Questa deregulation non s’ha da fare

La deregulation dei gds in Europa è oggetto di discussione da circa due anni, da quando cioè il Dot, Department of transportation americano, modificò il “Code of conduct” statunitense. In quell’occasione la Commissione europea si era impegnata a modificare anche il “Crs Code of conduct” (l’equivalente europeo della normativa americana) entro il 2005. In seguito, però, i lavori erano andati a rilento a causa delle radicali differenze esistenti tra il mercato Usa e quello del Vecchio Continente: all’epoca della liberalizzazione negli Usa, infatti, nessuno dei quattro principali gds era più partecipato da compagnie aeree, mentre attualmente, in Europa, Amadeus conta ancora tra i suoi azionisti ben tre vettori di linea (Air France-Klm, Iberia e Lufthansa).

L’ultima, clamorosa svolta in questa vicenda risale allo scorso dicembre: il Direttorio ai Trasporti della Commissione europea, guidato dal vicepresidente della commissione Jacques Barrot, ha annunciato l’intenzione di abrogare interamente l’attuale Codice di condotta dei Crs, incluso il Mandatory Participation Rule, l’articolo che impone ai vettori in possesso di una quota societaria di un gds di essere presenti anche sugli altri sistemi di prenotazione in maniera equa e neutrale. L’articolo era stato emanato 16 anni fa allo scopo di impedire che le compagnie aeree potessero sfruttare la partnership con i sistemi di prenotazione per svolgere attività commerciali in contrasto con le regole della libera concorrenza.

La notizia ha provocato l’immediata reazione di C-Fare (Coalition for fair access to reservations in Europe), alleanza tra agenzie di viaggio, associazioni di business travel, servizi turistici online, vettori, consumatori e compagnie aeree nata con lo scopo di vigilare sui pericoli rappresentati dall’integrazione verticale tra crs e vettori (www.c-fare.org). In una nota ufficiale, l’organo ha denunciato “i piani di alcuni membri della Commissione Europea per eliminare silenziosamente le regole, funzionanti e collaudate nel tempo, che garantiscono giusti prezzi e ampia scelta ai consumatori nella prenotazione dei viaggi in Europa”. «Questa iniziativa vanifica l’orientamento dichiarato della Commissione verso regole migliori – ha dichiarato Brandon Mitchener, direttore esecutivo di C-Fare -. Infatti, se l’attuale codice di condotta scomparirà, la Commissione sarà direttamente responsabile di aver distrutto una componente fondamentale dell’industria dei viaggi in Europa.

«A differenza che negli Stati Uniti, dove la deregulation dei crs è stata consentita grazie alla totale indipendenza dei sistemi di prenotazione dal controllo delle compagnie aeree, nel nostro continente sussistono tuttora forti legami societari tra primarie compagnie aeree e crs – ha commentato in una lettera aperta Marco Benincasa, amministratore delegato di Galileo. – Quindi, se la Commissione Europea dovesse effettivamente abolire la Mandatory Participation Rule, consentirebbe potenzialmente a queste aerolinee tutta una serie di comportamenti anticoncorrenziali, discriminatori e di abuso di posizione dominante: l’impatto sarebbe molto negativo sia per i viaggiatori sia per gli operatori del settore, che si ritroverebbero a lavorare con una scelta di voli molto più limitata e con tariffe aeree più elevate. Avremmo, in poche parole, un mercato meno libero e meno aperto».

A suscitare ulteriore preoccupazione è il fatto che la proposta di abrogazione della normativa verrà inserita all’interno di un documento contenente oltre 1.400 punti: «In questo modo – sottolinea Benincasa – la discussione sulla Mandatory Participation Rule non potrà avere, nel corso dell’iter parlamentare, tutta l’attenzione e la considerazione che sono dovute a una norma che ha conseguenze così vaste e decisive sull’intero mercato».

La Commissione europea si è difesa dalle accuse sostenendo che la nuova normativa condurrà a un significativo miglioramento sul fronte della competitività nel settore del trasporto aereo. Di contro, C-Fare ha accusato la Commissione di non aver tenuto in conto le richieste di cautela avanzate dagli attori della filiera negli ultimi tre anni, e ha invocato la preparazione di uno studio meticoloso sulle ripercussioni economiche che il provvedimento potrebbe avere sul settore. «La Commissione europea dovrebbe come minimo condizionare questa proposta a un’approfondita analisi dell’impatto economico, come effettivamente si è impegnata a fare per qualsiasi iniziativa regolamentare – ha infatti dichiarato Mitchener -. È chiaro che gli unici soggetti che trarrebbero vantaggi da una deregolamentazione immediata e incondizionata sarebbero un pugno di aerolinee europee che già godono di una posizione dominante, come Lufthansa, AirFrance-Klm e Iberia, così come anche Amadeus, il crs di cui queste compagnie hanno di fatto il controllo. C-Fare è favorevole a una responsabile riforma del Codice di Condotta dei Crs, ma non a una deregolamentazione irresponsabile e precipitosa».

La preoccupazione dei travel manager

Anche la Btc, The Business travel coalition, è scesa in campo per dare voce alle perplessità delle aziende europee. L’associazione si è espressa negativamente nei confronti dell’abrogazione della normativa, paventando un impoverimento del panorama tariffario, a tutto svantaggio delle aziende e dei travel manager costantemente a “caccia” di saving. «Le regole attualmente in vigore hanno tutelato benissimo gli interessi delle aziende, garantendo un ottimo livello di concorrenza, un’adeguata competizione tra i gds, barriere minime all’ingresso di compagnie low cost e nuovi vettori, l’imparzialità delle agenzie di viaggio – ha commentato Mike Perkin, travel manager per l’area Emea della sede britannica di Cisco Systems -. Abbandonare questi regolamenti potrebbe costituire un grave ostacolo per tutti gli attori della filiera».

Mentre scriviamo, la proposta avanzata dalla Commissione Europea è ancora in fase di discussione. Ma C-Fare ha già fatto sapere che non rinuncerà a “dare battaglia”. «Non dobbiamo dimenticare che, in questa fase, quella della Commissione Europea è solo una dichiarazione di intenti – ha sottolineato Benincasa -: ci dovrà essere un complesso iter parlamentare che, come Galileo e come membri di C-Fare, siamo fortemente decisi a seguire con grande attenzione e piena partecipazione».

Testo di Elisabetta Tornatore, Mission N. 1, Gennaio-febbraio 2006

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