Crollano i titoli delle case auto. Tanto rumore per nulla?

Dopo lo scandalo Dieselgate ogni battito di ali nel settore provoca uno sconquasso sui mercati globali. E ieri un micidiale mix di tre notizie, forse qualche mese fa sarebbero stati derubricati come mere notizie di cronaca, hanno scatenato il panico nel settore automobilistico sui mercati finanziari di mezzo mondo.

La notizia parsa subito più grave, anche se poi rapidamente ridimensionata,  le perquisizioni nelle fabbriche Renault legate a un’indagine per frode da mettere in rapporto con il Dieselgate di stampo Volkswagen; ma Ségolène Royal, ministro dell’Ambiente, afferma: “Sforamento limiti CO2 e azoto, ma nessun trucco”. L’indagine del ministero dell’Ambiente ha infatti escluso “la presenza di un software che manometta i dati delle emissioni”. Sta di fatto che prima delle precisazioni delle autorità il titolo della Régie era crollato a meno 20 punti, per poi chiudere a meno 12%.

Forte flessione anche per Fca, che perde il 7,9% in Borsa, con perdite durante la giornata fino a meno 10%,  per una denuncia arrivata da due concessionari Usa, come afferma Automotive News, che accusano il gruppo guidato da  Marchionne di truccare i dati di vendita americani. Ma l’azienda italo-americana respinge al mittente le accuse, contrattaccando: “Nonostante le numerose richieste che abbiamo fatto i due concessionari si sono rifiutati di mostrare il fondamento delle loro accuse. Fca ha condotto una sua indagine e ha concluso che sono prive di fondamento”. Anzi; i due dealer in questione non avrebbero prima rispettato il contratto con il gruppo mancando “di adempiere ai loro impegni a partire almeno dal 2012” e, in seguito, “hanno anche usato per diversi mesi la minaccia di avviare il contenzioso, nell’ingiusto tentativo di costringere Fca a riservare loro un trattamento speciale”. Ma intanto nel rogo pseudo-giustizialista sono stati bruciati circa 750 milioni di euro in Borsa.

Infine la notizia di un crollo delle vendite di auto in Russia, che sarebbero a meno 46 rispetto al già meno 36% previsto, ha ulteriormente colpito il settore dell’automotive, trascinando al ribasso tutti i titoli delle case auto. Una curiosità, amara; la casa che perde di meno, circa il 4%, è Volkswagen, proprio la casa che fece alzare le antenne su emissioni e consumi solo pochi mesi fa.
Speriamo ora che le farfalle inizino a posarsi sui fiori e smettano di seminare panico sui mercati….

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