Infrastrutture di ricarica

Infrastrutture di ricarica, per Acea servono 14.000 nuove colonnine ogni settimana

Gli Stati membri dell’UE devono urgentemente aumentare gli investimenti in infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici. Questo il “richiamo” che l’associazione europea dei costruttori auto (Acea) ha fatto ai governi continentali, alla luce del fatto che tutte le Case stanno lanciando sul mercato nuove vetture a emissioni zero.

Che si tratti di auto, van, camion o bus la necessità è di incrementare la rete. Tra l’altro, sono proprio i costruttori a mostrare preoccupazione sull’arretratezza di quest’ultima. O meglio: sul fatto che le colonnine crescono in maniera più lenta rispetto alla diffusione dei nuovi modelli di veicoli.

Due numeri: negli ultimi 5 anni, le auto “alla spina” sono aumentate di 10 volte raggiungendo nel 2021 quota 1,7 milioni di unità. In tutta Europa. Ma nello stesso periodo, le ricariche pubbliche sono cresciute solo di 2 volte e mezza.

Secondo i dati di una ricerca di McKinsey, nella UE entro il 2030 sarebbero necessari fino a 6,8 milioni di punti di ricarica. Questo per raggiungere gli obiettivi di una riduzione del 55% di andride carbonica emessa dalle auto passeggeri.

Un dato che è almeno il doppio rispetto a quanto auspicato dalla Commissione europea nel suo documento Alternative Fuels Infrastructure Regulation (Afir), ora all’esame del Parlamento di Strasburgo.

Infrastrutture di ricarica, ne servono 14.000 ogni settimana

Questo significa che in tutta Europa si dovrebbero installare almeno 14.000 punti di ricarica alla settimana rispetto ai 2.000 odierni.

«La transizione verso la neutralità dal carbonio è una gara a lungo termine», ha detto il presidente Acea e Ceo del gruppo Bmw, Oliver Zipse. «La questione chiave è convincere tutti gli stati membri dell’importanza di prendere il ritmo giusto».

Anche se all’inizio occorreranno investimenti ingenti, saranno solo una frazione degli stanziamenti totali in infrastrutture che porteranno a benefici ambientali. Un’altra ricerca effettuata a livello europeo stima in 8 miliardi la somma necessaria ogni anno per creare una rete infrastrutturale di ricarica. Ossia circa il 16% degli investimenti in 5G e reti Internet ad alta velocità.

Da notare poi che le reti a uso e consumo dei mezzi pesanti sono diverse da quelle per le autovetture.

Secondo il documento di ricerca, i camion richiederanno 279.000 punti di ricarica entro il 2030, di cui l’84% saranno negli hub della flotta. I restanti punti di ricarica saranno prevalentemente pubblici: veloci lungo l’autostrada (36.000) e pubblici notturni (9.000).

[Scopri la ricerca di Motus-E e Quintegia sulle auto elettriche nel 2030]

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