Travel policy: usi e abusi

Croce e delizia. La travel policy è uno strumento indispensabile per esercitare il controllo sulle spese aziendali e per ridurre e ottimizzare i costi legati alle trasferte, ma al contempo è comunemente vista come un’area “spinosa” e complessa, influenzata da una molteplicità di fattori di difficile controllo. Dunque, come si gestisce la politica viaggi? Quali sono le problematiche fiscali connesse alle trasferte? Quali le più comuni strategie adottate dai dipendenti per eludere o evadere le regole, e quali gli strumenti per verificare la compliance alla travel policy?

Per rispondere a questi e ad altri interrogativi, il 29 novembre 2002, presso il Melià Milano Hotel & Convention Center, si è svolto il forum di discussione “Usi e abusi”, organizzato dal gruppo di lavoro BTPlus. All’incontro era presente un folto gruppo di travel manager di multinazionali e aziende italiane e una rappresentanza di agenzie di viaggio, compagnie aeree e catene alberghiere.

Le relazioni

Alle relazioni, come di consueto, si alternavano momenti di dibattito tra i presenti in sala.

«Abbiamo deciso – ha spiegato Francesco Sottosanti, membro permanente del gruppo BTPlus, all’apertura dei lavori – di suddividere l’argomento in due momenti distinti: il primo, più tecnico, prevede un intervento di Dionino Di Florio, di American Express, sulla corretta gestione della travel policy e, a seguire, una relazione della commercialista Alessandra Di Nasso, dello Studio Corno, sulla normativa fiscale in tema di trasferte. Durante il secondo momento, più “leggero”, Francesca Tommasi, direttore di Mission, descriverà le più comuni trasgressioni alle regole stabilite dalla travel policy».

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