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La telematica da auto aziendale servirà a tutti, in Europa?

Chi tratta auto aziendali in tutta Europa ben conosce il tema della telematica e della gestione, del controllo e dell’analisi, delle auto.

Oggi di sistemi per il controllo delle auto che sono connesse, già alla nascita, potenzialmente ce ne sono molti, ovunque. Sarebbe ora di rendere questa tecnologia utile alla società intera e non solo al mondo aziendale, delle flotte.

Una tecnologia utile anche alla transizione di cui tanto si parla (e si critica) senza magari saperne molto. Almeno nel mondo privati, visto che alcuni fleet manager coinvolti per lavoro sul tema, si sono interessati non poco a un evento chiarificatore come è stato il nostro Mobility For Energy Transition di MissionFleet.

Tornando alla telematica e all’Europa, che si elettrifica per abbattere le emissioni dei veicoli, uno spunto è venuto oggi direttamente presso il Parlamento Europeo: da The Urban Mobility Council. Un momento di incontro dove non si è detto certo di voler mettere spie o scatole nere con chissà quali scopi, nelle auto, nuove, di tutti, ma di fare dei passi avanti dove possibile.

Conoscere il comportamento dei veicoli, attraverso “Green Box” se vogliamo nobilitarne il nome, è qualcosa che serve non solo ai fleet manager e alle assicurazioni, che vantano ormai esperienza su milioni di clienti, ma anche a chi deve mettere ai disposizione dei millennials o di altri che arrivano, veicoli condivisibili, non di proprietà. Come pare debba andare sempre più di moda.

La telematica sulle auto in Europa, a cosa serve

A dare il perimetro di quella che può essere una piccola rivoluzione, basata su tecnica, tecnologie e sistemi esistenti ma non per tutti, ora, il Politecnico di Milano: gli studi dicono come oggi si potrebbe elettrificare non poco, il nostro parco circolante (circa il 30%) soprattutto passando per il concetto della mobilità vista come un servizio, non solo veicoli propri. Da onerosamente comprare e mantenere, scoprendone poi i limiti, come visto.

Proprio qui entra in gioco la politica, sovranazionale, che potrebbe dedidere di forzare meno l’elettrificazione ma al contempo controllare, limitare o forse tassare, i consumi effettivi e non solo i dati dichiarati a libretto, senza sapere poi l’uso di un dato veicolo.

Ecco che con un modello ‘pay per use’ o un sistema alla Move-in, per non pensionare auto solo a causa del tipo di motore, fin quando percorrenza e stile di guida sono sostenibili, si deve per forza usare la telematica. Certificata e approvata UE, oltre che accettata dai driver.

Accadrà? Anche se in minima parte la cosa potrebbe aiutare, essere un gesto della politica verso la libera mobilità individuale su ruota. In Europa quello che echeggia è il mantra di “ridurre il 90% delle emissioni” nei trasporti, ma non per tutti gli ambiti è e sarà possibile, nemmeno tra decenni. Salvo spendere molto, con rivoluzioni industriali o eFuel e biocarburanti pronti, anche per navi o aerei.

Sul tavolo, di un’Europa pronta al voto e forse alla correzione di rotta, o di tempi, nel 2024, prevale ora l’idea di neutralità tecnologica. Da perseguire con nuovi metodi e regole, con strumenti che le company car ed il fleet management già adottano in parte.

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