Auto in crisi? Non i ricambi. Moody’s promuove la componentistica

Salgono i ricavi del settore ricambi auto non solo per l’inflazione, lo dice Moody’s

Il settore automotive va male, nel 2023? Dipende, è un valore alto, quello del +16% medio sulle vendite del primo trimestre 2023 in componentistica. Si conta per 12 grandi componentisti automotive in Europa, valutati da Moody’s.

Se da un lato si dice che i margini delle Case diminuiranno, nel 2023, dall’altro quelli dei fornitori sono dati per crescenti. Nello specifico, il rialzo si deve al recupero di produzione per i veicoli leggeri, ma anche ad aumenti dei prezzi e nuovi prodotti.

Per qualcuno, la forte crescita su 2022 si spiega anche vedendo i forti limiti iniziali dovuti al conflitto russa ucraino. In ogni caso la risalita è evidente, con miglioramento dei margini anche per rinegoziazioni dei prezzi con i clienti.

Il settore della componentistica, sempre secondo le recenti dichiarazioni a margine dei dati Moody’s, è in alcuni casi pronto a rifornire anche le case automobilistiche cinesi.

Una situazione particolare, quella dei componenti auto, che è destinata a divenire ancora più importante in futuro ed in Europa, con il peso specifico che potrà avere il settore per la mobilità del Vecchio continente fatta anche di parti made in Europe. Indipendentemente dal marchio esposto sull’auto. Come è avvenuto in Cina, per i costruttori europei che hanno approcciato quel mercato nei decenni passati.

Per il driver di auto aziendale e per il fleet manager, spesso il peso della componentistica si sente quando la manutenzione straordinaria ha un costo elevato e dei tempi di chiusura lunghi, proprio per via del peso dei componenti di ricambio.

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