Settore automotive, Round eliminatorio

Settore automotive, Round eliminatorio

Siamo nel biennio dove qualcuno dovrà cedere il passo, nel settore automotive, anche in Cina, lo conferma He Xiaopeng

Un’espressione chiara, netta, condivisibile, pensata già da qualcuno tra gli stand dell’Automotive Dealer Day nel lontano pre-pandemia, ma non sempre ribadita in modo netto, perché alla fine la si rimandava, la cosa e invece: siamo al round eliminatorio, per il settore dell’auto globale.

Lo dice anche il numero uno di Xpeng, He Xiaopeng, un giovane imprenditore che in pochi anni è arrivato, partendo da un garage con vari compagni ingegneri nel 2014, non solo a portare le proprie berline elettriche in Italia, oggi (ne leggerete a breve su queste pagine) ma anche i titoli della propria azienda al Nyse oltre che alla Borsa di Shangai.

I propri sistemi Adas a essere venduti, condivisi, con grandi costruttori classici, dopo aver vinto la corsa a chi per primo ottiene certi automatismi di guida autonoma, su strada, dove è permesso.

Settore automotive, Round eliminatorio
He Xiaopeng vicino alle sue vetture pronte a imbarcarsi per l’esportazione globale, ora anche in Italia

Uno che vanta la realtà dei fatti, dei reali aggiornamenti con step evolutivi per i software delle proprie auto; dell’hardware, chip inclusi, esclusivo, in mezzo a una marea di produttori e papabili fornitori automotive asiatici “verso Occidente” che un po’ diciamolo, ce la raccontano.

E non è un caso che all’ultimo Salone di Shangai il contatore che sballa per i grandi numeri, ha iniziato, prima volta da lungo tempo, a decrescere nel numero di aziende presenti come espositrici (comunque pochissime, sul grande numero).

Ecco, in altri periodi industriali abbiamo contato noi in Europa attori che uscivano di scena da un mercato in rivoluzione ma “nostro” almeno guardandosi intorno. Ora siamo a lamentare, criticare, le difficoltà nostrane di fronte alla situazione che penalizza anche a livello sociale, il vecchio tessuto produttivo in pensionamento, ma quell’immagine che Xpeng ha preparato per i suoi debutti sui mercati del Vecchio Continente, con un pugno sferrato da Cassius Clay per mettere KO George Foreman (nel 1974, tre anni prima che nascesse He Xiaopeng) non è riferita come molti pensano solo ad aziende targate US o UE.

Bensì a tutti e non è nulla di così cattivo o reversibile, ormai, per cui dannarsi oltre blaterando mancate soluzioni passate e incolpando solo top manager. Semmai possiamo recuperare, non senza faticare.

xpeng auto cinesi in porto per l'Europa
Auto Xpeng, prodotte in Cina, pronte a sbarcare nei mercati esteri

A terra anche alcune aziende automotive cinesi

Questa è la situazione, figlia dei tempi dove si scontra decidendo le sorti di qualcuno, senza saperlo, chi dice non vorrà una Bev con Xpilot (il sistema guida assistita Xpeng) pur avendo rinnovato troppi finanziamenti di fila per cambiare auto negli ultimi anni e chi, quando prova qualcosa di simile, se magari l’auto è aziendale, con cariche a lavoro incluse e altrove rimborsabili, difficilmente poi vorrà tornare indietro.

Non è tutto deciso, ancora, a comandare sono i bisogni degli automobilisti ed il round lungo, non certo indolore e “giusto” negli esiti, per tanti e per “tante cose” (in primis l’economia e l’ecologia, molto relative al sodo di questa transizione), ma già iniziato e che toccherà anche alcune aziende cinesi: quelle che non cavalcheranno a lungo l’ondata prevista, che porta in alto alcuni, manterrà a galla altri che un po’ di acqua se la devono comunque bere (vedi le molte nuove onerose partnership, inclusa quella tra VW e Xpeng stessa e i diffusi cali di redditività, anche in Cina) lasciando scivolare, purtroppo, qualcuno sul fondo.

Resteranno in piedi i migliori, anche perché come disse un certo Henry dal Michigan nel 1922, che di industria in rivoluzione ne sapeva abbastanza: “The short successes that can be gained in a brief time and without difficulty, are not worth much.”

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