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GBTA Conference 2022: in futuro il business travel sarà sostenibile

In futuro il business travel sarà sostenibile. Ecco quanto è emerso dalla GBTA Conference 2022, che si è svolta a Milano il 5 ottobre scorso. A seguito della pandemia, infatti, le aziende hanno aumentato la propria sensibilità non solo verso il tema della sicurezza, ma anche verso quello della riduzione dell’impatto ambientale.

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La sostenibilità è una priorità per le aziende

Numerosi relatori sono saliti sul palco per parlare di strategie di sostenibilità e raccontare alla platea l’impegno assunto dalle loro società per ridurre l’impatto ambientale. A cominciare da Catherine Logan, regional vice president Emea di GBTA, che ha condiviso con il pubblico alcuni dati raccolti di recente dall’associazione. Per l’89% delle aziende la sostenibilità è una priorità moderata. L’80% dispone già di un programma green. Il 76% include (o intende includere) il tema della sostenibilità all’interno delle travel policy. Inoltre, oggi il 73% dei buyer e il 78% dei manager incaricati di mettere a punto le policy aziendali vogliono ridurre la frequenza delle trasferte. E nella scelta dei fornitori si orientano su supplier dotati di certificazioni green.

Il business travel sarà green, ma quali fattori facilitano la transizione ecologica?

Chiamati a illustrare i fattori che potrebbero facilitare la transizione ecologica, i travel manager intervistati da GBTA indicano il cambiamento culturale all’interno delle aziende (63%). Segue un migliore tracciamento dei dati relativi alla riduzione di emissioni (63%). Compaiono in elenco, infine, l’adozione di tecnologie e strumenti innovativi (57%) e la condivisione di best practice (56%).

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Un toolkit a supporto delle aziende

Catherine Logan ha presentato anche il nuovo Sustainability Toolkit. Si tratta di uno strumento che GBTA ha messo a punto proprio per guidare i travel manager nel loro percorso di sostenibilità e metterli in condizione di collaborare con i loro interlocutori (colleghi, viaggiatori e fornitori) per ridurre l’impatto delle trasferte (scopri di più sul Sustainability Toolkit di GBTA).

Il futuro del business travel sarà sostenibile, le proposte dei fornitori

Durante la conferenza tre supplier sono stati chiamati sul palco a raccontare i progetti che le loro aziende hanno messo a punto per ridurre le emissioni di CO2. La prima testimonianza è stata di Elena Carlino, direttore commerciale business travel del Gruppo Gattinoni. “Ci siamo resi conto che noi, in quanto intermediari tra le aziende e i fornitori, rivestiamo un ruolo fondamentale nell’orientare i nostri clienti verso scelte più sostenibili. Oggi non si guarda più soltanto al prezzo dei servizi. Si tiene conto anche dell’impatto di questi ultimi sull’ambiente. E non solo, si bada anche alle ripercussioni sulla qualità della vita dei dipendenti”. Ma l’attenzione all’ambiente è prioritaria anche all’interno del Gruppo Gattinoni. “Abbiamo intrapreso un percorso di certificazione della sostenibilità dei nostri processi, che sarà completato nei prossimi mesi”.

Obiettivo: hotel program sostenibile

Poi è stata la volta di Marco D’Ilario, SVP Global Markets & Operations di HRS. “Durante la pandemia, le aziende che dovevano scegliere gli alloggi per i propri viaggiatori hanno spostato il focus dal solo costo dei servizi al loro impatto sull’ambiente. I buyer, però, si sono scontrati con la mancanza di informazioni uniformi sul livello di sostenibilità degli hotel e con l’impossibilità di reperire dati per gli audit aziendali.  Ecco perché HRS ha creato l’iniziativa Green Stay, che colma questa lacuna.

Un indice basato su più indicatori

“Le performance ecologiche degli hotel – ha spiegato Marco D’Ilario – sono valutate con un indice che tiene conto di una serie indicatori, quali l’emissione di CO2, il consumo dell’acqua, lo smaltimento dei rifiuti. Ad oggi hanno aderito 300 brand e molti hotel indipendenti”. Il vantaggio è su più fronti: l’hotel ha uno strumento per capire se si sta muovendo nella giusta direzione per ridurre la sua impronta. Le aziende, poi, hanno a disposizione dati su quanto gli alberghi sono green. E anche i viaggiatori che prenotano sul portale di HRS visualizzano gli hotel green a colpo d’occhio, grazie al simbolo della foglia verde di Green Stay.

Carburante ecologico

Anche Marco Pelosi, account manager di Lufthansa Group Airlines, ha illustrato le iniziative del Gruppo sul fronte della sostenibilità. In primo luogo si è soffermato sugli investimenti nel Saf, il nuovo combustibile ecologico ricavato dai grassi insaturi delle industrie alimentari (l’olio di cucina esausto) e dagli scarti industriali. Rispetto al carburante fossile, il Saf è in grado di ridurre le emissioni di CO2 fino all’80%.

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Una rete per la sostenibilità

Al fatto che in futuro il business travel sarà sostenibile è stata dedicata anche un’altra tavola rotonda dal titolo “Direzione: sostenibilità”, moderata da Daniele Aulari, country manager Italy di AirPlus International.

Sara Digiesi, chief Sustainability officer di BWH Hotel Group Italia, ha ribadito come oggi, visto che il climate change è una priorità per le aziende, sia indispensabile identificare una modalità condivisa da tutta la filiera per fornire alle aziende elementi di valutazione coerenti. “L’impatto delle trasferte deve essere rendicontato, dal pre al post trip”. La manager ha anche dichiarato che il Gruppo, di recente, è entrato far parte della Sustainable Hospitality Alliance, la principale rete per la sostenibilità del settore alberghiero.

Il business travel sarà sostenibile

Rendicontare le strategie green

Il tema dell’importanza della rendicontazione del green è stato ripreso anche da Andrea Ronchi, fondatore di CO2 Advisor e CO2 Resource, nonché professore di Carbon Management presso la facoltà di Ingegneria dell’Università di Padova. In futuro il business travel sarà sostenibile, ma “se le aziende non sono in grado di misurare in maniera puntuale le azioni green all’interno di tutta la supply chain, non possono neppure documentare i progressi fatti sul fronte della sostenibilità”. Questo tema, ha aggiunto Ronchi, negli ultimi anni è esploso anche presso le piccole e medie imprese. Queste ultime si sono rese conto di quanto ormai sia indispensabile  documentare i proprio comportamenti virtuosi per entrare a far parte degli albi fornitori delle grandi aziende.

La regola delle 3 P

Infine Giuseppe Viesti, corporate travel manager di Salvatore Ferragamo, ha sottolineato come il compito del travel manager consista nel mettere d’accordo l’attenzione verso l’ambiente con le esigenze aziendali. “La mia attività è guidata da tre P. Una è Planet, ma ci sono anche People (perché il viaggio deve essere sostenibile anche per i nostri dipendenti) e, ovviamente Profit”.

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