auto aziendali 2023

Cinque auto aziendali che vale la pena provare, nel 2023

Per fine anno, abbiamo chiesto alla nostra Ilaria Salzano, giornalista specializzata in automotive che segue il fronte anche a livello di anteprime internazionali, quali le prime cinque auto (aziendali) che si devono tener presenti nel 2023. Almeno per una prova, in ottica di fleet management.

Auto aziendali 2023

Nel 2022 sono state tante le auto che abbiamo provato per voi, molte adatte, altre meno. Per un 2023 che vedrà i bisogni delle aziende ancora in cambiamento, affrontando per prima la sfida green, ecco cinque vetture (nel nostro caso “auto aziendali”) che proponiamo di provare, agli addetti ai lavori.

Alfa Romeo Tonale mild hybrid: il suv tutto italiano che mancava

Dallo stile ai propulsori, Tonale sembra essere il suv italiano che mancava. Mettiamo sotto la lente la versione mild hybrid, che in realtà si posiziona tra i mild hybrid e i full hybrid già presenti nel segmento. Tipicamente, infatti, le auto mild hybrid hanno batterie con capacità comprese tra 0,10 kWh e 0,40 kWh e motori elettrici con potenze che vanno dai 5 CV ai 15 CV (a seconda che siano alimentati a 12 Volt o 48 Volt).

Tonale, invece, dotato del 1.5 turbo benzina con batteria da 0,77 kWh e motore elettrico 20 CV diventa un vero e proprio mild hybrid rinforzato, a tutto vantaggio delle prestazioni. Altre peculiarità che in questo caso garantiscono comfort e piacevolezza alla guida sono il ciclo di funzionamento Miller, il rapporto di compressione 12.5:1, l’iniezione diretta di benzina a 350 bar, oltre alla posizione del motore elettrico a valle del cambio doppia frizione TCT a 7 marce: quest’ultimo permette all’Alfa Romeo Tonale di muoversi anche solo in l’elettrico, per brevi tratti (o in manovra). Il serbatoio da 55 litri di benzina garantisce un’autonomia sopra i 700 km.

Audi A3 PHEV: consumi da scooter

A3 è stata la prima compatta PHEV premium al mondo. Lanciata nel 2014, ora è al primo posto tra le più vendute alla spina di casa Audi con il 35% dell’immatricolato, disponibile in due livelli di potenza da 204 o 245 CV. Nello specifico, il 4 cilindri 1.4 TFSI raggiunge i 245 CV e 400 Nm con un propulsore elettrico integrato nel cambio a doppia frizione S tronic: l’autonomia della batteria (agli ioni di litio da 13 kWh, sotto i sedili posteriori), raggiunge i 66 chilometri nel ciclo WLTP (con velocità massima di 140 km/h): in hybrid, con la batteria carica, si può arrivare a vantare consumi da scooter, sino a 91 km/litro.

Per non rimanere con la batteria scarica, ad ogni modo, si può scegliere anche di escludere del tutto il supporto dell’elettrico o altrimenti decidere di “ricaricare” un po’ con il termico.

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Mazda 2 full hybrid, unica nel segmento

Mazda 2 è la prima ibrida full del brand giapponese. Sotto il cofano c’è un 1.5 tre cilindri a benzina che, con il modulo elettrico, arriva ad una potenza complessiva di 116 CV. Il motore elettrico da solo offre 59 kW, cioè 80 CV, per una sua spinta che in città è più che abbastanza (a meno che non siate troppo violenti con il pedale): si fanno oltre 20 km al litro per le strade urbane, suo vero habitat, visto le dimensioni.

Sono proprio quest’ultime, unite al prezzo, a regalarle un primato nel segmento. Mazda 2 è l’unica urbana full hybrid sotto i 4 metri: sono più grandi le altre concorrenti, come Honda Jazz e Renault Clio (anche più potente); costa di più la sua gemella Toyota Yaris.

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Nissan Qashqai e-power, solo in elettrico senza spina

Tutta da provare la formula “made in Japan” E-Power pensata per la transizione all’elettrificazione dei guidatori. Basta un pieno di benzina (55 litri), infatti, e Qashqai percorre 1000 km in modalità elettrica. Il tutto senza bisogno della spina.

Il sistema si compone di un motore elettrico da 190 Cv con coppia di 330 Nm: l’energia viene prodotta da un turbo benzina tre cilindri da 1,5 litri e 158 Cv di potenza. Una volta creata, va all’inverter e poi trasmessa alla batteria da 2,1 kWh o al motore elettrico oppure ad entrambi (mai direttamente alle ruote!): a decidere – secondo lo stato della batteria, le condizioni di guida e la richiesta di forza motrice – è un’unità di controllo. Così si abbattono i consumi (che arrivano a 5,3 l/100 km secondo il ciclo WLTP), senza doversi mai fermare per la ricarica.

Mercedes Glc, lusso alla spina: diesel o benzina.

È il Suv di Stoccarda più venduto degli ultimi anni, ora anche diesel plug-in, un unicum nel segmento. Sotto il cofano il 2.0 turbodiesel raggiunge i 335 CV di potenza totali e 750 Nm di coppia massima grazie al supporto dell’elettrico. La potenza di trazione elettrica è pari a 100 kW con una coppia di 440 Nm. La batteria (sviluppata dalla Casa) presenta una capacità complessiva di 31,2 kWh. Del resto, GLC ora riceve la trazione ibrida plug-in di quarta generazione: in grado di garantire i tragitti quotidiani in elettrico con 100 km di autonomia. Non solo. Impostata in Hybrid, Glc dà sempre priorità alla modalità di guida elettrica, attivandola ogni volta che è possibile: disponibile fino a 140 km/h poi.

Non finisce qui. La vettura con il facelift 2023 ha migliorato le tecnologie di bordo e le doti off-road per non essere solo un’auto di rappresentanza. Degno di nota il “cofano del motore trasparente”, telecamera che mostra esattamente al guidatore cosa accade all’anteriore; nel sistema di navigazione arriva il menu per pianificare i tragitti con rimorchio: l’auto, con oltre 2300 kg di stazza, è un’ottima motrice, e non vuole essere in alcun modo ostacolo per chi lavora, anzi. Per la ricarica, a richiesta anche il caricabatteria in CC da 60 kW con cui fare il pieno in circa 30 minuti.

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