Iata: il trasporto aereo un settore sempre più in salute

Malgrado una, timida, ripresa del prezzo del petrolio in questi giorni Iata rende noto che gli utili delle compagnie aree di tutto il mondo quest’anno subiranno un ulteriore rialzo, da 35 a 39 miliardi di dollari in totale. Lo ha detto il suo direttore generale, in uscita in quanto verrà rimpiazzato da De Juniac (leggi: de Juniac vola da Air France a Iata),  Tony Tyler che si era detto preoccupato di un rallentamento dell’attività, che vedrà un lieve decremento della domanda aerea dal 7,4% dello scorso anno al 6,8% di quest’anno.

“Il calo del prezzo del petrolio certamente gioca un ruolo importante (gli analisti di Iata hanno previsto per quest’anno un costo medio di 45 dollari al barile rispetto ai 54 dollari dello scorso anno, ndr), anche se sappiamo che sconta anche le coperture fatte a suo tempo e i tassi di cambio. Il prezzo del cherosene  ha però determinato una politica tariffaria più favorevole per i passeggeri, con una  conseguente crescita della domanda aerea. Inoltre si sono registrati forti aumenti nei ricavi dei servizi ancillari, quali pasti e posti speciali, assicurazioni, transfer aeroportuali e vendite di prodotti a bordo, al punto che oggi un vettore riesce a generare una media di 10 dollari di ricavi da questi servizi per ogni passeggero trasportato”  ha detto Tyler che aggiunge di aspettarsi una crescita del 6,2% nella domanda passeggeri nel 2016, contro ad esempio un più 4,6% di aprile.  Cresce anche il tasso di occupazione degli aeromobili, che consente  di aumentare la loro redditività.

Il fatturato complessivo dei vettori arriverà così a  710 miliardi di dollari con un margine netto complessivo del 5,6% e, se questa previsione tiene, il 2016 sarà il quinto anno consecutivo di profitti per il settore. Con il secondo anno consecutivo in cui  “il rendimento del capitale investito, 9,8%, supererà il costo del capitale stimato intorno al 6,8%” ha sottolineato Tyler.

Nonostante le polemiche con i vettori del Golfo, la miglior area per le perfomance finanziare sarà il Nord America che genererà la metà dei profitti (23 miliardi di dollari circa), mentre l’Africa continua ad aver un segno meno, con perdite di quasi mezzo miliardo di dollari. Buona tenuta anche per l’ Europa che chiuderà l’anno con profitti per 6,8 miliardi di euro.

 

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