Aeroporti italiani Bologna

Aeroporti italiani: 216 milioni e 2.200 parcheggi per Bologna

Tra gli aeroporti italiani che si rinnovano Bologna sviluppa il terminal e propone 2.200 posti auto grazie a investimenti milionari

Si muovono sempre le attività negli aeroporti italiani, anche economiche, se parliamo di quello maggiore in Emilia Romagna, quello di Bologna. Arriva infatti un piano investimenti da 216 milioni. Durata di cinque anni, per dare all’Aeroporto Marconi di Bologna, lavorando nel periodo tra il 2023 e il 2027, nuove strutture.

A oggi sono circa trenta i milioni già spesi. Le conferma arrivano direttamente dal presidente, Enrico Postacchini e dall’amministratore delegato, Nazareno Ventola.

Sono infatti già state illustrate le immagini e i progetti di ampliamento e di riqualificazione. Toccano sia il terminal passeggeri sia altre aree dello scalo emiliano.

Quali nuove strutture al Marconi di Bologna

Mentre alcuni degli aeroporti italiani erano fermi causa pandemia, Bologna, anche tra il 2020 e il 2023, ha investito oltre 90 milioni. In particolare al Marconi si amplia entro la sala imbarchi Shengen. Entro due anni, con un investimento di sette milioni, sarà anche ampliato di ben venticinquemila metri quadri il terminal.

Degli investimenti totali, a due zeri, dieci milioni sono investiti per l’area controllo passaporti e per la security.

Sempre entro il 2025, sono attesi alla realizzazione gli interventi del parcheggio. Qui ci sono programmati 38 milioni, che daranno a uno degli aeroporti italiani di medio flusso come Bologna, un nuovo parcheggio multipiano da ben 2.200 posti.

Intanto sono sono già stati ampliati il piazzale di manovra per gli aerei e l’area cargo.

Soddisfazione per il Ceo Ventola, che commenta la propria come “una società oltre che sana, come sapevamo già, anche attiva, pronta a cogliere le sfide dello sviluppo e attenta a cogliere le sfide della sostenibilità sociale ed economica”.

Ventola ha ricordato come tra gli aeroporti e non solo italiani, Bologna sia poco indebitato. “La società affronterà questi investimenti con debiti bancari” grazie ad alcuni istituti di credito e alla Bei. Mentre i soci pubblici godranno dei dividendi, utili per essere reimmessi sul territorio, ricorda il presidente Postacchini.

 

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