caso di studio di Fleet Competence

Flotte internazionali, i vantaggi dell’acquisto centralizzato

Un caso di studio di Fleet Competence mette in evidenza i vantaggi dalla centralizzazione della gestione della flotta aziendale per società internazionali con parchi auto in svariati Paesi. Il gruppo di fleet manager ha sviluppato strategia e contrattualistica per un fornitore di servizi industriali con circa 9.000 veicoli in 13 stati europei, andando a rafforzare il potere d’acquisto e mantenendo un vantaggio competitivo globale, pur diminuendo il numero di noleggiatori.

Per quali flotte è significativo un concetto di fornitore transnazionale? Tobias Kern, azionista e managing partner di Fleet Competence, considera un volume di mille unità in almeno tre mercati. “Chiunque si internazionalizza con un volume di flotta a quattro o cinque cifre può ottenere risparmi di milioni”, afferma il consulente.

Caso di studio di Fleet Competence

L’azienda oggetto dello studio, che desidera rimanere anonima, è presente in Germania, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Regno Unito, Norvegia, Finlandia, Svezia, Austria, Polonia, Svizzera, Repubblica Ceca e Italia.

Un caso ideale, poiché – spiegano da Fleet Competence -, vale la pena realizzare una car policy internazionale standardizzata nel momento in cui si viaggia in almeno tre o quattro mercati principali con 300 o 400 veicoli ciascuno.

Se da un lato è facile intuire i vantaggi dell’acquisto centralizzato, l’attuazione dell’accentramento tra requisiti e limitazione di eventuali eccezioni diventa un problema, poiché quando la flotta è distribuita in diversi paesi è anche soggetta a differenti regole fiscali o amministrative.

Nella case history specifica, solo in Germania si era in presenza di una car policy unica, pur con più fornitori. Le altre sedi nei vari Paesi avevano improntato la politica automobilistica con i propri partner e processi. Addirittura c’era chi era composto di sette diverse società, aderenti al gruppo in tempi susseguenti. Ognuna con esigenze differenziate.

La car policy paneuropea è stata strutturata in due direzioni.

Da un lato la redazione di un catalogo di servizi per armonizzare e standardizzare i processi della flotta. Dall’altro l’integrazione delle singole specificità. Ad esempio, nella fattispecie dei veicoli commerciali, alcune attrezzature di rigore in Nord Europa (riscaldamento ausiliario, per esempio) andavano regolamentate.

“I nuovi accordi quadro internazionali con le case automobilistiche e i noleggiatori, concepiti e negoziati da Fleet Competence, hanno apportato profondi cambiamenti per l’acquisto, ma soprattutto per gli utilizzatori di auto aziendali”, spiega l’associazione di fleet manager indipendenti.

I tre pilastri: Case, noleggiatori, car policy

L’intero progetto si è fondato su tre pilastri: il costruttore del veicolo, il locatore di leasing e la car policy. La car policy unificata in materia di automobili ha anche ristretto gli altri due. I noleggiatori sono stati ridotti da più di 15 a tre, affiancati da quattro case automobilistiche – due fornitori premium e due per la flotta funzionale.

“Tuttavia, la concorrenza è ancora richiesta”, sottolinea FC. I tre diversi noleggiatori sono in concorrenza tra loro in gare multiple non appena si tratta di un nuovo ingresso nella flotta. E ora ci sono requisiti piuttosto severi. Non solo per i noleggiatori, ma anche per gli automobilisti aziendali quando vogliono configurare un nuovo veicolo in leasing. Circa l’80% della flotta è in tale modalità, e la tendenza è in aumento”.

Ed è qui che entra in gioco l’emotività nei confronti dei marchi automobilistici. Anche questo varia da paese a paese.

Dunque, è stata scelta un’unica variante di fornitura per i veicoli premium nei confronti degli user-chooser. La fornitura unica in questo caso significa che i responsabili di un paese possono votare per Mercedes-Benz o per Volvo. Invece, nel settore dei veicoli commerciali e generalisti sono specificati i modelli di Ford o del Gruppo Psa.

Si è arrivati a queste quattro Case sulla base di un catalogo di specifiche richieste ai produttori sulle norme di sicurezza in conformità Ncap. Anche i temi della sostenibilità, come i valori di CO2 delle flotte, hanno avuto un ruolo importante in questo senso. Infine, il punto decisivo è l’analisi del TCO, ossia la contabilità dei costi totali. E l’esperienza di Fleet Competence è stata particolarmente richiesta in questo campo.

caso di studio di Fleet Competence
Tobias Kern

250 scenari analizzati

Con quale procedimento si arriva alla centralizzazione dell’acquisto? Argomenta Tobias Kern: “Sulla base di una procedura di gara d’appalto dettagliata, deve essere creato un business case per mercato e in forma aggregata per l’Europa. Per questa azienda sono stati analizzati più di 250 scenari, il che è normale per la brand diversity considerata in interazione con diversi modelli di fornitura (singolo, doppio, triplo). A seguito della decisione centrale sullo scenario costruttore preferito per ciascun segmento di flotta (fornitori premium, di grosse quantità e di veicoli commerciali leggeri), è stata fatta una raccomandazione ai mercati in merito a quale marchio dei fornitori internazionali fosse il preferito per ciascun segmento e quali aspettative di risparmio fossero ad esso collegate”.

Sottolinea: “Ciò significa che, nell’attuazione di una direttiva centralizzata, i gestori locali sono tenuti a formulare almeno queste aspettative di risparmio. Se si decide a favore di una marca alternativa, questa deve essere integrata nella politica automobilistica in modo tale da poter attuare le specifiche centrali per le aspettative di risparmio”.

Quattro accordi internazionali

Il risultato si è tradotto in accordi quadro internazionali su leasing e costruttori. Infine, la partnership con Fleet Competence non si è conclusa nell’elaborazione della centralizzazione dell’acquisto. Infatti, i tredici mercati continuano ad attuare il nuovo concetto di flotta in modi molto diversi. Così, il collegamento con l’associazione rimane vivo.

Kern osserva: “Assicurazioni, carburante, pneumatici sono ulteriori fattori che possono essere adattati in futuro. Anche in questo caso l’obiettivo è quello di realizzare economie di scala attraverso l’internazionalizzazione che generano un effetto leva sul lato dei costi. La concentrazione su un minor numero di produttori e locatori è positiva per tutti. Il maggiore successo di questa nuova soluzione sta nel fatto che ogni paese beneficerà del nuovo concetto: alcuni un po’ di più, altri un po’ di meno. Dipende da quanto fortemente questi mercati hanno già raggiunto la scalabilità”.

Gli esperti di Fleet Competence saranno a Ginevra al Salone, scopri qui in quale evento di cui MissionFleet è media partner.

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