Business travel, nel 2015 spesa in crescita. E nel 2016…

Dopo aver pubblicato una FOTONOTIZIA sulla spesa del Business travel a livello mondiale (clicca qui per vederla) ecco un approfondimento sul GBTA BTI™ Outlook – Annual Global Report & Forecast, nuovo report della GBTA Foundation, parte dell”Associazione globale del business travel. Nel 2015 il settore ha infatti toccato quota 1.200 miliardi di dollari, con una crescita del 5% rispetto al 2014 e con buone possibilità di chiudere il 2016 a 1.300 miliardi.

Lo studio, effettuato a livello globale, ha mostrato un cauto ottimismo per il futuro immediato, con una previsione di crescita del 5,8% annuo nei prossimi 5 anni fino a toccare quota 1.600 miliardi di dollari di spesa complessiva nel 2020.

La classifica globale

Come già evidenziato su questa testata (leggi l’articolo pubblicato su Missionline), con oltre 291 miliardi di dollari la Cina ha superato gli Stati Uniti come volume complessivo di spesa.  Al terzo posto la Germania, seguita da Giappone, Regno Unito, Francia, Corea del sud e Italia (con 31,6 miliardi di euro di spesa complessiva nel 2015 e +2,2% sul 2014). Al nono posto il Brasile, seguito da India, Canada e Australia. La top 15  è completata da Spagna, Olanda e Russia, unica (insieme al Brasile) a registrare un calo.

Ma la Gbta ha guardato nel breve periodo e, in base agli indicatori arrivati da ciascun mercato, ha ipotizzato che saranno l’India e l’Indonesia i paesi che registreranno un incremento annuo della spesa per BT a 2 cifre percentuali da qui al 2020, mentre l’Italia crescerà di un ragguardevole 4-5% come Regno Unito, Austria, Belgio e Corea del sud. In crescita anche la Cina (+8,4%), anche se rallenterà la sua corsa rafforzando comunque la sua leadership mondiale visto che gli Stati Uniti cresceranno un po’ meno (tra il 2 e il 4% annuo per il prossimo quinquennio).

L’impatto del Brexit

Le previsioni di Gbta sono state effettuate prima dell’esito del referendum britannico sull’uscita dall’Unione Europea, che lascerà comunque incertezza nel settore dei viaggi d’affari sia outgoing che incoming con la conseguenza che molte aziende potrebbero decidere di rimandare molte trasferte lavorative in attesa di maggiori certezze normative. Qualora il Regno Unito dovesse entrare in una fase di recessione, a risentirne sarà certamente il business travel originato dal paese di Albione mentre, dal lato opposto, potrebbe avvantaggiarsene quello diretto verso il regno, visto che – con la debolezza della Sterlina – i “prodotti turistici” diventerebbero meno cari.

Dal 2000 a oggi

Nei 15 anni di analisi sul business travel effettuate da GBTA Foundation,appare chiaro che il settore è drasticamente cambiato visto che nel 2000 la spesa complessiva a livello mondiale fu di 634 miliardi di dollari. Ossia la metà di quanto speso nel 2015, anche perché la Cina era ancora un mercato di secondo piano e l’Unione Europea non aveva ancora adottato la moneta unica. Nel biennio 2003-2004, il boom economico – e quindi del business travel – ripresosi dopo la crisi del 2001. Ma nel 2008, con la grande recessione, il settore è inesorabilmente sceso.

 

Lascia un commento

*