test rapidi in aeroporto

Test rapidi in aeroporto invece di chiudere le frontiere: monito UE

Test rapidi in aeroporto piuttosto delle chiusure delle frontiere. E’ questa l’esortazione della presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, che al Consiglio ha portato una proposta fattiva. Quella di adottare un approccio comune alla libertà di movimento nell’UE, principio cardine dell’Unione.

Ha detto: «A nessun cittadino Ue dovrebbe essere negato l’ingresso in un altro Paese Ue. Invece, noi raccomandiamo ai governi di usare i test e la quarantena. I test dovrebbero essere l’opzione preferita, per rendere più semplice viaggiare».

Test rapidi in aeroporto, i ministri della salute concordano

Anche i ministri della Salute europei si sono espressi su una proposta similare.

Il ministro della Salute italiano, Roberto Speranza, lo ha reso noto: «I test rapidi negli aeroporti, fatti in spirito di reciprocità, possono evitare misure più drastiche quali chiusure generalizzate delle frontiere. È questo il terreno verso cui muoversi nella fase di convivenza col virus».

Ungheria e Ucraina chiudono le frontiere

Eppure, alcune nazioni stanno andando nella direzione opposta.

Dal 1 ° settembre, l’Ungheria ha deciso di chiudere i confini agli stranieri, compresi i cittadini dell’area Schengen. Lo stesso vale per l’Ucraina, fino al 28 settembre.

Ci sono alcune eccezioni come militari, diplomatici o determinati viaggi di lavoro. Chi rientra è obbligato all’isolamento fiduciario di 14 giorni.

Il traffico aereo: situazione della ripresa

La ripresa del traffico aereo è stagnante se non in drammatico calo in alcune parti del mondo.

È proprio il caso dell’Europa, dove questa settimana il numero di posti è sceso tra il 6% e il 12%, secondo gli analisti di Oag. Il ritorno delle chiusure delle frontiere e delle quarantene insidia il ritorno dei viaggi d’affari. L’offerta aerea sarà condizionata da una domanda estremamente volatile e prenotazioni sotto data.

Particolarmente penalizzate risultano le aerolinee low cost.

Secondo Oag, l’offerta di posti di Easyjet è diminuita del 21,3% e del 16,4% quella di Ryanair su base settimanale. Wizz Air ha annunciato il congelamento di qualsiasi aumento di capacità. Dunque rimarrà al 60% rispetto al 2019.

Il Sudest asiatico, invece, aumenta i posti sui voli, dell’11,6% di settimana in settimana. Tra la Malesia e Singapore hanno ricominciato i servizi internazionali. In India, il governo ha permesso alle compagnie aeree locali di aggiungere più voli.

La riapertura dei voli intercontinentali di Emirates, Etihad e Qatar Airways significa l’aumento del 9,6% dei posti in Medioriente.

Chi mostra segnali di recupero più forte è l’America latina. In particolare Tap, l’unica compagnia aerea a servire con voli diretti dall’Europa ben 10 fra le più importanti destinazioni in Brasile, ad ottobre ritornerà a servire tutte le città. Cioè Rio de Janeiro, San Paolo, Salvador da Bahia, Porto Alegre, Belo Horizonte, Brasilia, Maceio, Natal, Fortaleza e Recife.

Dal 3 settembre, Tap ha ripreso anche i collegamenti tra Lisbona e Firenze. Il programma di cambio volo senza penali consente una modifica  di tutti i biglietti emessi dal 1° luglio al 30 settembre 2020 per viaggi entro il 30 novembre.

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