La luce tra i binari

Dopo anni di immobilismo, Firenze apre le porte alla grande architettura contemporanea. E inaugura una serie di interventi pubblici e privati destinati a modernizzare il look della la città. L’elenco delle opere che presto vedranno la luce è davvero lungo: si va dal recupero urbano delle Piagge e di San Bartolo a Cintola alla riqualificazione di numerose strutture alberghiere, da interventi in aree dismesse alla costruzione di grandi spazi verdi. Questi maestosi progetti sono stati affidati a noti architetti italiani e internazionali: Arata Isozaki, ad esempio, ha progettato l’uscita dei Nuovi Uffizi, Renzo Piano ha reinventato l’ex carcere delle Murate, mentreSantiago Calatrava si è occupato dell’ampliamento del Museo dell’Opera del Duomo e Jean Nouvel della riconversione dell’area della filiale Fiat di via Belfiore.

Un’ondata di rinnovamento che non poteva non coinvolgere anche gli scali ferroviari. E infatti recentemente, con la vittoria dell’architetto inglese Norman Foster (alle prese con la sua prima grande opera in Italia, ma già noto per il progetto dell’aeroporto di Stanstead a Londra e della metropolitana di Bilbao), si è concluso il concorso per progettazione della nuova stazione dell’Alta Velocità, bandito da Tav Spa, project company del Gruppo Ferrovie dello Stato per la realizzazione delle linee veloci. In gara, ancora una volta, i più grandi nomi dell’architettura: oltre ai già citati Arata Isozaki, Santiago Calatrava e Norman Foster e Arup, Carlos Ferrater, Francesco Cellini, Foreign Office Architects, Gmp, Gruppo Toscano, Zaha Hadid, Ricci & Spaini.

Il progetto

La stazione, alla quale seguirà la costruzione di altri nuovi scali a Torino, Roma, Bologna e Napoli, sorgerà nell’area di Belfiore, un punto strategico della città, situato a poca distanza dalla Fortezza da Basso e dalle zone a maggior richiamo turistico del capoluogo toscano. Si svilupperà su una superficie di oltre 45mila metri quadrati e darà accesso ai 7 chilometri di linea sotterranea ad alta velocità che attraverseranno Firenze. Inoltre, sarà collegata alla Stazione di Santa Maria Novella e al centro storico da una nuova linea tranviaria e da moderni treni metropolitani di superficie. Un’opera imponente, dunque, una vera e propria rivoluzione nell’ambito della mobilità cittadina, che comporterà un investimento complessivo di circa 240 milioni di euro e richiederà ben quattro anni di lavori (l’apertura del cantiere è prevista nel 2005 e proseguirà fino al 2009).

Ma veniamo al progetto di Foster, che rappresenta un’autentica sfida: quella di conferire una sorta di luminosa leggerezza a una struttura che si svilupperà in gran parte sottoterra. Per ottenere questo risultato l’architetto ha pensato di ricoprire il lungo edificio (la prima stazione in Italia ad avere uno sviluppo verticale, più simile a una stazione della metropolitana che a uno scalo ferroviario classico) con un’ampia copertura vetrata sorretta da un’esile struttura in acciaio. Una citazione delle tradizionali stazioni dell’Ottocento, ma con qualcosa in più. La volta, infatti, sarà composta da diaframmi a struttura variabile in grado di garantire il controllo acustico, l’illuminazione naturale e il ricambio dell’aria.

Una volta scesi dai treni, situati sulle banchine poste a 25 metri sotto il livello della città, i passeggeri potranno agevolmente raggiungere il piano terra per mezzo di scale mobili e tapis-roulant inclinati. In superficie, poi, verrà lasciato ampio spazio alle infrastrutture e ai servizi per il pubblico, riprendendo la nuova concezione di scalo ferroviario già promossa da Grandi Stazioni (e che ha ispirato anche la recente ristrutturazione della Stazione Termini di Roma): è prevista infatti l’apertura di ristoranti, biglietterie, negozi e agenzie di viaggio, in grado di rendere lo scalo non soltanto un luogo di passaggio, bensì una vera e propria piazza, dove pranzare, fare shopping, bere un aperitivo o ascoltare musica.

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