandi ricettori come i centri congressi, che sono motori dell’economia congressuale del territorio, e il ruolo centrale delle istituzioni e della pubblica amministrazione nel fare da tramite e da punto di riferimento per i grandi organizzatori”.

Uia e Icca: come leggere i dati

Come dicevamo il rapporto di Uia colloca l’Italia al penultimo posto nella classifica dei 10 Paesi che ospitano il maggior numero di congressi.

Un posizionamento in netto contrasto con il ranking di dell’International Congress and Convention Association-Icca. Infatti quest’ultimo posiziona l’Italia al vertice in Europa e al secondo posto a livello mondiale.

Approfondisci la classifica Icca 2023.

Questa forte discrepanza deriva dalla diversa natura delle fonti di riferimento.

Uia raccoglie i dati basandosi sul mondo della “Domanda”. Cioè utilizzando un database con 75.000 organismi internazionali in 271 Paesi, di cui 44.714 specificamente attivi nell’organizzazione di eventi.

Invece Icca utilizza un metodo di rilevazione ibrido, basato prevalentemente sui dati forniti dai suoi circa 900 membri.

L’effetto rimbalzo

«Il mercato congressuale – conclude Leporatti – sta attraversando un periodo di notevole prosperità, registrando il numero di eventi più alto mai osservato dal 1950.

Questo fenomeno è attribuibile alla convergenza sul mercato di numerosi eventi rinviati durante la pandemia.

L’Italia, avendo subito restrizioni più severe e, di conseguenza, un numero maggiore di rinvii rispetto ad altri Paesi, sta attualmente beneficiando in modo significativo di questo fisiologico rimbalzo».

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