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Per 20 miliardi di Pil in più: tanto darebbe il trasporto aereo se…

L’ultimo studio Iata rivela che un settore del trasporto aereo più competitivo in Italia potrebbe generare quasi 20 miliardi di euro di Pil in più per l’economia nazionale e oltre 200.000 posti di lavoro aggiuntivi entro il 2037.

Studio Iata, in Italia tasse aeroportuali troppo alte

Lo studio Iata, “Italy Air Transport Regulatory Competitiveness Indicators“, afferma che il settore aereo italiano è competitivo in termini di tariffe per il trasporto di passeggeri e merci. Questo vantaggio però è attenuato dal fatto che il nostro Paese è il settimo più caro in Europa per le tasse a carico dei passeggeri. La penisola, quindi, diventa più costosa come destinazione business e meno attraente per i turisti.

Un problema di scarsa trasparenza

Il nostro Paese, inoltre, risulta essere in ritardo rispetto a omologhe nazioni europee nell’applicazione dei principi della Smarter Regulation. L’iniziativa è stata lanciata da Iata per promuovere partenariati con i governi al fine di migliorare le pratiche nel trasporto aereo e ridurre gli oneri inutili per vettori e passeggeri. Lo studio Iata ha sottolineato anche che nel nostro mercato si evidenzia una gestione del traffico aereo e dei processi aeroportuali poco trasparente e non in linea con l’Icao, International Civil Aviation Organization.

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I passi da compiere per migliorare il trasporto aereo

Lo studio Iata suggerisce alcune mosse per migliorare il mercato del trasporto aereo italiano. In primo luogo, eliminare o almeno ridurre le tasse comunali ed evitare di applicare la tassa italiana sulle emissioni sonore degli aeromobili civili, introdotta nel 2018. Inoltre, garantire che le tasse aeroportuali siano eque, trasparenti e facilmente individuabili, in linea con le best practice internazionali. E infine, focalizzare gli sforzi sulla National Airspace Strategy, messa a punto da Enav e Iata per modernizzare lo spazio aereo italiano.

Il trasporto aereo sostiene 714mila posti di lavoro

Secondo lo studio Iata attualmente il contributo del trasporto aereo all’economia italiana è già significativo. L’industria sostiene 714.000 posti di lavoro. Inoltre, contribuisce all’economia con 46 miliardi di euro, pari a circa il 2,7% del Pil italiano. Se il governo adotta un’agenda per la competitività, entro il 2037 si potrebbero generare 200.000 nuove occupazioni e quasi 20 miliardi di euro di Pil aggiuntivo. Per contro, lo studio  Iata stima che nello stesso periodo potrebbero essere creati solo 19.000 impieghi se la competitività del trasporto aereo italiano non venisse migliorata.

Attenzione all’ambiente

Anche l’ambiente occupa un posto di primo piano nell’agenda dell’aviazione. L’industria del trasporto aereo infatti si è impegnata a ridurre entro il 2050 le emissioni di carbonio rispetto ai livelli registrati nel 2005. Un obiettivo intermedio è la crescita “carbon neutral” a partire dal 2020, realizzata con l’aiuto del Carbon Offsetting Scheme for International Aviation (Corsia). Sono già stati compiuti progressi: dal 1990 le emissioni di CO2 per passeggero sono state dimezzate. Per raggiungere l’obiettivo del 2050 sono necessari ingenti investimenti in nuove tecnologie e in carburanti sostenibili per l’aviazione. Se il governo italiano incoraggia queste iniziative, non solo dimostrerà il proprio ruolo di primo piano nel contrasto al riscaldamento climatico, ma creerà anche nuove opportunità economiche.

Un settore importante per l’export, i servizi e il turismo

“La forza dell’export manifatturiero, dei servizi e dell’industria turistica italiana si basa sul trasporto aereo. Più competitivo è il settore dell’aviazione, maggiori sono i benefici per l’Italia in termini di crescita di occupazione. Il governo può creare un’industria più competitiva riducendo le tasse e rendendo più trasparente il processo per stabilire tasse e oneri. L’attuazione della National Airspace Strategy ridurrà i costi e le emissioni di CO2. E il carbonio può essere ulteriormente ridotto se il governo prenderà l’iniziativa di sostenere lo sviluppo di carburanti sostenibili per l’aviazione”. Questa la dichiarazione di Rafael Schvartzman, vicepresidente regionale Iata per l’Europa.

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