compagnie aeree cinesi

UE contro i vantaggi delle compagnie cinesi che volano su Ucraina e Russia

Non solo dazi alle Bev cinesi, alcuni vogliono che l’Europa limiti l’espansione di voli per l’Asia profittevoli alle compagnie (statali) cinesi, che volano più liberamente su Ucraina e Russia

Chi non vola spesso fuori Europa come i viaggiatori d’affari magari non ha la misura della cosa, ma volare in Asia è meno agevole da quando è in corso il conflitto ucraino, per le compagnie aeree europee, al contrario di quanto invece accade per le cinesi.

Si allungano le tratte, con quello che ne consegue per la sostenibilità deteriorata, insieme a costi e tempi che salgono dovendo “volare intorno alla Russia” più o meno. Ma… Vale per tutti, quel “giro” esteso e oneroso? No, varie compagnie aeree, come quelle cinesi, statali, sfruttano la rotta classica e, non a caso, vedono l’Europa come un mercato di interesse, da conquistare.

Perché volare in Asia agli occidentali costa di più

La Russia vieta ad alcune compagnie aeree, statunitensi e europee, di sorvolare il proprio territorio, con deviazioni rispetto al passato che fanno salire la spesa di carburante (a sua volta almeno un quarto, dei costi operativi aerei).

A far la voce grossa, con richieste alla UE riportate da alcuni media tedeschi, è anche Lufthansa, che ricorda come le compagnie aeree di certi paesi abbiano vantaggi di cooperazione con la Russia ma anche bassi costi di localizzazione, diversi standard e supporto da investimenti pubblici, a differenza di compagnie aeree europee e americane che hanno dovuto gestire, letteralmente aggirare, l’asse Ucraina – Russia.

Non da ultimo il tema dei rischi per chi sfrutta aeroporti di nazioni messe in contrasto con l’occidente, come abbiamo scritto di recente parlando dei costi elevati per fermo velivolo in caso di guasto di un aereo europeo o indirettamente tale, in aeroporto russo.

Nuove offerte di volo da compagnie cinesi verso Est

La domanda europea è ridotta rispetto alla portata delle nuove offerte da Est e Lufthansa stima -10% di resa, per le destinazioni in Asia, che in termini di volumi – per la compagnia tedesca partner di Ita Airways – sono oggi al 70% del pre-pandemia (considerando la fine della pandemia sovrapposta circa all’avvio di conflitto).

Mentre si attende una risposta da Bruxelles, alcune compagnie come la British e Virgin Atlantic, ma persino Qantas in Australia, sospendono voli verso la Cina per carenza di redditività.

Un ritornello di settore aereo, contro i vantaggi di chi opera dall’Est ma serve gli occidentali, simile a quello dell’automotive contro le Bev cinesi. Effettivamente aspetti politici e regolamentari, sono diversi anche qui, per tassazione, requisiti ambientali e infrastrutture che vedono la concorrenza asiatica avvantaggiata.

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