Turismo cinese

Turismo cinese, gli hotel europei hanno perso un’occasione?

Il Ceo di un'azienda cinese di distribuzione di viaggi, con contatti con 1 mln di hotel e 30.000 buyer B2B, ritiene che le strutture ricettive non si siano promosse a sufficienza in Oriente

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Gli hotel italiani ed europei potrebbero aver perso un’opportunità di aumentare le quote del turismo cinese. Un turismo che quest’anno, tra fine settembre e inizio ottobre, riparte in pieno dopo lo stop da Covid.

Questi giorni, infatti, sono tra quelli in cui la massa degli abitanti della Repubblica Popolare Cinese si spostano per turismo, sfruttando un “ponte” vacanziero di una festa nazionale.

A dirlo è DidaTravel, società globale di distribuzione di viaggi basata sulla tecnologia con sede principale in Cina e attività in tutto il mondo.

«Gli hotel occidentali hanno perso una grande finestra di opportunità per catturare l’attenzione del turismo cinese in uscita» recita una nota.

Turismo cinese: boom nella settimana di fine settembre-inizio ottobre

Storicamente il Festival cinese di metà autunno – che in realtà è di inizio stagione – è uno dei periodi più frequentati dal turismo. E comprende anche la Giornata nazionale cinese, entrambi giorni festivi nazionali. Ciò fa sì che molti cittadini  aggiungano alle festività anche dei giorni di ferie, facendo quello che in Italia si chiama “ponte”.

Certo, il mercato cinese del turismo outbound, in generale, rimane ancora lontano dai livelli del 2019. «Ma il Festival di Metà Autunno di quest’anno avrebbe potuto fornire un’eccellente opportunità di ispirazione per gli hotel occidentali. Avrebbero potuto commercializzarsi attivamente per tempo presso il pubblico cinese attuale, posizionandosi perfettamente per la ripresa» si legge nella nota.

Eric Zhuang, chief strategy officer di DidaTravel, rincara la dose. «Questo periodo è stato una grande opportunità mancata per la maggior parte degli hotel occidentali. Peccato non abbiano ancora riattivato le proprie attività di vendita e marketing verfso il turismo cinese. Così facendo rischiano sostanzialmente di perdere la ripresa già in atto, consentendo ai concorrenti di conquistare le loro quote di mercato».

Il manager continua poi con un cenno alla tempistica e alla tecnologia. «Ripartire con la promozione e le vendite in Cina richiederà molto più impegno che semplicemente reimpiegare team di vendita e marketing di lingua cinese. Tuttavia, la tecnologia gioca un ruolo sempre più importante nel raggiungere i viaggiatori della Grande Muraglia attraverso canali di distribuzione delle vendite B2B2C.

Dal 2019 le tecnologie si sono evolute

Tali soluzioni tecnologiche si sono evolute in modo significativo dal 2019. Per questo serve molto più che il semplice ripristino dei vecchi sistemi. E’ importante sottolineare che anche la natura del mercato di vendita locale è cambiata. «Molti venditori B2B2C ora vendono in modo molto diverso e quindi richiedono diversi tipi di contenuti e prezzi».

Secondo le statistiche ufficiali del governo cinese, nel primo trimestre del 2023 ci sono stati solo 52.000 turisti stranieri in entrata. Una cifra enormemente inferiore rispetto ai 3,7 milioni dello stesso periodo del 2019.

Nel secondo trimestre del 2023 il numero è salito a 425.800, anch’esso inferiore agli 8,3 milioni registrati nello stesso trimestre del 2019.

Sulla base dei dati di prenotazione di DidaTravel, nel 2023 i primi 10 mercati di origine in visita in Cina sono di tutti i continenti. In ordine decrescente sono Tailandia, Indonesia, Spagna, India, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Brasile, Israele, Stati Uniti e Svizzera.

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